DAMASCO - Le milizie curde hanno ripreso il pieno controllo della città siriana di Kobane, assediata dall'Is. Ci sono ancora scontri a sud della città. Lo ha riferito l'Osservatorio siriano per i diritti umani, sottolineando che i jihadisti sunniti sono stati costretti a ritirarsi. L'Is ha ucciso circa 200 persone nella zona, dall'inizio dell'ultima offensiva, giovedì, in cui hanno perso la vita 146 persone. Secondo attivisti curdi citati dall'agenzia di stampa Xinhua, i combattenti curdi hanno anche fatto saltare in aria la sede di Medici senza Frontiere occupata dai jihadisti. Secondo le ong attualmente sarebbero in corso dei rastrellamenti per catturare eventuali jihadisti che si fossero nascosti in città dopo la ritirata delle milizie.

L'Osservatorio siriano ha anche fornito alcuni dati sulle perdite di civili da giovedì, giorno che ha segnato l'inizio dell'offensiva dell'Is. In poco più di 48 ore hanno perso la vita oltre 200 persone, giustiziate, uccise da colpi di mortaio o abbattute dai cecchini dello Stato islamico che si erano asserragliati in alcuni edifici di Kobane. Si tratta di uno dei più gravi massacri di civili compiuti finora in Siria dai jihadisti.

La battaglia di Kobane: l'assalto dei curdi all'ultima roccaforte dell'Is

 


Ma oggi contro i curdi è intervenuto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che ha accusato i peshmerga di compiere una pulizia etnica nelle zone che vengono liberate dallo Stato Islamico. Compresa Kobane, ultima in ordine di tempo ad essere stata riconquistata dai combattenti dell'Ypg. "Dico alla comunità internazionale che qualunque sia il prezzo da pagare, noi non permetteremo mai la formazione di un nuovo stato nella nostra frontiera meridionale nel nord della Siria", ha detto Erdogan citato dai media turchi.

Il presidente turco ha poi accusato le forze curde di aver "cambiato la struttura demografica" di diverse zone vicine al confine con la Turchia, dove vivono anche arabi e turkmeni. A Roma, al contrario, manifestazione davanti all'Ufficio del turismo turco: i manifestanti accusano Erdogan di "favorire l'Is".