時事イタリア語

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トルコによるロシア機の撃墜、どちらが正しく、どちらが間違っているか

 


 トルコによるロシア機撃墜について、イタリアの国防関係の雑誌の編集長であるピエトロ・バッキ氏に質問した。


[問]トルコがロシア機を撃墜しましたが、どちらが正しく、どちらが間違っているのでしょうか。
[答]国際政治では、「正しい」とか「間違っている」という概念は不適切です。それでも何かが間違っていたのはたしかです。ロシアのパイロット1名が死亡し、回収作業の際に別のロシア人が1名死亡しているわけですから。ですから双方がどのような間違いをしたのかを調べるのは必要なことでしょう。

[問]ロシアは何か間違いを犯したのでしょうか。
[答]ロシアは状況を軽く見過ぎました。Su-24のような戦術爆撃機を、護衛の戦闘機なしで、トルコの領空を「かすめる」ために送り出すべきではありませんでした。トルコはすでに何度もロシアに警告しており、これまでにトルコの戦闘機F-16がロシアのSu-30SMに射撃レーダーを照射していたという事実があることを考えると、これは許しがたい軽率さです。Su-30が護衛していたならば、トルコのF-16はおそらくSe-24を撃墜しなかったでしょう。ロシア政府は状況の深刻さを過小評価していました。

[問]トルコの反応は適切なものだったでしょうか。
[答]これまで再構成できたところでは、Su-24がトルコの領空を侵犯したのは数十秒間のことのようです。しかも領空の侵犯は地上レーダーだけが確認できたことで、F-16には確認できなかったはずです。このようなケースではトルコ側は領空侵犯した戦闘機とならんで飛行させ、シリアル番号を記録し、国際的な場でそうした事件を非難するというのが、通例のやりかたでしょう。今回のような状況で撃墜するのであれば、冷戦時代には、東側と西側の両方が、毎日、航空機を何機も撃墜していたはずです。

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Aereo russo abbattuto: chi ha ragione?

Pietro Batacchi (Rid): Mosca imprudente, da Ankara reazione spropositata
LAPRESSE

Un bombardiere russo Su-24

 
 
 Chi ha ragione e chi ha torto nella vicenda dell’aereo russo abbattuto dai turchi?
Ragione e torto non sono categorie della politica internazionale; comunque qualcosa è andato storto, visto che è morto un pilota (e un altro russo è stato ucciso nell’operazione di recupero del navigatore sopravvissuto), perciò ha senso chiedersi se e cosa abbiano sbagliato le due parti.
 
I russi hanno sbagliato qualcosa?
Secondo Pietro Batacchi, direttore della Rivista italiana difesa, «la Russia ha quanto meno preso la situazione alla leggera. Non si può mandare un bombardiere tattico come il Su-24 a “rasentare” lo spazio aereo turco senza caccia di scorta. Si tratta di un eccesso di sicurezza, imperdonabile se si pensa che più volte i turchi avevano avvertito i russi, che in altre occasioni avevano già violato lo spazio aereo di Ankara illuminando pure i caccia F-16 con i propri Su-30SM. In mancanza di un coordinamento c’era da aspettarsi una reazione di Ankara e probabilmente con i Su-30 in scorta gli F-16 turchi non avrebbero colpito il Su-24. In pratica Mosca ha sottovalutato l’avversario. Non è un caso che la Russia abbia annunciato il dispiegamento di batterie di missili terra-aria S-300 nella base di Jableh, Latakia, e che da ora in poi i propri bombardieri agiranno in Siria sempre con caccia di scorta».
 
La reazione turca è stata proporzionata?
«In base alle prime ricostruzioni, il Su-24 sarebbe entrato nello spazio aereo turco per pochi secondi e sarebbe stato avvertito solo dalle stazioni radar a terra e non dagli stessi F-16. In casi come questi, la prassi prevede l’accompagnamento al di fuori dello spazio aereo dell’intruso, l’acquisizione visuale dello stesso, per ottenerne i numeri di serie e denunciare eventualmente l’episodio in sede internazionale, o la sua illuminazione con il radar di controllo del tiro. Niente abbattimento, dunque, che del resto è previsto solo se l’intruso è un velivolo spia. Con i criteri di Erdogan, negli anni della Guerra Fredda sarebbero stati abbattuti aerei ogni giorno, da una parte e dall’altra».

トルコ、ロシアの戦闘機を領空侵犯で撃墜

  ロシアの戦闘機Su-24が、トルコの領空を侵害したとして、今朝の9時24分頃に、シリア国境近くで、トルコの2機の戦闘機F-16によって撃墜された。冷戦が終わってからというもの、NATOの加盟国がロシアの航空機を撃墜したのはこれが初めてであり、すでに困難なものとなっているシリア危機の解決をさらに複雑なものとしている。
 撃墜された戦闘機の2名のパイロットについてはまだ謎が残っている。この2名のパイロットは、戦闘機が攻撃される前にパラシュートで離脱した。ロシア政府によると、1名は落下中に死亡したが、もう1名については明確な情報がない。
 ロシアのプーチン大統領は、「テロリズムの共犯者から、背中を刺されたようなものだ。このような犯罪を許すことはできない。悲劇的な影響が生じるだろう」と激しく非難している。ロシアのラブロフ外相は、明日に予定されていたトルコ訪問を取り止め、ロシア国民にもトルコの訪問を差し控えるように要請している。
 一方でトルコのほうも後には退かない。ダウトオール首相は、「わが国の国境の侵害にたいしては、あらゆる種類の措置を講じるつもりである」と語っている。エルドアン大統領も、領空の防衛権を主張しており、これについてはアメリカ合衆国オバマ大統領から直接の支援が与えられた。
 本日の午後に開催された北大西洋条約機構の会議の後に、NATOイェンス・ストルテンベルグ事務総長は、「落ち着き」と「エスカレーションの防止」を訴え、「将来においてこのような出来事が発生するのを防止するメカニズムを強化する」必要性を強調した。オバマ大統領はトルコを擁護した。フランスのオランド大統領を迎えた会談のおりに、「トルコは自国の領土を防衛する権利がある」と主張した。しかし国際的な「反イスラム国同盟」に大統領の特使として派遣されているスティーブ・ウォーレン氏は、事態の沈静化を目指して、これは「ロシアとトルコ政府の間の問題である」と指摘し、シリアとイラクで行われているイスラム国への攻撃作戦は平常どおり遂行されると保証した。

 トルコ軍のレーダー網によると、ロシアの戦闘機は国境近くを高度6000 mで飛行している際に、ハタアの南東部の州で国境を侵害した。トルコの戦闘機F-16は、5分の間に10回にわたって進路変更を求める警告を行ったが、返答がなかったために、「攻撃についての規則を遵守しながら」射撃したという。
 しかしロシア側は激しくこれを否定している。ロシア政府は、この戦闘機はトルコにとって脅威となるものではなく、トルコ国境から1 kmも離れたシリア国内で撃墜されたという。墜落したのは国境から3 km離れたラタキア地区のヤマディ村であり、この村では数日前からロシア軍とアサト政府軍が攻撃を仕掛けていたという。ロシア政府によると、シリア国境を侵犯したのはトルコ軍だという。ロシア政府は現在は軍事的な行為にでることは示唆していないが、「不可欠な帰結」について口にしており、軍事的な接触の中止もこれに含まれよう。
 戦闘機が攻撃される前に、2名のパイロットはパラシュートで離脱した。シリアの反体制派のグループは、着地する前に2名とも射殺したと主張しているが、ロシア政府は1名のパイロットの死亡を確認しているだけである。

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La Turchia abbatte un jet russo, è giallo sui piloti. Putin: “Pugnalata alla schiena, avrà conseguenze”

Ankara: violato lo spazio aereo. I militari si gettano con il paracadute prima dell’impatto. I ribelli siriani: «Li abbiamo uccisi». Ma la tv turca frena: «Sono vivi». Vertice urgente Onu. L’ira di Mosca: annullata la visita di Lavrov. Obama con Erdogan: ha il diritto di difendersi
 

L’aereo russo in fiamme mentre precipita

 

Un jet militare russo Su-24, accusato di aver violato lo spazio aereo di Ankara, è stato abbattuto intorno alle 9:24 di questa mattina (le 8:24 in Italia) da due caccia F-16 turchi al confine con la Siria. Per la prima volta dalla fine della Guerra Fredda, un membro della Nato abbatte un aereo militare di Mosca e apre un nuovo squarcio nella già difficile crisi siriana. resta avvolta nel mistero la sorte dei due piloti, paracadutatisi prima che il jet venisse colpito. Secondo Mosca, uno è stato ucciso mentre atterrava. Sull’altro, invece, non si hanno notizie certe. 

