TRIPOLI - Non si fermano le stragi dell'Is per il controllo della città libica di Sirte. Dopo l'attacco all'ospedale di ieri, che ha provocato la morte di 22 pazienti, e i bombardamenti sulle aree residenziali nei quali hanno perso la vita decine di persone, oggi le milizie dello Stato islamico hanno decapitato dodici combattenti locali e ne hanno crocifisso i corpi, secondo quanto riferisce oggi l'agenzia libica Lana.

Le vittime si battevano per fermare l'avanzata dei jihadisti nel settore orientale della città costiera, noto come "quartiere tre". A Sirte, intanto, continua senza sosta la battaglia, iniziata martedì scorso. Un funzionario municipale ha riferito che "vi sono combattimenti continui, soprattutto nel quartiere tre, e il bilancio dei morti è in aumento". Secondo l'ambasciatore libico in Francia, Chibani Abuhamoud, finora i morti a Sirte sono tra 150 e 200.

Il premier libico Abdullah Al-Thinni ha biasimato la comunità internazionale, colpevole di rignorare le violenze e le uccisioni perpetrate dai jihadisti a Sirte e di tradire la Libia. In una dichiarazione pubblicata sulla pagina Facebook del governo di Tobruk, il primo ministro ha accusato lo Stato islamico di "genocidio", appellandosi alla comunità internazionale affinchè aiuti la Libia a sbarazzarsi dei terroristi, criticando ancora una volta l'embargo imposto dal consiglio di Sicurezza dell'Onu sull'ingresso delle armi in Libia. Anche l'ambasciatore libico presso le Nazioni Unite Ibrahim Dabbashi ha chiesto al Consiglio di Sicurezza di reagire contro i "crimini senza precedenti" commessi dall'Is a Sirte.

Da parte sua il ministero degli Esteri italiano Paolo Gentiloni ha sottolineato ancora una volta l'urgenza per le parti libiche di
trovare un accordo basato sul testo siglato in Marocco il 12 luglio. "L'accordo per un governo nazionale resta la sola possibilità -ha ribadito Gentiloni- affinchè con il supporto della comunità internazionale si possa far fronte alla violenza estremista e al peggioramento quotidiano della situazione umanitaria ed economica del Paese".