イスラム過激派の同盟軍、シリアのアレッポに激しい攻撃を実行
シリアの二番目に大きな都市であるアレッポをアサド体制から奪うために、さまざまなイスラーム過激派で攻勢された同盟軍が、激しい攻勢を開始した。この同盟軍は、ヌスラ戦線やアフラール・アシ・シャムにいたるまでのさまざまな組織が参加しているが、「イスラム国」の姿はみえない。これはシリア人権監視団が発表したニュースである。この組織はロンドンに本拠を置いているが、シリアで起きたすべての出来事についての主要な情報源である。
この同盟軍が発表した声明によると、今回の攻勢の目的は「アレッポの解放」であり、同盟軍がアレッポを奪った後には、この町はシャリア法に基づいた厳密なイスラーム教の法律が適用されるという。今回の攻撃は、ジャミヤット・アル・ザハラ地区を中心とするものである。アサド政権はこの都市の半分程度しか支配しておらず、この地区にはシリアの軍隊の大半が駐留している。
2012年以来、イスラーム過激派がアレッポの東半分を支配している。この町ですでに4年間も戦闘がつづいており、かつての美しい町の姿は粉塵の中に姿を消している。
これまで8名の市民が死亡し、少なくとも70名の市民が負傷した。シリア軍の兵士も数十名の死者を出している。6月にはアサド政権の軍隊は、ラシディン地区で、西洋諸国の支援のもとで、シリア自由軍を含めた反アサド体制の同盟軍による激しい攻撃をうけたが、防衛に成功している。
シリアの経済的な要であるアレッポの町が陥落した場合には、アサド体制にとっては大きな打撃となり、新たな領土的な損失を招くことになろう。アサド政権は、アサド大統領の故郷であり地中海沿岸のラタキヤとダマスカスの北部を結ぶ地域を支配しているにすぎないのである。この町の陥落は、アサド体制がどうにか維持しているシリアの西側部分がさらに細分化される可能性があるのである。
またアメリカ合衆国の国防省のスポークスマンであるジェフ・ディヴィス氏は、アメリカ合衆国が主導する同盟軍によるシリアへの空爆で、「イスラム国」の指導者の一人であるチュニジア生まれのタリク・アウニ・アル・ハルツィが死亡したことを発表した。
国防省の声明によると、アメリカ合衆国はアル・ハルツィに300万ドルの懸賞金をかけていたが、アル・ハルツィは6月19日にイラク国境近くで死亡したという。この幹部の死亡によって、イスラム国はイラクとシリアの間で武器と兵士を動かすことが困難になるという。
実際にアル・ハルツィは、「イスラム国」の兵士たちに、リビアで獲得した武器と、自動車爆弾や自爆に使う爆発装置を提供していた。またヨーロッパから来た兵士志願者を、トルコを通過してシリアに入国させる援助もしていた。
また6月2日には、イラクのモスル近くで行われたアメリカ軍による空襲によって、タリク・アウニ・アル・ハルツィの兄弟のアリ・アウニ・アル・ハルツィが死亡したという。この人物は、2012年9月にリビア東部のベンガジにあるアメリカ領事館にたいして行われた攻撃に参加していた。この攻撃で4人のアメリカ人が死亡したが、これにはリビア駐在のアメリカ大使のクリストファー・スティーヴスが含まれる。
Siria, offensiva coalizione islamista per strappare Aleppo a Assad. Iraq, ucciso in raid leader Is
Qaedisti e salafiti all'attacco della seconda città siriana. Non partecipa l'Is. Dal 2012 gli estremisti islamici controllano la parte orientale della città
In una dichiarazione la coalizione sostiene che l'obiettivo "è liberare la città di Aleppo" per assicurare che una volta caduta nelle mani vi venga imposta la severa legge coranica della sharia Il grosso degli scontri si sta concentrando aullla linea del fronte a Jamiyat al-Zahra, dove le truppe di Damasco sono sotto pesante attacco, e che ospita i maggiori complessi delle forze di sicurezza siriane.
Dal 2012 gli islamisti controllano la parte orientale della città, ormai ridotta dopo oltre 4 ani di guerra, ad un cumulo di macerie con l sue antiche bellezze ridotte in polvere.
Finora si contano 8 civili uccisi e almeno 70 feriti con decine di vittime tra le truppe siriane. Lo scorso mese i soldati di Damasco erano riusciti a respingere un assalto di un'altra coalizione anti-Assad incluso il cosiddetto Libero Esercito Siriano, sostenuto dagli occidentali, nel quartiere di Rashidin.
La caduta del principale crocevia economico siriano rappresenterebbe un durissimo colpo per Assad, che perderebbe altro terreno, limitandosi a quel punto a controllare la striscia di territorio che da nord di Damasco raggiunge sulla costa mediterranea Latakya, la sua città natale. Regione ribattezzata dagli analisti Aluistan, dal nome della setta semi-eretica sciita degli alauiti cui appartiene la famiglia Assad.
Questo approfondirebbe la, già in atto da tempo, polverizzazione della Siria nella zona occidentale controllata in qualche modo dal regime di Damasco e il resto del Paese sotto il giogo di più fazioni islamiste.
Ucciso un dirigente dell'Is. Uno dei leader delllo Stato islamico (Is), il tunisino Tarik Awni al-Harzi, è morto in Siria durante un raid aereo della coalizione guidata dagli Usa. Lo ha annunciato il portavoce del Pentagono, Jeff Davis, in una nota.
Stando al comunicato, al-Harzi, sulla cui testa gli Stati Uniti avevano messo una taglia di tre milioni di dollari, è morto in un attacco avvenuto il 16 giugno vicino al confine con l'Iraq. La sua morte - ha precisato Davis - renderà più difficile per lo Stato islamico muovere armi e combattenti da e per l'Iraq e la Siria.
Al-Harzi, infatti, aveva fornito all'Is militanti con armi acquistate in Libia e ordigni esplosivi per autobombe e attacchi suicidi. Aveva anche aiutato alcuni combattenti europei ad arrivare in Siria attraverso la Turchia.
Il giorno precedente, in un altro raid americano vicino Mosul, in Iraq, era rimasto ucciso suo fratello Ali Awni al-Harzi. Il miliziano era coinvolto nell'attentato del settembre 2012 contro il consolato americano a Bengasi nel quale morirono quattro cittadini americani, tra cui l'allora ambasciatore statunitense in Libia, Christopher Stevens.