 

LA GUERRA DIPLOMATICA  

«È stata una pugnalata alle spalle da parte dei complici del terrorismo. Non possiamo tollerare un crimine del genere. Ci saranno conseguenze tragiche», tuona il presidente russo Vladimir Putin. Il ministro degli Esteri Serghiei Lavrov ha annullato la sua visita in Turchia, prevista domani, e haconsigliato ai suoi connazionali di fare altrettanto. Ma Ankara non è arretrata: «Prenderemo ogni genere di misura contro le violazioni dei nostri confini», ha detto il premier Ahmet Davutoglu. Un diritto di difesa ribadito anche dal presidente Recep Tayyip Erdogan, forte del sostegno giunto direttamente da Barack Obama. Uno scontro ai massimi livelli, con la convocazione delle rispettive rappresentanze diplomatiche, che ha coinvolto inevitabilmente anche la Nato

 

 
 

 

ANALISI / 1 - Il fantasma di una guerra tra Russia e Turchia (di M.Molinari)  

 

ANALISI / 2 Dal gas ai turkmeni: la partita a perdere di Erdogan (di M. Ottaviani)  

 

OBAMA IN CAMPO  

Al termine del Consiglio Atlantico convocato nel pomeriggio, il segretario Jens Stoltenberg ha invitato alla «calma» e alla «de-escalation», sottolineando la necessità di «rafforzare il meccanismo per evitare questi incidenti nel futuro». Barack Obama difende Ankara: «Ha il diritto di difendere il proprio territorio», ha commentato dalla Casa Bianca a margine dell’incontro con Hollande. Ma l’inviato del presidente Usa per la coalizione internazionale anti-Isis, Steve Warren, ha provato a gettare acqua sul fuoco definendo l’episodio «una questione tra i governi di Russia e Turchia» e assicurando che le operazioni contro il Califfato proseguiranno regolarmente in Siria e Iraq. 

 

LA DINAMICA DELLO SCONFINAMENTO  

Secondo le tracce radar diffuse dall’esercito turco, il jet russo ha sconfinato nella provincia sudorientale di Hatay mentre volava nei pressi del confine, a seimila metri d’altezza. Dopo 10 avvertimenti di cambiare rotta nell’arco di 5 minuti, rimasti senza risposta, gli F-16 turchi hanno sparato «rispettando le regole d’ingaggio». Una violazione dello spazio aereo confermata anche dalla Nato durata in tutto 17 secondi e compiuta anche da un secondo jet russo, poi allontanatosi. Ma Mosca ha negato con fermezza. L’aereo, ha sostenuto il Cremlino, non rappresentava una minaccia per la Turchia ed è stato abbattuto a un km dal confine, dentro il territorio siriano, precipitando poi ad altri tre km di distanza nei pressi del villaggio di Yamadi, nella zona di Latakia, dove da alcuni giorni è in corso un’offensiva russa e dell’esercito siriano di Bashar al Assad. Anzi, sarebbero stati i turchi a violare lo spazio aereo siriano. Il Cremlino ha escluso al momento minacce militari ma ha parlato di «conseguenze inevitabili», tra cui lo stop proprio ai contatti militari. 

 

 

 

(La traccia del volo del jet russo abbattuto oggi dalla Turchia rilasciata dai militari turchi alla Cnn)  

 

IL GIALLO SUI DUE PILOTI  

Prima che il jet venisse colpito, i due piloti sono riusciti a catapultarsi fuori con il paracadute. Gruppi di ribelli siriani hanno sostenuto di aver sparato a entrambi mentre stavano atterrando, ma Mosca ha confermato solo la morte di uno e fonti della sicurezza di Ankara hanno detto di aver aperto canali con le milizie locali, che potrebbero trattenere l’altro. Diversi elicotteri russi sono stati inviati nella zona per cercarli. Uno di questi è stato colpito dal fuoco da terra di ribelli anti-Assad, che ha ucciso un soldato a bordo. Lo scontro tra Ankara e Mosca arriva al culmine di settimane già molto tese alla frontiera turco-siriana. A inizio ottobre la Turchia aveva denunciato almeno due violazioni del suo spazio aereo da parte di jet russi. Pochi giorni dopo, per lo stesso motivo Ankara aveva abbattuto un drone di provenienza rimasta ignota.  

オバマ大統領、オランド大統領との会談で、イスラム国の打倒を新たに宣言

  アメリカ合衆国オバマ大統領はホワイトハウスにフランスのオランド大統領を迎えて会談を行った。パリの悲劇的なテロの後に、絶対的な連帯のもとで、「悪に屈することなく」、「力を合わせてイスラム国を打倒する」ための提携を強化することを宣言した。これは「世界」の同盟国にたいして、「野蛮なテロリストたち」と闘うためにさらに努力をするように求めるものでもあり、彼らは「われわれすべてにとっての脅威である」とオバマ大統領は強調した。ホワイトハウスはさらにこの活動を強化するために、ジョン・バイデン副大統領が、反イスラム国連合の60か国のうちの59か国の駐米大使を国務省に呼び寄せた。

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Patto Obama-Hollande: “Distruggeremo l’Isis

Il presidente francese alla Casa Bianca per una strategia comune dopo le stragi di Parigi
 

Il presidente francese Francois Hollande e il presidente Barack Obama

  
 

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha voluto a Washington, alla Casa Bianca, Francois Hollande per saldare e scandire, dopo i fatti di Parigi, quel patto necessario per «distruggere l’Isis, insieme», in solidarietà assoluta, «implacabili davanti al male». Ma che è anche un appello congiunto rivolto alla coalizione «globale» affinché faccia di più nel fronteggiare la sfida dei «terroristi barbari» che sono «una minaccia per tutti noi», ha ripetuto Obama. Ed è lo stesso appello che nelle ultime ore la Casa Bianca ha ulteriormente intensificato, mobilitando anche il vicepresidente Joe Biden che ha chiamato al dipartimento di Stato gli ambasciatori in Usa di 59 degli oltre 60 paesi membri della coalizione anti Isis e che venerdì vedrà a Roma il presidente del Consiglio Matteo Renzi. 

 

Così da Washington, Hollande e Obama, lanciano un messaggio di unità, nella consapevolezza tuttavia che le dichiarazioni di amicizia più salda che mai all’indomani degli attacchi a Parigi - «Nous sommes tous Francais» ha detto Obama in francese accanto all’alleato più antico - non bastano. «Bisogna agire, e subito», ha incalzato Hollande. E allora: «ampliare i bombardamenti contro l’Isis in Siria e Iraq» e chiudere con urgenza il confine tra Turchia e Siria, ha chiesto il presidente francese mentre, pur ricordando che attaccando Parigi i terroristi «hanno attaccato il mondo», ha ribadito che la Francia non interverrà militarmente sul campo in Siria. 

 

Obama gli ha garantito aiuto illimitato, ma non ci sono novità annunciate sulla strateglia degli Usa, che rimane immutata pur nella retorica rafforzata di un’America sì «resiliente», certo determinata a non soccombere e non farsi terrorizzare, ma ferma e tenace nella convinzione che la sua leadership è efficace se l’impegno e lo sforzo è comune. Così Obama parla ai partner Ue cui chiede di «fare di più» nello scambio di informazioni di intelligence per prevenire il flusso dei foreign fighter, dicendosi da parte sua «pronto a inviare un gruppo di esperti». E l’unità nella lotta è irrinunciabile, anche quando si torna a parlare del ruolo di Mosca: «Noi abbiamo messo insieme una coalizione globale, in quella della Russia sono solo in due: Iran e Russia a sostegno di Assad», nota, ripetendo che Mosca è benvenuta se la sua intenzione è combattere l’Isis, se sposta «il focus della sua attenzione» e si rende «partner costruttivo». 

 

I tentativi accennati dalla Francia di accorciare le distanze tra Mosca e Washington in nome della lotta al terrorismo oggi si scontrano anche contro la «complicazione» del jet militare russo abbattuto in Turchia. Obama è cauto, «aspettiamo di avere informazioni complete» dice pur riconoscendo che come gli altri paesi «la Turchia ha il diritto di difendere il proprio territorio e il proprio spazio aereo», l’invito è però ad evitare l’escalation. Così, arrivato a Washington con la promessa di sostegno del primo ministro Britannico David Cameron, riparte dalla capitale Usa con la garanzia di unità. Prossima tappa l’incontro a Parigi con la cancelliera tedesca Angela Merkel, poi quello, sempre a Parigi, con il premier Matteo Renzi e infine giovedì, a Mosca, il colloquio con Vladimir Putin, il passaggio più complicato.  

