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ISISが破壊した遺物は現代のコピーだった

ISISアッシリア帝国の遺物を破壊した映像が流されたが、破壊されたのはコピーで、本物はバクダッドの国立博物館に安全に保管されているという。ただし戦士たちは博物館を破壊する際に小物をいくつも盗んだらしく、インターネットで古代の遺物が競売にでているらしい。コリエーレ・デラ・セラの3月14日の紙面から。

 


Le statue distrutte dai jihadisti dello Stato Islamico nel Museo Ninawa a Mosul erano dei falsi. Dopo le indiscrezioni circolate, lo conferma il direttore del Museo nazionale iracheno di Bagdad, Qais Hussein Rashid, facendo tirare un sospiro di sollievo a quanti avevano sofferto per la perdita di reperti di inestimabile valore risalenti al settimo secolo prima di Cristo.

バクダッドのイラク国立博物館の館長のQais Hussein Rachid が漏らした言葉によると、モスルのニナワ博物館で、ISISの聖戦戦士たちが破壊した彫像は、偽物だという。館長のこの言葉は、紀元前七世紀のものと言われる貴重な異物の破壊につらい思いをした人々をほっとさせることだろう。

 

«Erano delle copie. Gli originali sono tutti qui» nel museo di Baghdad, ha spiegato alla Deutsche Welle. Il 26 febbraio l’Is aveva diffuso via Twitter un video di cinque minuti che mostrava i jihadisti impegnati a distruggere a colpi di ascia e piccone i manufatti conservati nel museo di Mosul e risalenti all’impero assiro. Sculture di tremila anni fa spinte a terra o prese a picconate fino alla loro completa distruzione.

 館長はドイッチェ・ヴェレにたいして、「あれはコピーだ。本物はみんなここにある」と説明したという。2月26日に、ISISツイッターで、斧や鶴嘴をもって破壊の任務にあたった聖戦の戦士たちが、モスル博物館に保管されていたアッシリア帝国から伝えられたという彫像を破壊する5分間のビデオを放映したのである。3000年前に作られた彫像が、地面に投げ倒され、鶴嘴で完全に破壊されたのである。

 

 

L’operazione è stata definita da Isis come «la più grande demolizione degli idoli nell’epoca moderna», stimando il valore delle statute distrutte in «cinquecento milioni di dollari». I miliziani hanno giustificato la loro azione affermando di dover «distruggere gli idoli in quanto rappresentazioni diverse da Dio».

ISISはこの行動は、「現代における偶像の最も偉大な破壊である」と説明しており、破壊された彫像の価値は「五億ドルに達する」と推定していた。ISISでは、「神をさまざまな形で表現する偶像を破壊する」必要があると説明して、この行為を正当化している。

 

Anche Fawzye al-Mahdi, responsabile del dipartimento delle antichità dell’Autorità per il patrimonio culturale dell’Iraq, ha confermato che i manufatti distrutti dall’Is e ripresi nel video sono copie moderne realizzate in gesso. «Nessuno dei manufatti distrutti ripresi nel video erano originali», ha detto sempre a Deutsche Welle. Tuttavia Atheel Nuafi, governatore di Mosul in esilio, ha detto che se è vero che sono copie quelle riprese nel video della distruzione è anche vero che ce ne sono altre originarie distrutte dall’Is. «C’erano due manufatti originari e che sono stati distrutti dai militanti», ha detto Nuafi alla televisione di Stato irachena. Si tratta di «un toro alato e del Dio di Rozhan», ha detto. Il governatore di Mosul teme anche che Isis abbia rubato almeno sette opere d’arte prima di distruggere il museo. Mosul è in mano all’Is da giugno dello scorso anno.

また、イラク文化遺産当局の古代部門の責任者であるFacwzhe al-Mahdiも、ビデオがISISが破壊した彫像は、石膏で作られたコピーであることを確認した。「ビデオで破壊されたどの彫像も、オリジナルではなかった」と、ドイッチェ・ヴェレに語っている。しかしモスルの知事で亡命中のAtheel Nuafi氏はビデオで破壊が撮影されていた彫像はコピーであることを認めたが、ISが破壊した本物の遺産もあるという。知事は、「二つの本物の遺産が戦士たちに破壊された」とイラク国営テレビで語っている。破壊されたのは「羽根のある牛とロズハン神像」だという。モスルは2014年の6月からISISの手中にあり、知事はISISが博物館を破壊する前に、いくつかの遺産を盗んだと説明している。

 

Annunci su ebay

 

Nel frattempo viene confermato dal Times che nelle ultime settimane sarebbero aumentate a dismisura le vendite sui siti internet di aste online di importanti pezzi archeologici presi dai militanti dellIsis, ritenuti scomparsi dalla Siria e dall’Iraq ed invece riapparsi su Ebay, dove collezionisti di tutto il mondo se li contendono. La vendita dei reperti archeologici razziati nei luoghi occupati dai miliziani potrebbe fruttare decine di milioni di euro all’Isis, che distrugge le grandi opere d’arte per ragioni di propaganda, ma non disdegna di rubare quelle più piccole per venderle, come fa con il petrolio, per finanziare il terrorismo e comprare armi per la sua guerra. I furti maggiori di reperti archeologici di ogni tipo si registrano in Iraq, dove tutti i siti di interesse, soprattutto quelli con scavi in corso, sono stati sistematicamente razziati, e in Siria cinque siti su sei dellUnesco sono stati seriamente danneggiati dalla ricerca di reperti da vendere su internet. E sempre secondo l’Unesco, i furti di reperti avverrebbero addirittura su commissione. Uno è quello di un mosaico romano ad Apamea, nella Siria occidentale: è stato staccato con i bulldozer e poi probabilmente fatto arrivare nei ricchi Paesi del Golfo Persico, dove gli sceicchi sembrano particolarmente interessati ad appropriarsi di antichità d’arte. Fatto sta che, secondo gli esperti interpellati dal quotidiano londinese, i prezzi delle monete antiche provenienti dagli scavi di Iraq e Siria sarebbero notevolmente diminuiti nelle ultime settimane: segno che la loro disponibilità sul mercato è molto aumentata con l’arrivo dei reperti messi in vendita dall’Isis.

March 14, 2015 | 13:00
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