SIRTE - Dopo giorni di scontri tra lo Stato islamico (Is) e fazioni salafite a Sirte i jihadisti fedeli al "califfo" al-Baghdadi hanno bombardato un sobborgo prendendo di mira un'area abitata. L'Is, che da giugno controlla la città natale di Muammar Gheddafi, ha sostenuto di aver ripreso la zona portuale che nei giorni scorsi era stata conquistata dagli insorti. Secondo alcuni testimoni nei bombardamenti hanno perso la vita almeno 30 civili, mentre dall'inizio dei combattimenti i morti sarebbero 46. La rivolta contro l'Is è scoppiata dopo l'uccisione da parte dello Stato islamico del leader salafita Khaled Ben Rjab. Alle formazioni armate, riferiscono testimoni, si sono aggiunti decine di abitanti decisi a cacciare l'Is dalla città.

"A Sirte i civili sono vittime di un progetto di sterminio di massa perpetrato dall'Is che sta bombardando la città in modo indiscriminato", è la denuncia fatta su Twitter dal "Comitato nazionale per la difesa dei diritti umani", un'organizzazione non governativa di attivisti libici.

La notizia della ribellione armata dei cittadini di Sirte era arrivata all'indomani dell'annuncio dell'inizio della "battaglia per la liberazione di Sirte" da parte della Brigata 166 di Misurata, alleata con le milizie islamiste del governo di Tripoli (che si contrappone al governo di Tobruk riconosciuto dalla comunità internazionale).

Nei giorni scorsi i miliziani dello Stato islamico avevano minacciato di sgozzare il generale Khalifa Haftar, ministro della Difesa, e i parlamentari fedeli al governo di Tobruk. Nel "Messaggio da Sirte" appariva un jihadista di nome Abu Yahya Al-Tunsi. Intanto il premier Abdullah Al Thinni ha smentito di essersi dimesso e ha affermato l'intenzione di rimanere alla guida del governo di Tobruk, secondo l'agenzia cinese Xinhua.

La battaglia di Sirte giunge in una giornata particolarmente sanguinosa in Medio Oriente, dove lo Stato islamico ha rivendicato l'attentato kamikaze di Bagdad che ha provocato quasi 70 morti, mentre in Egitto altri affiliati alle truppe fondamentaliste hanno annunciato l'uccisione dell'ostaggio croato Tomislav Salopek rapito nel Sinai il 22 luglio scorso.