ISLAMABAD - E' di almeno 12 civili morti l'ultimo bilancio degli scontri scoppiati la notte scorsa al confine tra India e Pakistan tra le truppe dei due Paesi eterni rivali ed entrambi dotati di armi nucleari. Teatro delle ostilità, diversi punti della frontiera lungo la cosiddetta Linea di Controllo (Loc, che divide la regione contesa del Kashmir), all'altezza delle zone di Sialkot (nella provincia pakistana del Punjab), Harpal, Chaprar e Sucheetgarh.

Le Forze Armate pakistane hanno denunciato l'uccisione di otto pakistani, tra i quali una donna e suo figlio, a causa del fuoco delle truppe indiane nei pressi di Sialkot. In un comunicato si precisa che il numero dei feriti è di circa 50 persone, per la maggior parte donne e bambini.

Le forze indiane hanno denunciato la morte di quattro civili indiani, compresa una donna, in scontri lungo il confine provvisorio tra la zona del Kashmir amministrata dall'India e quella sotto il controllo del Pakistan. Un ufficiale coperto da anonimato, citato dall'agenzia di stampa Dpa, ha accusato i Ranger pakistani di aver utilizzato colpi di mortaio e armi automatiche per colpire le guardie di frontiera indiane (Bsf).

Il ministero degli Esteri di Islamabad ha convocato il diplomatico indiano in Pakistan, T.C.A. Raghavan, per protestare contro "l'aggressione", mentre il capo di Stato Maggiore delle Forze Armate, Raheel Sharif, ha parlato di un attacco "vile". Preoccupazione è arrivata dal premier pakistano Nawaz Sharif.

Immagini trasmesse dalle tv pakistane mostrano varie case distrutte da colpi di mortaio e muri colpiti da proiettili. I media pakistani hanno anche documentato la fuga di centinaia di persone.

India e Pakistan hanno annullato la scorsa settimana un incontro previsto tra i responsabili della Sicurezza Nazionale. Resta confermato per ora, invece, il vertice previsto a Nuova Delhi dal 9 al 13 settembre tra i capi dei Ranger e delle guardie di frontiera indiane.

I due Paesi - che dal 1947 hanno combattuto tre guerre, due delle quali per l'annessione del Kashmir - si scambiano regolarmente accuse di violazioni del cessate il fuoco concordato nel 2003 per contenere le tensioni legate all'annosa disputa per la regione himalayana. Oggi l'India ricorda i 50 anni dalla guerra del 1965.