チュニスの中心部で自爆テロ。大統領警備隊の12名が死亡

 チュニジアは恐怖に包まれた。バルド美術館でのテロと、スースのビーチでのテロの後に、首都で大統領警備員たちを輸送していたバスが爆弾で破壊され、多くの被害者が出た。死者は12人以上、負傷者は17人以上である。アルジェリア政府は緊急事態を宣言した。
 この激しい爆破は、かつての専制的なベン・アリ大統領の宮殿の近くにあるチュニスのモハメド五世通りの中心部で、交通渋滞のさなかに行われた。バスは文字通り粉々になった。治安筋によると、バスの内部から爆破が起きたようであり、自爆テロによるものとみられる。
 多数の救急車が駆け付けたが、交通渋滞であり、雨も降っていて、救助は難航した。近くの多くの住人が、このような事態を信じられずに、現場に駆け付けた。目撃者によると、爆発音は市内のどの場所でも聞こえ、「破滅的な出来事」と感じられたという。

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Attentato terrorista a Tunisi, strage di militari

Il Paese ripiomba nel terrore dopo le stragi al Museo del Bardo e nel resort di Sousse. Almeno 12 morti tra le guardie presidenziali a bordo del bus saltato in aria nella capitale
 

Una foto del bus carbonizzato. Immagine postata su Twitter dall’utente @faroukology

 
 
 La Tunisia ripiomba nel terrore, dopo le stragi jihadiste al Museo del Bardo e nel resort turistico di Sousse: nella capitale una bomba ha distrutto un autobus che trasportava un gruppo di guardie presidenziali, provocando diverse vittime, almeno dodici, e diciassette feriti. Come prima riposta, le autorità hanno ripristinato lo stato d’emergenza. 

 

La forte esplosione si è verificata nelle ore di punta nella centrale Avenue Mohamed V di Tunisi, vicino all’ex sede del partito del deposto presidente Ben Ali. L’autobus è andato letteralmente in pezzi: una fonte della sicurezza ha parlato di una dinamica compatibile con un’esplosione dall’interno del bus, probabilmente a causa di una bomba a bordo o di un kamikaze che ha azionato una cintura esplosiva. 

 

Numerose ambulanze sono accorse nella zona - già intasata per il traffico e la pioggia - che è stata transennata. Tante persone che abitano negli edifici intorno sono accorse in strada, incredule per quanto successo. Testimoni hanno riferito di un’esplosione che si è sentita per tutta la città e di «spettacolo catastrofico». Palpabile il nervosismo delle forze dell’ordine, dispiegate a centinaia tra polizia e militari, che si sentono prese di mira in prima persona. 

 

 
 

 

Sul posto sono arrivati il primo ministro Habib Essid ed il ministro degli Interni Najem Gharsalli, che ha parlato subito di «attacco terroristico». Il presidente Beji Caid Essebsi in serata è apparso alla tv dichiarando la proclamazione dello stato di emergenza per 30 giorni e il coprifuoco a partire dalle 21 alle 5 del mattino. «Siamo in guerra con il terrorismo, ci attrezzeremo», ha promesso Essebsi, che per domani ha convocato una riunione del comitato sicurezza. 

 

Per la Tunisia il 2015 è stato un “annus horribilis”. A marzo un commando terrorista ha assaltato il museo nazionale del Bardo, nella capitale, uccidendo 24 persone, tra cui 21 turisti (4 italiani) e ferendone altre 45. A giugno, tre uomini armati sono sbarcati sulla spiaggia di un resort turistico a Sousse, massacrando 39 persone e ferendone altre 38. In entrambi i casi, è arrivata la rivendicazione dellIsis. E la Tunisia, dopo appena quattro anni dalla «rivoluzione dei gelsomini», che accese la miccia della primavera araba e provocò la fine della dittatura, è tornata a rivivere l’incubo terrorismo. Lo Stato nordafricano, che prima del Bardo era considerato l’unica oasi di sicurezza nell’area, oggi è considerato il principale esportatore di jihadisti: almeno tremila tunisini sarebbero andati a combattere per l’Isis in Siria e Iraq.  

フランス、空母からの初めての空爆を実行

  フランスはイスラム国への攻撃をさらに強めた。フランスの空母シャルル・ド・ゴールから飛び立った戦闘機ラファルとスーパー・エタンダールが初めて、イラクイスラム国の拠点を爆撃したのである。空母は4日前にトゥレーヌ港を出港して、東地中海に到着したばかりである。
 フランスの国防大臣は、空母からの初めての空爆は、「約7時間にわたって」行われ、イスラム国を攻撃しているイラクの地上部隊を支援する目的で実行されたと説明している。バクダッドから100 kmほど離れたラマディで、「空爆がテロリスト・グループを制圧した」という。とくに「モスルでは、イラクの軍隊を攻撃しているイスラム国の陣地を破壊した」という。

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La Francia lancia i primi raid da una portaerei sull’Isis in Iraq

La nave è arrivata oggi nel mar Mediterraneo orientale
 
 
 

Sale il livello dell’offensiva francese contro l’Isis. Le basi dello Stato islamico in Iraq sono state oggi bombardate per la prima volta dai caccia Rafale e Super-Etendard decollati dal ponte della portaerei Charles de Gaulle, salpata quattro giorni fa da Tolone e appena arrivata nel Mediterraneo orientale. 

 

Cameron, Obama, Merkel, Renzi e Putin: questi, in ordine cronologico, i leader che Francois Hollande - nell’altra sua offensiva, quella diplomatica per compattare la coalizione anti-Isis - sta incontrando. Oggi è toccato al premier britannico, che ha offerto alla coalizione l’appoggio della base militare di Cipro. 

 

Il ministero della Difesa ha parlato di due obiettivi distrutti durante questa prima operazione dalla portaerei, durate «circa sette ore» e condotta in appoggio alle forze irachene impegnate sul terreno contro l’organizzazione jihadista. A Ramadi, un centinaio di chilometri di distanza da Baghdad, «i raid hanno neutralizzato un gruppo di terroristi», fanno sapere con un comunicato le forze armate francesi. In particolare, «è stata distrutta a Mosul una postazione dell’artiglieria dellIsis che stava sparando contro le truppe irachene». 

 

Nelle intenzioni francesi, il dispiegamento della Charles de Gaulle triplicherà la capacità di colpire le postazioni di Daesh portando a 38 il numero di aerei impegnati nell’operazione `Chammal´ contro lo Stato islamico. «L’obiettivo - ha detto il ministro della Difesa, Jean-Yves Le Drian - è annientare l’Isis». Hollande aveva parlato in mattinata di volontà di «colpire duro» l’Isis e di mirare a «obiettivi che possano fare il massimo dei danni possibili a questo esercito terrorista». 

 

Parallelamente, il capo dell’Eliseo ha dato il via alla sua offensiva diplomatica. Con David Cameron, stamattina presto a Parigi, ha deposto una rosa sul luogo della strage del Bataclan, poi è passato alla riunione di lavoro centrata sulla guerra all’Isis. La prima della serie, che continuerà domani con un viaggio a Washington per parlare con Barack Obama, con una cena informale mercoledì con Angela Merkel, un incontro alle 8 di giovedì all’Eliseo con il presidente del Consiglio Matteo Renzi e con un viaggio a Mosca da Vladimir Putin nel pomeriggio della stessa giornata. 

 

Il primo ministro britannico David Cameron, ben convinto della necessità che Londra si unisca con la massima decisione alla coalizione anti-Isis ma in attesa del via libera del suo Parlamento, ha offerto a Hollande l’uso di una base aerea britannica a Cipro per le operazioni francesi contro l’Isis in Siria. In patria, Cameron non ha rinunciato ai tagli alle forze dell’ordine ma oggi ha annunciato che entro il 2025 Londra avrà due `brigate d’attacco´ da 5.000 uomini per rispondere a `svariate´ minacce, inclusa quella dellIsis, per una spesa prevista di 125 miliardi di sterline. 

 

Decisivo, per la coalizione che Hollande vuole mettere in piedi, sarà l’incontro di domani a Washington. Parigi martella l’Isis in Iraq dal settembre 2014 ma sul fronte siriano è attiva soltanto da settembre, un anno dopo l’inizio delle operazioni americane. Dopo il 13 novembre, gli Stati Uniti hanno appoggiato l’intervento francese, fornendo in particolare a Parigi le informazioni necessarie per il massiccio bombardamento di Raqqa, ma ora Parigi vuole un ulteriore salto di qualità, soprattutto dal punto di vista dell’impegno diretto degli Usa nei bombardamenti. Ieri, in visita a Kuala Lumpur, Obama ha promesso che il suo Paese andrà «fino in fondo» al compito che prevede la «distruzione» dello Stato islamico. 

 

Fonti di stampa arabe intanto riferiscono che la Russia ha già dispiegato truppe di terra in Siria, oltre ai già presenti «consiglieri» militari a sostegno della campagna aerea iniziata il 30 settembre scorso. In un articolo del giornale kuwaitiano Arrai - che non è stato confermato da altre fonti - si sostiene che le forze militari russe hanno fornito copertura ai tank T-90, con supporto aereo, che hanno attaccato diversi obiettivi strategici in mano alle forze ribelli a Idlib e Latakia. Nei giorni scorsi, la stampa libanese filo-iraniana scriveva che Mosca intende raddoppiare la sua presenza militare in Siria, «aumentando da quattro a ottomila le unità sul terreno». 

