NEW YORK - La Russia ha posto il veto sulla bozza di risoluzione al Consiglio di sicurezza Onu destinata a condannare il massacro di Srebrenica come genocidio, in occasione del ventesimo anniversario dall'uccisione di ottomila uomini e ragazzini musulmani. Si sono astenuti Cina, Nigeria, Angola e Venezuela, mentre i restanti membri del Consiglio hanno votato a favore della misura. Il voto era stato posticipato, dopo che Regno Unito e Stati Uniti avevano tentato di persuadere Mosca a non porre il veto. L'ambasciatore russo all'Onu, Vitaly Churkin, ha definito la bozza "non costruttiva, aggressiva e politicamente motivata". Il voto arriva in giorni segnati anche dalle polemiche dopo la pubblicazione di un'inchiesta dell'Observer, che ha messo in luce i silenzi e le complicità occidentali nella strage.

La Russia aveva proposto di condannare "i crimini più gravi che riguardano la comunità internazionale". Il tribunale Onu per i crimini di guerra dell'Aia ha in precedenza definito genocidio il massacro dell'11 luglio 1995. Quel giorno, verso la fine della guerra di Bosnia, le forze serbo-bosniache attaccarono l'enclave di Srebrenica, dichiarata 'zona protetta' dalle Nazioni Unite e in cui migliaia di musulmani bosniaci avevano trovato rifugio. I civili finirono poi nelle fosse comuni.

La scelta di Mosca è piaciuta a Belgrado. "La Russia ha dimostrato di essere un amico vero e sincero della Serbia"  ha detto il presidente Tomislav Nikolic, che ha parlato di "un grande giorno per la Serbia". "Oggi - ha detto in un comunicato
 
della presidenza - bisognava punire i serbi per il fatto che non si sono piegati a ricatti e ultimatum, che hanno resistito alle pressioni sull'imposizione di sanzioni alla Russia e che rispettano senza compromesso alcuno la verità e la giustizia".