BEIRUT - Continua l'offensiva di Mosca in Siria. Undici località controllate dai "terroristi" sono state colpite dai missili calibro 26 lanciati dalla flotta russa del Caspio sulla Siria. Lo scrive l'agenzia governativa Sana, aggiungendo che gli obiettivi colpiti si trovano nelle province di Raqqa, Aleppo e Idlib, mentre l'esercito di Damasco "colpisce duramente le postazioni terroristiche".

Mosca sotto accusa. Intanto nuove accuse vengono mosse nei confronti di Mosca per l'intervento militare in Siria. Mentre il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg critica ancora una volta la strategia del Cremlino e avverte che l'alleanza è pronta, se necessario, a difendere la Turchia, il Pentagono ribadisce che i raid russi non colpiscono lo Stato islamico, ma i gruppi che si oppongono al regime di Hafez al Assad. I ministri della Difesa dell'Alleanza atlantica, inoltre, hanno dato l'approvazione finale al rafforzamento delle forze di intervento rapido (Nrf) della Nato che "raddoppiano" avendo ora disposizione "40.000 soldati" e 'punte di lancia' (una brigata dispiegabile in 48 ore). Intanto una ong americana denuncia che tre suoi ospedali sono stati colpiti dai caccia di Mosca.

Progressiovo isolamento. Finché Mosca "continuerà con la sua fuorviante strategia" di non sostenere una transizione in Siria.Gli Usa "non cooperano e non coopereranno con la Russia": l'avvertimento arriva da  Ashton Carter che, citando anche la crisi ucraina, sottolinea che la Russia "si sta avvolgendo in un crescente isolamento" ed ha "un comportamento che la auto-isola". Secondo il ministro della Difesa statunitense, la Russia in Siria commette "un errore strategico" continuando a sostenere Assad e "a colpire obiettivi che non sono dell'Isis" e "questo avrà conseguenze sulla stessa Russia" che "temo che comincerà ad avere perdite in Siria".

Erdogan minaccia: "Niente più gas da Mosca". E dal presidente turco Recep Tayyip arriva la minaccia di non comprare il gas di Mosca e di non cooperare più nella costruzione della prima centrale nucleare di Ankara, se la Russia dovesse continuare a violare lo spazio aereo turco. "Non possiamo accettare questa situazione. Le spiegazioni della Russia sulle violazioni dello spazio aereo non sono convincenti", ha detto Erdogan, citato dal quotidiano Sabah, mentre si dirigeva in visita ufficiale in Giappone. Nel fine settimana la Russia ha violato per due volte i cieli turchi, mentre nei giorni scorsi jet di Ankara sono stati puntati più volte da missili siriani e caccia non identificati. Della minaccia di Erdogan è stato informato Putin: lo ha detto Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino, auspicando l'ulteriore sviluppo della collaborazione bilaterale. Mosca e Ankara stanno discutendo anche il progetto per la realizzazione del gasdotto Turkish Stream

Offensiva esercito in altopiano Ghab. La Russia, però, replica alle accuse e sostiene che gli attacchi dell'aviazione in Siria hanno messo fuori gioco "le capacità militari dell'Is e di altre organizzazioni terroristiche". Ad affermarlo è stato il tenente generale Ali Abdullah Ayyoub, che ha anche spiegato che l'esercito siriano ha sferrato "una grande offensiva" per riconquistare città e villaggi di cui aveva perso il controllo. L'operazione punta a "liberare aree e città che hanno patito per il terrorismo", ha dichiarato Ali Abdullah Ayyoub. Il direttore dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, Rami Abdulrahman, ha detto che le truppe del governo siriano e le milizie alleate, sostenute dagli attacchi aerei russi, hanno lanciato un'offensiva contro i ribelli nell'altopiano di Ghab, nell'ovest della Siria. Le forze di terra stanno prendendo di mira zone in mano ai ribelli con pesanti raffiche di missili terra-terra, mentre i jet russi bombardano dall'alto. Tredici soldati siriani e miliziani lealisti sono stati uccisi nei combattimenti insieme a 11 combattenti del campo avverso, aggiunge l'Osservatorio. La valle di Ghab confina con una catena montuosa che costituisce il cuore degli alawiti, il cui credo deriva dallo sciismo, al cui gruppo appartiene la famiglia di Bashar Assad. Dalla fine di luglio nella zona si è imposta un'alleanza di gruppi ribelli, fra cui c'è il Fronte Nusra legato ad al-Qaeda, costringendo le forze governative a ritirarsi. Sempre secondo Abdulrahman, l'offensiva lanciata ieri dall'esercito siriano nella vicina provincia di Hama, sostenuta sempre dall'aviazione russa, non è riuscita a ottenere grandi risultati.

Scoperta zecca clandestina Is, 6 arresti in Turchia. La polizia turca ha arrestato sei persone nella provincia sudorientale di Gaziantep con l'accusa di aver coniato monete illegali destinate a essere utilizzate nelle zone controllate dall'Isis in Siria. Lo riferisce l'agenzia di stampa statale Anadolu, citando l'ufficio del governatore locale. Tra gli arrestati ci sono anche stranieri di nazionalità non specificata. Nell'operazione sono stati sequestrati diversi materiali impiegati in una vera e propria una zecca clandestina e un totale di 56 monete di 4 taglie diverse. Su alcune delle monete sono impressi caratteri arabi su un lato e un'immagine del mondo sull'altro.

