時事イタリア語

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ヨルダン川西岸のヘブロンで二名のイスラエル人がピストルで銃撃されて死亡

  ヨルダン川西岸のヘブロンのオトミニール入植地後角でイスラエル人が運転していた自動車が銃撃されたことをイスラエルのメディアが伝えている。2名が死亡した。40歳のイスラエル人男性と、18歳になるその息子である。攻撃現場でレスキュー隊は、別に軽症の子供がいるのを発見したという。

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Due israeliani uccisi a colpi di pistola vicino a Hebron

Si tratta di un uomo 40enne e di suo figlio. Ci sarebbe anche un bambino ferito
 

L’auto su cui viaggiavano le vittime nei pressi della colonia di Otniel, vicino Hebron, in Cisgiordania

   
 
 

Colpi d’arma da fuoco hanno centrato un’automobile israeliana nei pressi della colonia di Otniel, vicino Hebron, in Cisgiordania. Lo riferiscono i media israeliani. Due persone sono rimaste uccise, si tratterebbe di un uomo di 40 anni e di suo figlio di 18. 

 

Sul posto dell’attacco, i soccorritori hanno trovato anche un ferito lieve, che secondo alcuni media è un bambino. Come riferisce l’emittente radiofonica Arutz Sheva, dalle prime informazioni sembrerebbe che gli aggressori siano scesi da un auto con targa dell’Anp, abbiano sparato contro la macchina sulla quale viaggiavano i due israeliani e siano poi scappati. 

 ドイツのバイエルン地方のヴァレンフェルスの町で、警察が8人の新生児の死体を発見

 ドイツのバイエルン地方のヴァレンフェルスの町で、警察が8人の新生児の死体を発見した。警察は調査を開始している。死体が発見された住宅の所有者である45歳の女性は、現在は行方不明である。
 警察によると死体の状態はひどいもので、現在は解剖が行われており、新生児が死んだ時期、死因、性別を明らかにしようとしている。ビルト紙の報道によると、この女性は夫ともに18年間この家に住んでおり、12歳から13歳くらいの3人の息子がいたという。息子は4人だという報道もある。この女性の知人によると、この女性は何度も妊娠し、それを隠そうとしていたという。「4回妊娠中絶したと聞いています」ともいう。

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Trovati i corpi di otto neonati in una casa, orrore in Germania

I cadaveri rinvenuti dalla polizia nella cittadina di Wallenfels, in alta Baviera. Irreperibile la donna che viveva nell’abitazione
AP

La casa nella quale sono stati trovati i cadaveri

 
 
 Otto corpi di neonati sono stati trovati dalla polizia nella cittadina di Wallenfels, in Franconia, la regione settentrionale della Baviera. Lo ha comunicato la polizia, che ha aperto un’inchiesta per fare luce sull’accaduto. Gli inquirenti sono sulle tracce della donna che abita nella casa dove sono stati rinvenuti i cadaveri. Si tratta di una 45enne titolare di un chiosco nella cittadina ed è al momento irreperibile. 

 

«I corpi sono in pessimo stato», ha detto un portavoce della polizia. Sono in corso le autopsie per capire da quanto tempo i bambini sono morti, le cause e perfino il loro sesso. Secondo informazioni della Bild, la donna ha vissuto per 18 anni con il marito nella casa dove sono stati ritrovati i corpi. Con lui avrebbe avuto 3 figli, tra i 12 e i 13 anni. Da un altro rapporto avrebbe avuto altri 4 figli. Il tabloid cita un conoscente della donna che ha confermato le sue numerose gravidanze e i tentativi di nasconderle: «Una volta ha detto che aveva abortito 4 volte», ha riportato Bild. Altre testimonianze raccolte dal quotidiano tra i vicini, descrivono la donna come «gentile e cortese, che si occupava amorevolmente dei figli».  