イギリスもイスラム国の爆撃に参加か。フランスにキプロスの基地の利用を提案

  イギリス空軍もまた、イスラム国への爆撃を開始するかもしれない。イギリスのキャメロン首相はフランスのオランド大統領とともに、パリでテロの舞台となったバラクラン劇場を訪れて、犠牲者を追悼した。キャメロン首相は今週にも議会から、イスラム国への空爆の参加の承認をえたいと考えている。「シリアでもイラクでも、行動する必要がある。イスラム国を妥当するために包括的な戦略を作成している。イギリスもこれに参加しなければならない。イスラム国をその砦から追い出すために行動しなければならない」とキャメロン首相は強調した。
 会談においてキャメロン首相は、イスラム国との闘いを強化するために、キプロスにあるイギリス軍の基地をフランス軍に利用させることを明らかにした。「わたしはイスラム国と闘うために、アクロティリのイギリス空軍基地を使用するように、オランド大統領に提案した」という。

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Hollande e Cameron insieme al Bataclan: “Insieme alla Francia contro il terrore”

Il premier britannico a Parigi: «Chiederò al Parlamento il via libera per unirci ai raid»
 
 

Potrebbe unirsi anche la Royal Air Force britannica nei bombardamenti contro l’Isis. Il premier David Cameron , che insieme a Hollande si è recato al Bataclan a Parigi per rendere omaggio alle vittime, ha detto che questa settimana cercherà di ottenere l’approvazione del Parlamento affinché il Paese partecipi ai raid. «Bisogna condurre un’azione sia in Siria che in Iraq - ha sottolineato - avendo una strategia complessiva per colpire l’Isis. Anche la Gran Bretagna deve farlo, dobbiamo fare di più per sconfiggere gli jihadisti nelle loro roccaforti». Cameron ha però ricordato che, sulla sua proposta, pende la decisione del Parlamento, che un mese fa lo aveva già “gelato”.  

 

COMMENTO L’Italia decida il suo ruolo sul campo (di Stefano Stefanini)  

 

HOLLANDE: FAREMO MALE ALL’ISIS  

Hollande, da parte sua, ha spiegato che Parigi intensificherà i suoi raid, scegliendo «gli obiettivi che facciano più danni possibili all’esercito terrorista dellIsis». Il presidente francese ha poi esortato Cameron a una decisione di campo: «Sull’intervento in Siria la Francia ha preso la sua decisione nello scorso mese di settembre. Ora sta alla Gran Bretagna di capire come può a sua volta impegnarsi».  

 

RETROSCENA “Truppe di terra russe in Siria avvistate dai satelliti” (di M.Molinari)  

 

BASE A CIPRO CONTRO L’ISIS  

Durante l’incontro il premier britannico ha annunciato di aver messo a disposizione della Francia una base militare britannica a Cipro per rafforzare la lotta contro l’Isis. «Ho offerto al presidente Hollande l’uso della base della Raf di Akrotiri agli aerei francesi impegnati nelle operazioni contro lo Stato Islamico ed ulteriore assistenza per il rifornimento in volo», ha detto Cameron.  

 

UNA NUOVA COALIZIONE?  

Davanti al parlamento riunito a Versailles, poi, François Hollande ha annunciato di voler lavorare alla nascita di una «coalizione unica» contro lo Stato Islamico, assieme a Mosca e Washington. Per questo il presidente francese si appresta a una intensa settimana di incontri diplomatici. Domani si recherà alla Casa Bianca, mercoledì ha in agenda una cena di lavoro informale a Parigi con Angela Merkel. Il giorno successivo proseguirà i suoi incontri con l’annunciato colloquio con il presidente russo Vladimir Putin a Mosca. Le relazioni tra Francia e Russia sono cambiate dopo gli attentati, sottolinea “Le Monde”. Hollande fa della lotta contro l’Isis la sua priorità in Siria e non l’allontanamento di Bashar al-Assad. Putin ha chiesto alle sue navi da guerra di entrare in contatto diretto con la portaerei Charles De Gaulle e di lavorare con i francesi «come con alleati».  

 

TRIPLICATA LA POTENZIALITA’ OPERATIVA CONTRO L’ISIS  

I primi caccia francesi sono decollati dalla portaerei Charles de Gaulle per avviare le loro operazioni anti-Isis in Siria e in Iraq. Dopo una lunga traversata da Tolone, nel sud della Francia, la Charles de Gaulle è arrivata nel Mediterraneo orientale. La nave ammiraglia della marina militare transalpina è appoggiata da altre unità navali. La sua presenza consentirà di triplicare le potenzialità operative contro l’Isis. Venerdì a Malta si svolgerà poi la riunione del Commonwealth dove Hollande sarà chiamato ad operare su un secondo fronte, quello della conferenza sul clima che si deve aprire il 30 novembre a Parigi. 

ダマスカスの国境なき医師団の病院にミサイル攻撃

 11月19日に、2機のミサイルがダマスカスのエルビンにある国境なき医師団の救急病院を攻撃した。この攻撃は、緊急手当てのために7人の患者が運び込まれたときに、行われたのである。このミサイル攻撃で3名が重傷を負った。その内の2名は医者で、一人は緊急手術が必要だっていう。
 国境なき医師団のブリース・ラ・ヴィーニュ理事は、「病院と医者がふたたび攻撃されたことに失望している。われわれは無差別爆撃で負傷した人々を救うために、手当てをしているところを攻撃されたのである」と語っている。 

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Colpito da missili un altro ospedale supportato da Medici Senza Frontiere a Damasco

Tra i feriti gravi anche due medici, uno dei quali ha avuto bisogno di un intervento chirurgico salvavita al torace
ANSA

L’ospedale di Kunduz in Afghanistan dopo il bombardamento del 3 ottobre

 
Due missili hanno colpito giovedì scorso l’ospedale di fortuna supportato da Medici senza Frontiere a Erbin, nella zona di Damasco, uccidendo due persone e ferendone altre sei. L’attacco è avvenuto proprio mentre sette persone con ferite di guerra stavano arrivando per un trattamento urgente. Lo rende noto l’organizzazione medico-umanitaria.  

 

Tra le persone gravemente ferite, ha precisato Msf, anche due medici, uno dei quali ha avuto bisogno di un intervento chirurgico salvavita al torace. 

 

«Siamo sconcertati perché, ancora una volta, è stata colpita una struttura sanitaria con il suo personale medico, mentre fornivano trattamenti salvavita a persone ferite da una campagna di bombardamenti indiscriminata» ha detto Brice de le Vingne, direttore delle operazioni di Msf.  

«Sentiamo il dolore e la disperazione di questi medici, costretti a lottare contro gli eventi che si abbattono così pesantemente su di loro. Giorno dopo giorno, medici e infermieri lavorano sotto assedio e sotto le bombe; hanno a disposizione attrezzature limitate e sono costretti a lavorare in edifici trasformati in ospedali di fortuna. Con due medici di talento gravemente feriti, il numero di medici disponibili per queste comunità che vivono sotto assedio e sotto una pioggia di bombe si è ulteriormente ridotto» denuncia de la Vingne. 

 

Nell’ambito del proprio programma di supporto alle strutture sanitarie siriane, Msf aveva recentemente fornito all’ospedale di Erbin un kit per l’anestesia, un kit di farmaci per la sala operatoria e un kit per il trattamento della diarrea. L’équipe di supporto di Msf cercherà di organizzare al più presto il rifornimento dei materiali danneggiati durante l’attacco missilistico o esauriti dopo il trattamento dei feriti. 

 

Msf gestisce sei strutture mediche nel nord della Siria e supporta direttamente più di 100 postazioni sanitarie e ospedali da campo in tutto il paese, con un’attenzione particolare alle aree assediate. Si tratta per lo più di strutture di fortuna, che non vedono la presenza di personale dell’organizzazione e alle quali Msf fornisce sia supporto materiale che formazione a distanza, per aiutare i medici siriani ad affrontare bisogni medici estremi. 

 

Non è la prima volta che gli ospedali di Medici Senza Frontiere vengono colpiti: a ottobre l’organizzazione aveva dovuto chiudere il suo ospedale a Kunduz City in Afghanistan, a seguito di un bombardamento «amico» che aveva reso la struttura inutilizzabile e ucciso 22 persone.  

 

Il 27 ottobre un altro bombardamento della coalizione guidata dall’Arabia Saudita nello Yemen settentrionale aveva distrutto il piccolo ospedale del distretto di Haydan, nella provincia di Saada.  

