TRIPOLI - Questa mattina i miliziani dell'Is hanno massacrato 22 pazienti ricoverati nell'ospedale di Sirte, in Libia. I guerriglieri hanno ucciso le persone ricoverate, prima di dare alle fiamme l'edificio, nel quartiere n.3. La notizia è stata diffusa dal quotidiano tunisino Al Wasat. Al Arabiya, conferma la notizia, citando una fonte locale che parla anche di 106 persone morte della tribù Ferjani, nel corso degli scontri tra gli abitanti e i combattenti dell'Is, che circondano la città da più di 4 giorni.

Bombe sulla città. E' sempre più tesa la situazione nel paese, dove, due giorni fa il primo ministro libico Abdallah Al Thinni ha annunciato le proprie dimissioni. Oggi il governo islamico di Tripoli ha dichiarato di avere intensione di avviare un'operazione militare per sottrarre ai jihadisti dell'Is il controllo di Sirte. Dopo giorni di scontri nella città, che si trova sulla costa mediterranea libica, tra i miliziani dello Stato islamico e fazioni salafite, oggi l'Is ha bombardato un sobborgo della città, prendendo di mira a colpi di mortaio una zona residenziale. Almeno 30 civili sono rimasti uccisi, altre fonti parlano di 17 morti.

I combattimenti. I combattimenti erano cominciati lunedì, dopo che l'Is aveva ucciso un leader salafita Khaled Ben Rjab. Alle formazioni armate contro i jihadisti si erano uniti anche decine di civili armati, decisi a cacciare i miliziani neri dalla città. Al Arabiya riferisce che l'Is avrebbe ripreso il controllo del porto. Uno schema simile si era verificato a Derna, nell'est del Paese, la prima città libica trasformata in Califfato lo scorso autunno. Alla fine di luglio il Consiglio della Shura dei mujaheddin, ritenuti vicini ad al Qaida, si era sollevato contro l'Isis affiancati da civili armati. Lo Stato islamico è penetrato a Sirte a metà febbraio e per mesi è stata la Brigata 166 di Misurata, legata al governo filo-islamico di Tripoli, a cercare di riprendere la città dell'omonimo golfo. La Brigata era stata poi costretta all'inizio dell'estate a ritirarsi verso ovest, ma alla luce di quanto sta accadendo potrebbe tentare di riprendere l'assalto.

L'Onu. Intanto prosegue il lavoro dell'inviato speciale dell'Onu, Bernardino Leon, reduce da due giorni di dialogo politico tra le fazioni libiche a Ginevra con l'obiettivo di raggiungere entro l'inizio di settembre un accordo per un governo di unità nazionale. Un accordo molto atteso dalla comunità internazionale non solo nel tentativo di riportare stabilità nel Paese e unire le forze contro i jihadisti, ma anche come passo necessario a discutere una risoluzione dell'Onu contro il traffico di migranti in mare.