KABUL - L'annuncio della morte del Mullah Omar - avvenuta peraltro due anni fa - sta terremotando il mondo dei Talebani e ha dato il via a una vera e propria resa dei conti interna. L'ultimo sviluppo è la notizia dell'uccisione in un agguato a Quetta in Pakistan giovedì scorso del figlio di Omar, Mullah Akub, tra i 21 ed i 22 anni, che puntava alla successione. A dirlo all'agenzia afghana ToloNews è statp il vicepresidente della Wolesi Jirga, (la Camera Bassa del Parlamento afghano), Zahir Qadir che senza accusarlo esplicitamente lascia intendere che dietro l'eliminazione di Yakub ci sarebbe l'attuale autoproclamato leader degli ex studenti coranici, Mullah Akhtar Mansour. La notizia dell'uccisione viene ufficialmente smentita dai talebani - attraverso i media pachistani - ma intanto sempre ToloNews, citando fonti della sicurezza afghana, riferisce che nelle ultime 24 ore si sono registrati almeno tre scontri tra le diverse anime degli "Studenti coranici" sempre a Quetta. Il più importante ha avuto come obiettivo un convoglio in cui era presente il n.2 di Mansour, Maulvi Haibatullah Noorzai, nella provincia del Baluchistan.

Tutta la famiglia del defunto mullah Omar, d'altronde, si è rifiutata di giurare fedeltà al suo successore, invitando i massimi esperti religiosi a risolvere una sempre più evidente crisi nella transizione. "La nostra famiglia non ha dichiarato fedeltà a nessuno", aveva dichiarato Manan - uno dei figli - in un messaggio audio diffuso domenica, senza nominare Mansour. "Vogliamo - aveva aggiunto - che gli ulema risolvano i contrasti piuttosto che dichiarare fedeltà a una parte. La nostra famiglia sarà fedele al nuovo leader...Se sarà eletto per consenso".

Frasi che evidenziano la più grave crisi sulla leadership dei talebani, in un periodo in cui lo Stato Islamico continua a riscuotere sempre più consensi in Afghanistan.