世界でもっとも女性の地位が低い国はイエメン。『2015年世界ジェンダー・マップ』から

  「世界経済フォーラム」はこのほど『2015年世界ジェンダー・マップ』を発表したが、男性と比較した女性の地位の高さでは北欧地域がトップに立ち、イスラーム諸国が最下位グループを占めた。女性の地位が最悪だったのはイエメンであり、エジプトが地位を大きく下げた。上位5位を占めたのは、アイスランドノルウェーフィンランド、スイス、アイルランドである。もっとも女性の地位が低かったのは、エジプト、マリ、レバノン、モロッコ、ヨルダン、イラン、チャド、シリア、パキスタン、イエメンなどである。
 最下位になったのはイエメンである。シリアと同じように内戦が大きな影響を与えている。イエメンでは、学齢期にある少女の80%が通学していないが、少年のうちで通学していないのは20%にすぎない。女性の54.7%が失業しているが、男性の失業率は12.4%である。
 しかし意外だったのはエジプトの地位が大幅に低下したことであり、全体の145か国のうちの134位になった。それにつづくのが、クウェート、アラブ首長国連合、カタールバーレーンチュニジアアルジェリア、トルコである。エジプトでは女性の失業率は24.2%であり(男性は9/9%)、通学していない女性の比率は76%(男性は24%)なのである。

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Yemen fanalino di coda sulla parità tra uomo e donna

In vetta alla classifica i Paesi nordici. Egitto sorpresa negativa
 

 

 

I Paesi nordici in cima alla classifica e quelli musulmani in fondo con Yemen fanalino di coda ed Egitto sorpresa negativa. È il rapporto del “World Economic Forum” sul “Global Gender Gap 2015”, la parità fra i sessi nel mondo, a fotografare la contrapposizione fra Nord e Sud del Pianeta. I primi cinque Paesi per pari opportunità fra uomini e donne sono Islanda, Norvegia, Finlandia, Svezia e Irlanda mentre gli ultimi dieci includono Egitto, Mali, Libano, Marocco, Giordania, Iran, Ciad, Siria, Pakistan e Yemen. 

 

Il fanalino di coda è lo Yemen, in preda alla guerra civile come la Siria, in ragione di alcune realtà descritte dai numeri: l’80 per cento delle bambine in età scolare non frequenta le classi - a fronte del 20 per cento dei maschi - e il 54,7 per cento delle donne è disoccupata, rispetto al 12,4 dei maschi. Ma la vera sorpresa negativa è l’Egitto perché la disoccupazione femminile è al 24,2 per cento (9,9 quella degli uomini) e l’assenza dalla scuola delle femmine è al 76 per cento (24 per i maschi). Si tratta di un arretramento della posizione dell’Egitto rispetto alla stessa classifica del 2014, in ragione del peggioramento del ruolo della donne nella vita pubblica come nella partecipazione all’economia e all’educazione. L’Egitto è precipitato al 134° posto - su un totale di 145 - con prima di lui Kuwait, Emirati Arabi, Qatar, Bahrain, Tunisia, Algeria e Turchia. 

シリアとイラクを民族ごとに4分割して、4国家に再編成する案が浮上

 シリア危機を解決するための解決策は、シリアとイラクを再編成して、民族ごとに4分割することではないかという議論が提起されている。既存の国境を変更するという案はこれまではタブーとされてきたが、現在では他に手段がないのではないかという声がでている。
 2014年7月まで、アフガニスタンパキスタンオバマ大統領の特別使節をつとめていたジェームズ・ドビンズ氏は、シリア危機を解決するために、1945年のドイツ方式を採用すべきではないかと考えている。シリアを、北部のクルド人国家、中央部のスンニ派の国家、沿岸部のアラウィー派の国家、そして現在イスラム国が占領している地域を国際管理の国家にするというのである。「ドイツは44年間分割されていた。シリアでも同じ方式を採用してならない理由はあるだろうか」という。これによって、現在のシリアとイラクは、四つの民族グループごとに、四つの国家に再編成されることになろう。シーア派の国家、スンニ派の国家、クルド人の国家、アラウィー派の国家である。

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Salta il tabù dei confini intangibili: “Dividere Siria e Iraq in Stati etnici”

Diplomatici e analisti studiano quello che fino a poco tempo fa sembrava impensabile: un nuovo equilibrio in Medio Oriente che superi l’assetto attuale. Modello Bosnia o ancora più spinto?
REUTERS

La guerra ha già cambiato gli equilibri etnici con milioni di persone costrette a fuggire

 

Il tabù dei negoziati di Vienna è l’intoccabilità dei confini del Medio Oriente ma diplomatici, militari, leader religiosi e analisti di più nazioni sono protagonisti di un vivace confronto attorno all’ipotesi di sostituire Siria e Iraq con Stati etnici. 

 

LO SCHEMA TEDESCO  

James Dobbins, inviato speciale di Barack Obama in Afghanistan e Pakistan fino al luglio 2014, sostiene che «i negoziati di Vienna devono puntare al cessate il fuoco in tempi stretti per dare modo alla diplomazia di lavorare su una soluzione per la Siria sul modella della Germania 1945» ovvero suddividendola in quattro Stati: curdo nel Nord, sunnita nel Centro, alawita sulla costa e quindi un’«area internazionale» dove ora si trovano i territori occupati da Isis. Insomma, Raqqa come Berlino. «La Germania è rimasta divisa per 44 anni, perché non immaginare una soluzione simile per la Siria?» si chiede l’ex stretto collaboratore di John Kerry. Lo «schema tedesco» che suggerisce è a base etnica, coincidendo con gli scritti di Eric Kaufmann, docente di nazionalismo al Birkbeck College di Londra, su «cantoni in Iraq e Siria autonomi all’interno di federazioni» oppure indipendenti. 

 

UN NUOVO DAYTON  

La necessità di partire dalle etnie per restituire stabilità alla regione viene anche dal Gruppo di ricerche e studi su Mediterraneo e Medio Oriente di Lione che, in settembre, ha pubblicato un documento redatto da Fabrice Balanche per richiamarsi agli accordi di Dayton grazie a cui nel 1995 si pose fine alla guerra di Bosnia definendo i confini del nuovo Stato sulla base della suddivisione dei territori serbi e bosniaci. «La divisione etnica c’è già in Siria - si legge nel rapporto - bisogna solo riconoscerla». 

 

LA MAPPA DEI RAID  

La Russia difende a spada tratta l’integrità territoriale della Siria ma osservando la mappa dei raid aerei condotti ci si accorge che coincidono con le regioni dell’Ovest dove potrebbe sorgere lo Stato alawita: la costa attorno a Tartus e Latakia, le aree limitrofe nelle province di Idlib, Hama e Homs, e Damasco. 

 

IL GENERALE E L’AYATOLLAH  

In agosto Raymond Odierno ha lasciato la divisa dopo 40 anni di servizio nelle forze armate Usa, che ha concluso come capo di Stato maggiore dell’Esercito dopo aver guidato le operazioni in Iraq. Prima di andare in pensione ha lasciato in eredità al Pentagono una sorta di testamento politico: «La priorità è combattere Isis ma sul conflitto sunniti-sciiti sono pessimista e in assenza di una riconciliazione andremo verso un futuro nel quale l’Iraq non sarà più quello di oggi» e la «spartizione su base etnica potrebbe diventare una soluzione». Il governo di Baghdad ha condannato aspramente le parole di Odierno ma poche settimane dopo il solitamente taciturno Grande Ayatollah sciita dell’Iraq, Ali Sistani, ha detto qualcosa di molto simile: «Senza riforme veloci e importanti saremo tutti trascinati verso la spartizione del Paese, che Allah non voglia». 

 

QUATTRO STATI  

Yoav Limor, veterano degli analisti militari israeliani, trae da tali premesse la conclusione che «per ridare stabilità al Medio Oriente bisogna passare dagli Stati geografici creati dagli accordi di Sykes-Picot nel 1916 a quelli etnici» e dunque «dopo la sconfitta dello Stato Islamico da parte della comunità nazionale» potranno nascere al posto degli attuali Siria e Iraq quattro diverse nazioni: sciita, sunnita, curda e alawita sui territori dove queste etnie costituiscono la maggioranza degli abitanti. 

オバマ大統領、イスラム国との戦争に新たな決意表明

  アメリカ合衆国オバマ大統領は、マレーシアのクアラルンプールで開かれた記者会見において、「テロリストたちは戦場でわれわれを打ち負かすことができないことが分かったために、われわれに恐怖心を抱かせようとしている。しかし彼らはそれに成功することはないだろう」と語った。「われわれは恐怖心を抱くことはないだろう。宗教によって人を差別することはないだろう。われわれは彼らのイデオロギーに反駁しなければならない。われわれはある宗教を非難して戦争をしているわけではない。アメリカはいかなる偏見にも、いかなる差別にも反対する。われわれはイスラム国と闘っており、彼らを破壊するだろう」。
 「われわれは、彼らが奪った領土を取り戻すだろう。彼らの資金源を枯渇させるだろう。彼らのネットワークを破壊するだろう。彼らの指導者を殺害するだろう。そして最後には彼らを破壊するだろう。われわれはそのためにすべてのことをするだろう。わが国は同盟諸国を指導しつづけるだろう。わが国は、フランスやその他の同盟国との協力を強化しつつある。われわれはすべての人民の尊厳と、すべての人の尊厳を守るだろう。誰もが平和に、調和して、安全に生きることを望んでいるわれわれの世界には、イスラム国のようなイデオロギーが存続する場はない」。
 シリア情勢については、オバマ大統領はトルコでプーチン大統領と会談した際のことを想起しながら、プーチン大統領に呼び掛けた。「プーチン大統領は、ロシアの市民を殺害した人々とは、戦う必要があることを認めるべきである。現在、何が優先されるべきかを考えるべきだ。5年前にわたしが指摘したように、アサド政権の問題はたんに、アサド大統領がシリアの国民をどのように扱うべきかという問題であるだけではなく、人権の問題であるだけでもない。実際的な観点からみて、国民の大部分が望んでいないのに、アサド大統領が正統な大統領としての地位を維持しつづけることなど、考えられないことが問題なのだ。アサド大統領が大統領の地位についているかぎり、シリアの内戦は終わらないだろう」。問題なのは、新たな政権の権利を承認することができ、内戦を終わらせることのできる政治的な過渡プロセスの計画を始めることができるかどうかということであるという。