クルド人部隊ペシュメルガ、シンジャール奪回作戦を開始

  クルド人部隊ペシュメルガが、アメリカ軍の支援のもとで、イラクのシンジャールを奪回するための戦いを始めた、この日は、歴史的な日となるだろう。それはこの日が、イラクの北西部でイスラム国にたいして本格的な陸上での攻勢が開始された日となるからである。目指されているのは、イスラム国が支配している都市としては、シリアのラッカに次いでイラク国が支配している大きな都市であるイラクのモスルの近くにあるシンジャールである。

 今回の攻撃の「グラウンド・ゼロ」であるこの町は、シリアの国境から数キロメートルしか離れておらず、イスラム国の軍隊が、 クルド人のヤズディ派の住民を虐殺した場所でもある。その2014年の夏から15ケ月が経って、クルド人の軍隊が反撃を開始した。上空からは、絨毯爆撃に出撃した同盟軍の戦闘機が見守っている。
 この作戦は「シンジャール解放作戦」と呼ばれており、11日から12日にかけての夜に実行された24回の爆撃の後に、7,500名ほどのペシュメルガの兵士たちが三方向から出撃した。上空からは、アメリカ合衆国、フランス、イギリスなど、同盟軍の特別部隊が支援している。最初の目的は幹線道路であるルート47を占領することであり、これによってイスラム国の「供給ライン」を切断することにある。この道路は、200名から250名のイスラム国の兵士たち、とくにアフガニスタンの兵士たちが死守しようとしているシンジャールに通じている。
 最終的な目的は、ラッカとモスルをつなぐ場所にあるこの要衝の地シンジャールの町からイスラム国の兵士たちを追い出すことである。ラッカはシリアにおけるイスラム国の「首都」であり、モスルはイラクにおけるイスラム国の「首都」なのである。シンジャールを占領すれば、モスルは供給ラインを断たれることになり、次第に苦しい状態に陥ることになろう。そして最後の苦しい戦いが始まるだろう。この戦いでは、2014年6月にイスラム国の手に落ちたモスルの奪回が目指されることになる。それだけに今回の戦闘は、イラクでの戦争の第二段階の始まりを告げるものとなるだろう。

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Nuova offensiva dei Peshmerga contro l’Isis in Iraq

I curdi, aiutati dalle bombe statunitensi, puntano a riconquistare e la regione di Sinjar. L’obiettivo è tagliare le linee di comunicazione dei militanti del Califfo
AP

La regione di Sinjar, dove risiede gran parte della minoranza degli Yazidi, è nelle mani dellIsis dall’estate del 2014

  

La data è destinata a entrare nella storia, se non altro perché segna la prima vera grande controffensiva di terra contro lo Stato islamico nel settore nord-occidentale dell’Iraq. Quello a ridosso di Mosul la seconda città del califfato dopo Raqqa. Il ground zero dell’offensiva si chiama Sinjar, città a una manciata di chilometri al confine con la Siria, teatro della spietata persecuzione perpetrata ai danni della popolazione yazida da parte dei tagliagola di Abu Bakr al Baghdadi. Era l’estate del 2014, e a quindici mesi di distanza giunge la risposta delle forze curde, vegliate dall’alto dai caccia della coalizione impegnati in raid a tappeto.  

 

E proprio dall’alto si è inaugurata «Operation Free Sinjar», con una serie di 24 bombardamenti partiti nella notte tra mercoledì ne giovedì e proseguita con l’avanzata su tre fronti di almeno 7.500 Peshmerga, coadiuvate sul terreno dalle forze speciali occidentali, in particolare di Usa, Francia e Gran Bretagna. Il primo passo è occupare la Route 47, la strada dei collegamenti per spezzare la «chain of supply», ovvero la linea dei rifornimenti e stringere d’assedio la città di Sinjar dove sono asserragliati 200-250 fighter, in particolare afghani, mujaheeden pronti a resistere sino alla morte.  

 

L’obiettivo finale è quello di espugnare la città che si trova sulla linea di comando tra Raqqa e Mosul, ovvero a cavallo delle due capitali, una siriane e l’altra irachena del califfato. In questo modo Mosul rimarrebbe priva di una linea di rifornimenti e si causerebbe una sua lenta atrofizzazione per poi procedere alla fase più difficile, ovvero la sua riconquista dopo la caduta nella mani dellIsis avvenuta il 5 giugno 2014. Ecco perché l’offensiva lanciata stamane viene considerata il 2.0 della guerra in Iraq, ed ecco perché prima di procedere è stato necessario un grande lavoro preparatorio al quale La Stampa ha assistito in presa diretta trascorrendo diverso tempo su quelle montagne con i Peshmerga. 

