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オバマ大統領、オランド大統領との会談で、イスラム国の打倒を新たに宣言

  アメリカ合衆国オバマ大統領はホワイトハウスにフランスのオランド大統領を迎えて会談を行った。パリの悲劇的なテロの後に、絶対的な連帯のもとで、「悪に屈することなく」、「力を合わせてイスラム国を打倒する」ための提携を強化することを宣言した。これは「世界」の同盟国にたいして、「野蛮なテロリストたち」と闘うためにさらに努力をするように求めるものでもあり、彼らは「われわれすべてにとっての脅威である」とオバマ大統領は強調した。ホワイトハウスはさらにこの活動を強化するために、ジョン・バイデン副大統領が、反イスラム国連合の60か国のうちの59か国の駐米大使を国務省に呼び寄せた。

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Patto Obama-Hollande: “Distruggeremo l’Isis

Il presidente francese alla Casa Bianca per una strategia comune dopo le stragi di Parigi
 

Il presidente francese Francois Hollande e il presidente Barack Obama

  
 

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha voluto a Washington, alla Casa Bianca, Francois Hollande per saldare e scandire, dopo i fatti di Parigi, quel patto necessario per «distruggere l’Isis, insieme», in solidarietà assoluta, «implacabili davanti al male». Ma che è anche un appello congiunto rivolto alla coalizione «globale» affinché faccia di più nel fronteggiare la sfida dei «terroristi barbari» che sono «una minaccia per tutti noi», ha ripetuto Obama. Ed è lo stesso appello che nelle ultime ore la Casa Bianca ha ulteriormente intensificato, mobilitando anche il vicepresidente Joe Biden che ha chiamato al dipartimento di Stato gli ambasciatori in Usa di 59 degli oltre 60 paesi membri della coalizione anti Isis e che venerdì vedrà a Roma il presidente del Consiglio Matteo Renzi. 

 

Così da Washington, Hollande e Obama, lanciano un messaggio di unità, nella consapevolezza tuttavia che le dichiarazioni di amicizia più salda che mai all’indomani degli attacchi a Parigi - «Nous sommes tous Francais» ha detto Obama in francese accanto all’alleato più antico - non bastano. «Bisogna agire, e subito», ha incalzato Hollande. E allora: «ampliare i bombardamenti contro l’Isis in Siria e Iraq» e chiudere con urgenza il confine tra Turchia e Siria, ha chiesto il presidente francese mentre, pur ricordando che attaccando Parigi i terroristi «hanno attaccato il mondo», ha ribadito che la Francia non interverrà militarmente sul campo in Siria. 

 

Obama gli ha garantito aiuto illimitato, ma non ci sono novità annunciate sulla strateglia degli Usa, che rimane immutata pur nella retorica rafforzata di un’America sì «resiliente», certo determinata a non soccombere e non farsi terrorizzare, ma ferma e tenace nella convinzione che la sua leadership è efficace se l’impegno e lo sforzo è comune. Così Obama parla ai partner Ue cui chiede di «fare di più» nello scambio di informazioni di intelligence per prevenire il flusso dei foreign fighter, dicendosi da parte sua «pronto a inviare un gruppo di esperti». E l’unità nella lotta è irrinunciabile, anche quando si torna a parlare del ruolo di Mosca: «Noi abbiamo messo insieme una coalizione globale, in quella della Russia sono solo in due: Iran e Russia a sostegno di Assad», nota, ripetendo che Mosca è benvenuta se la sua intenzione è combattere l’Isis, se sposta «il focus della sua attenzione» e si rende «partner costruttivo». 

 

I tentativi accennati dalla Francia di accorciare le distanze tra Mosca e Washington in nome della lotta al terrorismo oggi si scontrano anche contro la «complicazione» del jet militare russo abbattuto in Turchia. Obama è cauto, «aspettiamo di avere informazioni complete» dice pur riconoscendo che come gli altri paesi «la Turchia ha il diritto di difendere il proprio territorio e il proprio spazio aereo», l’invito è però ad evitare l’escalation. Così, arrivato a Washington con la promessa di sostegno del primo ministro Britannico David Cameron, riparte dalla capitale Usa con la garanzia di unità. Prossima tappa l’incontro a Parigi con la cancelliera tedesca Angela Merkel, poi quello, sempre a Parigi, con il premier Matteo Renzi e infine giovedì, a Mosca, il colloquio con Vladimir Putin, il passaggio più complicato.