Nato pronta a difendere alleati. Prima della riunione dei ministri della Difesa dell'Alleanza a Bruxelles, Stoltenberg ha rimarcato che in Siria la Nato "ha visto una problematica escalation di azioni militari russe", è "pronta a difendere tutti gli alleati, compresa la Turchia" ed è "pronta a dispiegare le forze in Turchia se necessario". E conferma la linea fin qui seguita: in Siria "a lungo termine non c'è soluzione militare" e "ci deve essere la transizione", ovvero Assad deve lasciare il potere. Ovvio che in questa prospettiva l'intervento di Mosca desti preoccupazione tra gli Stati membri dell'Alleanza perché, ripete Stoltenberg, "la Russia non mira all'Is ma agli altri gruppi e sostiene il regime di Assad" e questo "non è un contributo costruttivo". Dal canto suo, la Turchia ha chiesto agli alleati della Nato di mantenere le loro batterie di missili antiaerei 'Patriot' collocate nei pressi del suo confine con la Siria e destinate a essere ritirate da Stati Uniti e Germania. Gli Stati Uniti hanno deciso il ritiro dei 'Patriot' per ammodernamenti alla scadenza del mandato, in questo mese di ottobre. La decisione di non rinnovare la missione è stata annunciata anche dalla Germania, che si ritirerà entro fine gennaio

Ieri intanto il Dipartimento di Stato americano ha accusato Mosca di aver condotto oltre il 90% dei bombardamenti in Siria non contro l'Is o Al Qaida ma contro gli oppositori di Assad. E secondo il Pentagono, almeno un velivolo militare Usa ha dovuto modificare la sua rotta mentre sorvolava la Siria per evitare di avvicinarsi pericolosamente a un jet russo.

Allarme Gb: "Russia rende più pericolosa situazione".  Dell'atteggiamento della Russia è preoccupata anche la Gran Bretagna: "La Russia sta rendendo molto più pericolosa una situazione già molto seria", ha detto il ministro della Difesa britannico, Michael Fallon, arrivando alla ministeriale Nato dove, ha aggiunto, "chiederemo esplicitamente alla Russia di smettere di sostenere il regime di Assad e di usare costruttivamente la sua influenza sul regime perché fermi il 'barrel bombing' sui civili". La Russia "deve smettere il bombardamento in zone non controllate dall'Is", piuttosto "dia più sostegno a paesi come Turchia e Giordania".

La denuncia della ong Usa. L'accusa lanciata da Physician for Human Rights (Phr), organizzazione umanitaria basata a New York, riguarda tre strutture sanitarie ad oltre 55 km dal più vicino territorio controllato da Isis. Un caso che ricorda quello dei caccia-bombardieri Usa che hanno centrato il 3 ottobre l'ospedale di Msf a Kunduz in Afghanistan, uccidendo almeno 22 persone. Fortunatamente, riferisce il britannico The Independent, non ci sono stati morti ma feriti, anche se i presidi sono stati gravemente danneggiati.

I primi due raid aerei, il 2 ottobre, avrebbero colpito l'ospedale da campo di Latamneh nel nord della provincia di Hama, dove alcuni membri dello staff sono rimasti feriti, e poco dopo Benin, nelle campagne di Idlib. Il giorno dopo sarebbe stata la volta dell'ospedale di al-Burnas a nord di Latakia, vicino al confine con la Turchia. I russi da parte loro hanno ammesso di aver effettuato bombardamenti in ciascuna delle tre aree ma non hanno riconosciuto di aver colpito alcuna struttura sanitaria.

Gentiloni: "No escalation militare". La crisi siriana "certamente richiede una soluzione di tipo prevalentemente politico" e la presenza russa "può essere una opportunità", ma non deve sfociare in una "escalation militare di cui non si vede la necessità", ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, a chi gli chiede dell'evolversi della guerra in Siria, a margine della conferenza annuale Euromesco, all'Ispi a Milano.

Botta e risposta Gb-Russia su Paesi Baltici. Non c'è solo la crisi in Siria al centro detta tensione tra Nato e Mosca: "Qualsiasi piano di avvicinamento delle infrastrutture militari della Nato alla Russia porterà a una risposta reciproca per ristabilire la necessaria parità" ha detto il portavoce del Cremlino commentando la dichiarata volontà di Londra di inviare un centinaio di militari nei Paesi Baltici per prevenire possibili provocazioni russe. Nell'ambito delle "misure di rassicurazione per degli alleati del lato orientale della Nato, per i Paesi Baltici e la Polonia" e "come parte della nostra politica di una più persistente presenza nel fianco orientale della Nato per rispondere ad ogni ulteriore provocazione e aggressione russa" la Gran Bretagna ha intenzione di inviare "un piccolo numero di soldati" britannici nei paesi baltici, ha detto Michael Fallon in margine alla ministeriale Difesa della Nato.