 

Obama: “Distruggeremo l’Isis, non c’è posto per la loro ideologia”

Il presidente Usa invita la Russia ad adattare la strategia a quella della coalizione: «La guerra civile non si fermerà se Assad rimane lì dov’è»
AFP

Il presidente Barack Obama durante la conferenza stampa

 

«Visto che non riescono a combatterci sul campo, i terroristi cercano di instillare il terrore ma non riusciranno». Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, parlando in conferenza stampa a Kuala Lumpur, in Malesia. «Non inizieremo ad avere paura, non inizieremo a discriminare per la religione - ha ribadito -. Dobbiamo rifiutare la loro ideologia, non siamo in guerra contro una religione, l’America non lo è ed è contraria a qualsiasi pregiudizio e qualsiasi discriminazione. Noi siamo contrari all’Isis e lo distruggeremo».  

 

 
 

 

«TUTTI FAREMO LA NOSTRA PARTE»  

«Strapperemo la terra che hanno rubato, taglieremo i loro mezzi di finanziamento, strapperemo le loro reti, decapiteremo i loro vertici e alla fine li distruggeremo - ha detto ancora Obama - Tutti faremo la nostra parte. Noi continueremo a guidare la coalizione, stiamo rafforzando collaborazione con la Francia e altri partner. Difenderemo la dignità di tutti i popoli, di tutte le persone. In questo senso riusciremo a sconfiggerli. Non c’è posto per un’ideologia come l’Isis all’interno del nostro mondo - ha concluso Obama - che vuole vivere in pace, in armonia e in sicurezza».  

 

L’ALLONTANAMENTO DI ASSAD È INEVITABILE  

Parlando della situazione siriana, il presidente Usa ricorda l’incontro con Putin in Turchia e gli lancia un invito: «Il presidente Putin deve riconoscere che deve combattere chi ha ucciso i loro cittadini russi. Devono adattare le loro priorità al momento. Come ho già detto 5 anni fa, la questione con Assad non è solo come tratta la sua gente, non è solo questione di diritti umani, dal punto di vista più pratico non è concepibile che Assad possa riguadagnare legittimità in un Paese in cui la maggior parte della popolazione non lo vuole. La guerra civile non si fermerà se Assad rimane lì dov’è». Si tratta, ha spiegato il presidente, «di vedere se possiamo instaurare progetto di transizione politica che possa riconoscere diritto di nuovo governo e portare al cessare il fuoco».  

 

La Russia, ha ribadito Obama, «non si è impegnata formalmente per una transizione che possa portare uscita di scena Assad. Vedremo nelel prossime settimane se c’è un punto di incontro. Vogliamo tutti che esista lo Stato siriano, abbiamo visto cosa è successo in Libano: dobbiamo portare avanti una transizione politica e sarà difficile non facile ma è su questo che dobbiamo lavorare». Il leader Usa ha poi ribadito: «Anche se cinicamente dovessi dire che la priorità è l’Isis e non mi interessassi ad Assad, gli Usa non potrebbero continuare le loro attività in Siria con Assad, quindi è una questione pratica e gran parte dei Paesi della nostra coalizione, compreso Hollande, sono con me».  

 

 

イスラム国に資金を提供しているのは誰だろうか

  イスラム国に資金を提供しているのは誰だろうか。トルコのエルドアン大統領は、シリアのアサド政権を責め、ロシアのプーチン大統領はトルコ、カタールサウジアラビア資金を提供していると非難している。イランはイスラエル資金を提供していると非難し、イスラエルはイランが資金を提供していると非難している。

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Chi è davvero al fianco di Isis? Ecco tutte le accuse incrociate

Per Erdogan sarebbe lo stesso Assad a finanziare gli jihadisti. Mosca chiama in causa turchi e sauditi. E Israele incolpa l’Iran
 

 

 

Erdogan accusa Assad, Putin chiama in causa Turchia, Qatar e Arabia Saudita, l’Iran punta l’indice su Israele e viceversa, nelle sedi diplomatiche di Istanbul e nei ristoranti di Amman non si parla di altro: chi sono i fiancheggiatori segreti dello Stato Islamico (Isis)? È una discussione disseminata di indiscrezioni e sospetti che dà il polso dell’atmosfera in Medio Oriente. 

 

Il greggio di Assad  

Il presidente turco Erdogan, intervenendo al summit sull’Energia a Istanbul, ha accusato Bashar al Assad di «acquistare sottobanco petrolio venduto da Isis, pagandolo a peso d’oro». Ciò significa che «Assad sfrutta il terrorismo per rimanere in piedi» sotto due aspetti: ottenere il greggio che manca al regime e rafforzare un nemico contro il quale sta costruendo una sua nuova legittimità politica. «Isis è sostenuto da Assad», assicura Erdogan. 

 

 

 

 

I finanziatori privati  

L’affondo di Erdogan è arrivato pochi giorni dopo la chiusura del G20, che ha visto il presidente russo Vladimir Putin autore di un colpo di teatro, consegnando ai leader presenti una lista di finanziatori privati di Isis: si tratta di cittadini di 40 Paesi, ma spiccano in particolare i turchi, sauditi e qatarini. Sono individui che il Dipartimento del Tesoro Usa segue sin dal 2013, quando al-Baghdadi iniziò a ricevere donazioni - attraverso il Kuwait - in precedenza destinate ad altri gruppi sunniti in Siria e Iraq. 

 

Sospetti a Istanbul  

Fra i diplomatici europei accreditati a Istanbul e Ankara circolano con insistenza sospetti su presunte complicità fra il governo turco e Isis. La tesi prevalente è che Ankara ha consentito a Isis di rafforzarsi al fine di rovesciare il regime di Assad. La prova, indicata da più voci, sarebbe l’«autostrada della Jihad» fra il Sud della Turchia e il Nord della Siria che vede passare non solo i foreign fighters, ma anche i commerci illeciti che alimentano le finanze di Isis

 

Ospedali nella Galilea  

La tv libanese Al Manar, espressione di Hezbollah, accusa Israele di curare nei propri ospedali in Galilea un «grande numero di takfiri», ovvero jihadisti sunniti. Si tratterebbe di miliziani islamici, feriti in combattimenti, che attraversano la frontiera del Golan, vengono raccolti da Israele, curati e rimandati indietro. Israele nega tali accuse, affermando che sono civili feriti gravi - circa 1200 finora - curati «per ragioni umanitarie». Hossein Shariatmadari, direttore di «Kayhan», vicino ai conservatori di Teheran, definisce Isis «uno strumento di Usa e Israele nel complotto occidentale contro Assad». 

 

 

 
 

 

 

Raid iraniani  

Negli ambienti militari israeliani è diffuso il sospetto che dietro le «false accuse» di Hezbollah ci sia in realtà una complicità di fatto fra Teheran e Isis. La dimostrazione verrebbe dai movimenti iraniani in Iraq: l’offensiva massiccia contro Isis nella provincia di Dyala ha avuto successo grazie al sostegno dei raid aerei di Teheran, ma dopo essere riusciti ad allontanare i jihadisti dalla propria frontiera sono stati sospesi, allentando la pressione militare. Lasciando supporre di voler usare Isis con più obiettivi: spaccare il fronte sunnita, guidato dalla rivale Arabia Saudita, e spingere Washington ad allearsi proprio con Teheran per combattere i jihadisti in Siria. 

 

L’origine delle armi  

Il Centro di ricerche sugli armamenti nei conflitti, di base a Londra, afferma in un rapporto che le armi in possesso di Isis sono prodotte in Cina, Russia, Stati Uniti, Sudan e Iran. Includono almeno 656,4 milioni di equipaggiamento militare che gli Stati Uniti avevano lasciato all’Iraq e Isis ha catturato nelle basi militari così come ingenti forniture russe trovate nelle installazioni del regime di Assad. 