 

Sinjar la città martire  

Perché l’offensiva sul fronte occidentale dell’Iraq è partita proprio da Sinjar? Lo abbiamo capito trascorrendo diversi giorni tra quelle montagne a ridosso del Ground Zero dell’operazione di ritorno a matrice curda. Il primo motivo è che Sinjar è una città simbolo, essendo stato il luogo del genocidio della popolazione yazida, una delle pagine più sanguinarie e buie della storia contemporanea. Lì vivevano circa 30 mila yazidi, perseguitati e decimati dai tagliagola del califfo. Gli uomini uccisi, le donne stuprate, i bambini finiti in cattività. Chi si è dato alla fuga oggi vive alle pendici del monte, nei campi di accoglienza allestiti dalle agenzie Onu. Pertanto riconquistare Sinjar, la città martire, ha un valore simbolico importantissimo. In secondo luogo il centro, che si trova nella piana di Niniwa, è strategico perché è un nodo di congiunzione tra Raqqa e Mosul. La Route 47 che la attraversa è l’arteria dove lo Stato islamico fa circolare merci, petrolio, armi e rifornimenti necessari a tenere in vita le due sponde del califfato.  

 

Riconquistarla significa portare all’isolamento Mosul, farla consumare piano piano, costringerla ad anninetarsi e farla implodere. Mentre Sinjar è una città fantasma, ovvero vi sono solo jihadisti, a Mosul risiedono invece oltre un milione di persone che gli sgherri di al-Baghdadi non fanno certo andare via perché sono perfetti scudi umani. Quindi un’offensiva militare in senso stretto è improponibile perché causerebbe una carneficina. Il terzo motivo per cui è importante l’offensiva di Sinjar è di carattere politico e geopolitico. Nel primo caso infatti la sua riuscita è un punto a favore di Barzani, il presidente del Kurdistan che fino adesso non ha incassato risultati significativi sul campo, a differenza dei curdi di Talabani, l’oppositore politico interno, che invece hanno portato a compimento la presa di Kirkuk e Baiji, luoghi strategici perché a ridosso dei grandi campi petroliferi. Infine Sinjar vuole essere il primo vero «touch base» americano in Iraq, ovvero il primo successo sponsorizzato dagli Usa e dagli altri 60 Paesi della Coalizione. La risposta, con i fatti, all’iperattivismo della Russia nella vicina Siria.  

 

 

L’Italia nella lotta all’Isis  

Nelle trincee di prima linea di Sinjar si parla italiano. Si, perché diverse unità operative sul territorio e attualmente impegnate nell’offensiva avviata dai curdi sono state addestrate proprio di militari italiani. E perché hanno brand tricolore una certa quantità di armi giunte sul fronte di Sinjar e in dotazione alle forze di terra. Facciamo un passo indietro e torniamo dove era partito il nostro viaggio nel conflitto iracheno, ad Erbil. E’ qui che si svolgono le attività di «Prima Parthica», la legione romana che dà il nome alla missione di addestramento dei Peshmerga. Si tratta della Legione romana creata nel 197 dall’imperatore Settimio Severo, prima in assoluto ad arrivare in Medio Oriente e ad insediarsi stabilmente con 6 mila uomini fissando il proprio avamposto in Mesopotamia, guarda caso, proprio a Sinjar. L’Italia è la spina dorsale delle attività di addestramento, per numero di uomini impioegati e addestrati. Il «Kurdish Training Coordination Center» è infatti a guida italiana con 200 Paracadutisti della «Folgore», e un totale di 1.500 Peshmerga preparati solo dall’Italia dal gennaio 2015. A partecipare alle attività sono anche Germania, Gran Bretagna, Norvegia, Finlandia, Olanda e Ungheria, quasi 600 militari in tutto impiegati nell’addestramento di base di fanteria. Sono 5 mila invece i militari preparati in oltre nove mesi di attività.  

 

A Sinjar abbiamo trovato diverse unità Peshmerga addestrate dagli italiani ma anche due battaglioni yazidi. Per la guerra in Iraq l’Italia ha messo in tutto a disposizione 500 uomini tra i Parà in Kurdistan, un centinaio di Carabinieri a Baghdad per addestrare la polizia irachena e l’Aeronautica militare con quattro Tornado e due droni dalla base del Kuwait. «Innanzi tutto grazie per l’aiuto che voi italiani ci date, è importantissimo per noi, ricordo la sensibilità mostrata per la nostra causa durante la presidenza italiana della Ue», ci dice ci dice il generale Iziddin Sa’din Salih, comandante della 12 esima Brigata Peshmerga, quella dispiegata su tutta la prima linea di questa parte del fronte. L’ufficiale veterano è anche il responsabile di settore dove operano due battaglioni di yazidi addestrati dai Paracadutisti della Folgore. Un contributo quello italiano che constatiamo con i nostri occhi, quando arriva a Sinjar un «lanciatore Folgore», il «cannone senza rinculo» dei Paracadutisti, ora in dotazione ai Peshmerga per fermare i camion bomba delle bandiere nere. Sono circa ottanta le armi controcarro fornite dall’Italia con mille colpi in tutto cui vanno aggiunte le mitragliatrici Browning di vario genere. Il generale ne fa sfoggio, poi ci dice: «Purtroppo ancora non basta». 