 

パレスチナで続くナイフ襲撃。三人のパレスチナ人が死亡

  ヨルダン川西岸で新たな襲撃が起き、3人のパレスチナ人が死亡した。まず2件の襲撃で、2人のパレスチナ人イスラエル人を攻撃し、自衛したイスラエル人によって殺害された。第一の襲撃は、パレスチナ人の少女が、ヨルダン川西岸のナブラス郊外のハワラにあるイスラエル軍の基地の近くで、短刀を振りかざしてイスラエル人を襲ったものである。身に危険を感じたこのイスラエル市民は自分の自動車で少女を轢こうとして、その後にイスラエル軍の兵士が発砲した。パレスチナ政府の厚生省によると、少女は16歳だった。
 また同じくヨルダン川西岸カフール・ウドゥミンの交差点で、タクシーの運転者が歩行者たちを自動車で轢こうとしたが失敗に終わり、短刀を引き抜いた。市民が発砲して、この男を殺害したと警察は発表している。
 イスラエル警察は本日、イスラエル南部の都市であるキリヤット・ガットのスタジアムの入り口近くで4名の人々をナイフで傷つけたパレスチナ人を逮捕した。このパレスチナ人は18歳の少年で、襲撃現場からそれほど遠くない場所にある住宅の庭で昨晩逮捕されたものである。負傷したイスラエル人は、2名の男性、1名の女性、13歳の少年である。負傷の程度は中程度から重傷である。目撃者によると、襲撃者は襲撃の際に「アラー・アクバル」と叫んでいたという。警察によると、襲撃者を捜索している際に、群衆が間違ってベドウィン族のある人物を負傷されたという。
 さらに21歳のイスラエル人の若者が、エルサレル南部のガシュ・エツィオンの入植地で、ナイフで刺されて殺された。近くのクフィール旅団の兵士が、襲撃したパレスチナ人を殺害した。この襲撃は、3週間前に2名のパレスチナ人の襲撃者が殺害された場所の近くで行われた。

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Nuovi attacchi con i coltelli in Cisgiordania: uccisi tre palestinesi

Morta la ragazza israeliana accoltellata a Gush Etzion
AFP

Vicino alla base dell’esercito israeliano di Hawara una donna ha tentato di accoltellare un colono israeliano

  

Due palestinesi sono stati uccisi da altrettanti civili israeliani, per legittima difesa, in due diversi episodi. Nel primo una ragazza aveva tentato di accoltellare un colono israeliano vicino alla base dell’esercito israeliano di Hawara, fuori Nablus, in Cisgiordania. Il civile, che si sarebbe reso conto dell’imminente pericolo, ha quindi investito con la sua auto la palestinese, colpita successivamente anche dagli spari dei soldati. Secondo il ministero palestinese della sanità la giovane aveva 16 anni. Ancora in Cisgiordania, a un crocevia di Kfar Adumin, un tassista ha cercato di investire un gruppo di pedoni. «Ha fallito, ma è sceso dall’auto e ha tirato fuori un coltello. Un civile gli ha sparato e lo ha ucciso», ha riferito la polizia.  

 

La polizia israeliana oggi ha catturato l’aggressore palestinese che ieri ha ferito a coltellate quattro persone vicino all’ingresso dello stadio di Kiryat Gat, una cittadina del sud di Israele.  

 

Si tratta di un ragazzo di 18 anni preso la notte scorsa nel giardino di una casa non lontana dal luogo dell’aggressione. Le persone ferite sono due uomini, una donna e una ragazzina di 13 anni e le loro condizioni vanno da medie a gravi. Secondo un testimone, citato da Haaretz, l’uomo che li ha aggrediti durante l’agguato ha strillato «Allah Akbar». La polizia ha aggiunto che durante le ricerche dell’assalitore, la folla ha aggredito un beduino scambiato erroneamente per l’aggressore.  

 

Una giovane israeliana di 21 anni è stata uccisa a coltellate nell’area delle colonie di Gush Etzion, a sud di Gerusalemme. L’assalitore è stato ucciso dai militari della brigata Kfir, accorsi sul posto. L’attacco è avvenuto nella stessa stazione per autostoppiti in cui tre settimane fa erano stati uccisi due terroristi. Quello di Gush Etzion è stato il terzo attacco contro israeliani nella giornata di domenica. 

クリミアで大規模な停電、緊急事態宣言を発令。極右の攻撃か

  クリミアでは大規模な停電が発生し、緊急事態宣言が発令されている。この停電は、3か所の高圧の鉄塔が爆破されたために発生したものであり、地元の当局では病院や重要な公共設備を発電機と予備電力を供給しようとしている。地元のエネルギー省は、この状況に対処するために緊急センターを設置した。
 クリミアは2014年の3月に、国際界では正当な手続きと認められていない国民投票でロシアに併合されたが、ウクライナ政府はこれをまったく承認していない。今回の襲撃は、極右のプラヴィー・セクトル(右セクター)によるものとみられている。

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La Crimea al buio, dichiarato lo stato di emergenza

Fatti saltare due tralicci dell’alta tensione, sospetti sugli estremisti di destra ucraini
 
 

È stato dichiarato lo stato di emergenza in Crimea, al buio dopo che qualcuno ha fatto saltare in aria due tralicci dell’alta tensione. Le autorità della regione hanno cercato di collegare ospedali e strutture vitali ai generatori e alle riserve di elettricità. Il ministero dell’energia regionale ha creato un centro di emergenza per affrontare la situazione. 

 

 
 

 

Si sospetta un’azione degli estremisti di destra ucraini di Pravy Sector. La Crimea, fu annessa nel marzo 2014 alla Russia dopo un referendum giudicato irregolare dalla comunità internazionale e il cui esito non è mai stato accettato da Kiev.  

 

Le autorità della Crimea, annessa da Mosca l’anno scorso, hanno cercato di collegare ospedali e strutture vitali ai generatori e alle riserve di elettricità. Il ministero dell’energia regionale ha creato un centro di emergenza per affrontare la situazione 

イスラム国、新たなビデオでフランスを脅迫。ヨーロッパでの攻撃に戦略を転換か


 イスラム国が発表した新たなビデオでは、パリのエッフェル塔セーヌ川に向けて倒壊している映像が映しだされた。この映像は、ハリウッド映画のある場面から取ったものであり、フランスとオランド大統領に向けた新たな脅迫である。このビデオではフランスがイスラームにたいする犯罪を犯していること、シリアとイラクイスラム国への攻撃を始めたことを非難している。イスラム国はこのほど、数分間の長さのビデオを2本発表し、アラビア語とフランス語で語り、「お前たちフランス人は、われわれの闘いの殉教者として死ぬだろう。911事件のときよりもさらに多数が」と脅迫している。
 一つのビデオは「パリは崩壊した」というタイトルで、フランスのテレビのニュースの場面で始まる。オランド大統領が「イスラム国との戦争」の開始を宣言した場面が映し出される。次にフランスがイスラム国のシリアの「首都」であるラッカを爆撃している場面が映される。さらにスティーヴン・ソマーズ監督の2009年の作品「G.I.ジョー コブラの誕生」で、エッフェル塔セーヌ川の上に倒壊する場面が映しだされる。
 それからジハードの兵士の服装をした人物がアラビア語で、「ヨーロッパの人々よ。イスラム国がお前たちと戦争を始めたわけではない。メディアや政府はそう信じさせたがっているが、実際にはお前たちが戦争を始めたのだ。お前たちの息子たちは戦場に送られ、その代価をお前たちは支払うことになるだろう。息子たちは、身体障害者となって、手足を切断され、精神を病んで帰国することになるだろう」と語られる。さらにビデオでは「お前たちは、国境を越えて旅行するたびに恐怖に襲われるという代価を支払うことになるだろう。旅行しながら、イスラーム教徒を恐れて、周囲を見回すようになるだろう。自宅にいてさえ、安全とは感じられなくなるだろう」と警告する。
 第二のビデオは「フランスを爆破せよ」というタイトルで、別の兵士がフランス語で、破壊された建物を背景として語りかける。この兵士はフランスの哲学者ミシェル・オンフレーの言葉を借りて、「ムスリムを攻撃するのを止めよ」と語るのである。
 このビデオは何を意味しているのだろうか。このビデオからは、イスラム国が戦略を変更したのではないかということが懸念される。イギリスの日刊紙デイリー・メールは、イギリス警察が傍受したメッセージに基づいて、イスラム国が外国で調達した兵士たちに、シリアにやってくるのをやめて、ヨーロッパで攻撃を加えるために自国に待機するように呼び掛けていると報道している。こうしたメッセージは確認をとることが困難であるが、兵士たちに何時、どこを攻撃するべきか、インターネットのイスラム国のサイトで指示を受け取るように求めているのである。

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Nuove minacce Isis: “La Torre Eiffel crollerà”

Due video del Califfato, questa volta in lingua francese. Nel mirino Parigi e Hollande
 

Un fermo immagine del nuovo video dellIsis

 
 
 

La Torre Eiffel di Parigi che crolla sulla Senna: le immagini tratte da un film di Hollywood sono usate dall’organizzazione dall’Isis per lanciare nuove minacce alla Francia e al presidente Francois Hollande, accusati di aver commesso crimini contro i musulmani e di aver per primi attaccato il Califfato in Iraq e Siria. In due filmati diffusi nelle ultime ore e della durata di alcuni minuti, i jihadisti recitano i loro strali in arabo e in francese: «Voi francesi morirete come i nostri martiri sarà peggio dell’11 settembre».  

 

 
 

 

LA «CITAZIONE» HOLLYWOODIANA  

Uno dei due video, dal titolo «Parigi crolla» si apre con immagini dei telegiornali francesi e con quelle del presidente Hollande che annuncia l’inizio della «guerra contro l’Isis». Poi passano immagini dei bombardamenti francesi su Raqqa, la “capitale” dello Stato islamico in Siria. Il centro del video sono frammenti della pellicola americana del 2009 «La nascita dei Cobra» di Stephen Sommers, nel quale si vede la Torre Eiffel crollare su uno dei ponti della Senna. Scorrono altre immagini e la voce in arabo di un jihadista: «Europei, lo Stato islamico non ha iniziato una guerra contro di voi, come i media e i vostri governi vogliono farvi credere. Siete voi che avete cominciato. E pagherete il prezzo quando i vostri figli saranno mandati a farci la guerra. Torneranno handicappati, mutilati, con problemi mentali». Il jihadista prosegue: «Pagherete il prezzo quando avrete paura di viaggiare da un Paese all’altro. Quando passeggiando vi guarderete a destra e sinistra temendo i musulmani. Quando non vi sentirete sicuri nemmeno nelle vostre case». Il secondo filmato, intitolato «Fate esplodere la Francia», mostra un altro miliziano che parla in francese con alle spalle un edificio distrutto. Il video ha il logo della «provincia di Aleppo», nel nord della Siria. Il jihadista francofono cita il filosofo Michel Onfray che ha chiesto di «cessare i raid contro i musulmani».  

 

IL CAMBIO DI STRATEGIA DEL CALIFFO  

Che significano questi video? Il timore è quello di un cambio di strategia. Il britannico Daily Mail racconta che - secondo messaggi intercettati dalla polizia postale britannica - l’Isis starebbe invitando i suoi foreign fighters ad astenersi dal raggiungere la Siria ed aspettare invece il segnale per colpire in Europa. Ma è lo stesso quotidiano britannico ad ammettere che i presunti ordini, inviati negli ultimi giorni tramite siti di messaggistica criptati, sono quasi impossibili da verificare. Nei messaggi, agli estremisti con sede nel Regno Unito si chiede quali armi e quante munizioni abbiano a disposizione; gli viene detto di rimanere in contatto con l’Isis online e attendere ulteriori istruzioni su dove e quando lanciare attacchi; vengono consigliati su come evitare di essere scoperti dai servizi di sicurezza e come reclutare altri giovani. Tra le raccomandazioni c’è anche quella di prendere di mira solo gli «infedeli» e non uccidere musulmani. Questo potrebbe essere un segno che la leadership dellIsis sarebbe preoccupata per la sua immagine dopo il massacro di Parigi, in cui sono stati uccisi diversi islamici. 

国連、テロとの戦いを求める決議を全員一致で承認

 国連は、すべての加盟国に対して、「前例のない世界的な規模の脅威」であるテロと戦うために力を合わせることを要請した。その能力のあるすべての国が、すべての必要な措置を取ることを求められている。国連安全保障理事会が採択したこの決議は、全員一致で採択されたものであり、「イスラム国」と戦うことを求めている。この決議は国連憲章の第7条による決議ではなく、軍事力の行使が承認されたわけではないが、テロとの戦いでキリスト教しようとする諸国が、そのための根拠として使うことができるものである。

 この決議は、安全保障理事会で拒否権をもつ国であるフランスが、パリでの同時多発テロの後に作成したものである。この決議では「イスラム国は、その極端で暴力的な胃でにより、そのテロ行為により、その継続的で組織的で広域的な市民への攻撃により、その人権違反と、国際的で人道的な法律の違反により、文化遺産の野蛮な破壊により、文化財産の密輸により、すべての国際世界とすべての治安にたいする前例のない世界的な脅威となっている」と述べている。さらに「外国の戦闘的なテロリストを調達し、訓練する能力によって、イスラム国は国連のすべての加盟国とすべての地域にたいする実際の脅威となっており、戦争ゾーンから遠く離れた諸国も例外ではない」という。
 この文書ではチュニジアでのテロ、シナイ半島でのロシア機の爆破、ベイルートとパリでのテロなどを挙げながら、イスラム国が「新な攻撃を実行する能力と意図」をそなえていると述べている。このため「その能力のあるすべての加盟国にたいして、国際法、人道と難民に関する法律、人権に関する法律を遵守しながら、イスラム国がイラクとシリアの広い範囲にわたって作り出して〈聖域〉を破壊するために必要なすべての措置を取ること」を要請している。
 この文書の文面は非常に厳しいものであり、外交的な闘いの後に作成されたものである。実際にロシアはこの決議と対抗する別の決議を回覧させていた。ロシアの決議は、シリアのアサド政権と協力して、シリアで軍事的な介入を実行するための調整を行うことを求めるものだった。フランスはアメリカ合衆国の支援のもとで、この決議には拒否権を行使することをロシアに伝えた。ロシアがこの決議で、シリアのアサド政権の延命を確実なものとしようとしていたからである。ロシア機の墜落を含めて、この数週間の事態を考慮にいれると、ロシアもフランスの決議に拒否権を行使することはできなかったのである。

 

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Via libera del Consiglio di sicurezza Onu “Autorizzata qualsiasi misura contro l’Isis

Approvata all’unanimità una risoluzione che invita tutti gli stati membri a unirsi nella lotta contro i terroristi che rappresentano “una minaccia inedita e globale”
 

 Tutti gli stati che possono, con tutte le misure necessarie. Suona come una vera chiamata alle armi globale, la risoluzione che il Consiglio di Sicurezza dellOnu ha approvato ieri sera all’unanimità, per combattere l’Isis. Il testo non è stato scritto in base al Chapter 7 della Carta delle Nazioni Unite, che autorizza legalmente l’uso della forza, ma rappresenta comunque una copertura per i governi che vorranno incrementare le loro operazioni contro i terroristi. 

 

La risoluzione è stata scritta dalla Francia, membro permanente del Consiglio con potere di veto, dopo gli attentati di Parigi. «Attraverso la sua ideologia estremistica e violenta - dice il testo - i suoi atti terroristici, i suoi attacchi continui, sistematici e diffusi contro i civili, i suoi abusi dei diritti umani e le violazioni delle leggi umanitarie internazionali, inclusi quelli perpetrati su base religiosa e etnica, la barbarica distruzione dell’eredità culturale e il traffico di beni culturali, lo Stato islamico in Iraq e nel Levante (ISIL, noto anche come Daesh) costituisce una minaccia globale senza precedenti alla pace internazionale e alla sicurezza». Anche per la sua capacità di «reclutare e addestrare terroristi combattenti stranieri, la cui minaccia ha effetti su tutte le regioni e i paesi membri dellOnu, anche quelli lontani dalle zone di guerra».  

 

Il documento ricorda i recenti «orribili attacchi» in Tunisia, Turchia, nel Sinai con l’abbattmento dell’aereo russo, a Beirut e a Parigi, e avverte che Daesh «ha la capacità e l’intenzione di condurre altri attentati». Perciò sollecita tutti «gli stati membri che hanno la capacità di farlo, di prendere tutte le misure necessarie, nel rispetto delle leggi internazionali, quelle umanitarie e relative ai rifugiati, e dei diritti umani, per sradicare i “santuari” che l’Isis ha creato in parti significative dell’Iraq e della Siria». 

 

Il linguaggio è molto duro, ma è stato frutto di una battaglia diplomatica. La Russia, infatti, aveva fatto circolare una risoluzione concorrente, che chiedeva di coordinare qualunque intervento militare in Siria con il governo di Assad. Parigi, appoggiata dagli Stati Uniti, ha minacciato di bloccare questo testo con il veto, perché Mosca voleva usarlo come una polizza di assicurazione della sopravvivenza del leader di Damasco. Poi però, alla luce delle stragi delle ultime settimane, incluso l’abbattimento dell’aereo russo, il Cremlino non si è potuto spingere fino al punto di usare il proprio potere di veto per deragliare l’iniziativa francese. Lo stesso ambasciatore siriano all’Onu, Bashar Jaafari, ha finito per fare buon viso a cattivo gioco, dando il suo «benvenuto a tutti nel club di chi combatte il terrorismo». Il regime infatti ha sempre usato la presenza di gruppi come l’Isis e al Nusra, e secondo alcuni analisti li ha sostenuti o quanto meno non combattuti, proprio per giustificare le proprie azioni militari contro tutti gli oppositori che chiedono un cambio del governo. 

 

La risoluzione non è stata approvata in base al Capitolo 7 della Carta dellOnu, e quindi non fornisce un’autorizzazione legale esplicita ad intervenire in Siria, e non delinea una precisa campagna da condurre. Tutti i governi intenzionati ad incrementare i loro interventi, però, potranno usarla come copertura. Lo ha sottolineato lo stesso premier britannico Cameron, che ne aveva bisogno per ottenere il via libera del suo Parlamento. Proprio ieri il presidente americano Obama ha chiamato il premier italiano Renzi per coordinare gli sforzi contro l’Isis, ma all’Italia si chiede soprattutto di combattere Daesh in Libia.