 

Militari, milizie e jihadisti  

A guidare le operazioni è il generale Iziddin Sa’din Salih, comandante della 12 esima Brigata Peshmerga, quella dispiegata sulla prima linea a ridosso delle postazioni dellIsis. L’alto ufficiale, è anche il coordinatore di tutte le forze di prima linea, tra cui due battaglioni di yazidi addestrati dai Paracadutisti italiani nell’ambito della missione «Prima Parthica». Ma Sinjar è un crogiuolo di combattenti, una sorta di Woodstock delle milizie e non solo. Innanzi tutto occorre dire che in trincea accade di vedere fianco a fianco curdi, yazidi e combattenti cristiani. Così è successo a noi quando abbiamo trascorso diversi giorni in prima linea, ricordiamo in particolare di aver conosciuto un combattente cristiano che col fucile in mano e il telefonino nell’altra, ci mostrava con orgoglio le immagini sacre di Gesu, Maria e Giovanni Paolo II. Ma tra le montagne di Sinjar ci sono anche i miliziani del Pkk, ammassati con circa 600 uomini e decine di blindati pronti a entrare nella città e dichiarare di averla conquistata. E’ stato anche questo uno degli elementi che ha frenato la partenza della controffensiva. Non mancano infine le forze speciali, americane in particolare, ma anche francesi e britanniche, che hanno il compito di «illuminare gli obiettivi» e di coordinare gli attacchi «terra-aria», ma non è escluso che in caso di estrema necessità siano loro stessi a tirare il grilletto. 

 

Un dedalo di tunnel sotterranei  

Secondo le informazioni di intelligence curda e alleata, nella città di Sinjar sono asserragliati alcune centinaia di jihadisti di Abu Bakr al-Baghdadi, pronti a morire prima di vedere la città riconquistata. Il nucleo centrale è costituito da circa 200-250 mujahedeen afgani, guerriglieri spietati e ben addestrati, coloro che hanno tenuto la posizione rispondendo ai bombardamenti alleati per diverse settimane. Non ci sono invece i temutissimi ceceni, perché gran parte di loro erano confluiti nell’Iraq centrale per partecipare alla battaglia di Baiji, finendo loro stessi massacrati dalle milizie sciite. Le forze jihadiste hanno inoltre sofferto alcune smagliature dovute ai primi dissidi interni, in particolare tra combattenti iracheni e stranieri. A Mosul ad esempio, un mese fa c’è stato un sanguinoso regolamento di conti tra iracheni e ceceni per questioni di donne, ovvero per il controllo del business delle schiave del sesso. In supporto agli afghani sono giunti negli ultimi giorni manipoli sparsi di altri jihadisti, ma avere un numero preciso di quanti siano ancora in città è complicato. Quello che è certo invece è che a Sinjar non c’è un civile ma questo da tempo. Gli uomini del Califfo si muovano tra il dedalo di tunnel sotterranei e le rovine dei tanti edifici dove si annidano cecchini e batterie di mortai pronte a far fuoco sulle colline da dove è partita l’offensiva curdo-yazida-alleata. Ciò che però si teme di più sono gli Ied, i famigerati ordigni esplosivi disseminati in ogni angolo del centro. Detonatori sono collegati ai rubinetti delle fontane, così che all’apertura dell’acqua esplode la bomba. O dentro i cadaveri degli stessi jihadisti morti, che in caso vengano raccolti e ammassati dai curdi in avanzata esplodono in aria. E’ questo ciò che rende più rischiosa la seconda parte dell’operazione «Operation Free Sinjar», ovvero la bonifica porta a porta di quello che per 15 mesi è stato il regno delle bandiere nere dello Stato islamico.  

ベイルート南部のヒズボラの本拠地で2件の自爆テロ攻撃。イスラム国が犯行声明

 ベイルート南部のヒズボラの本拠地で2件の自爆テロ攻撃があり、少なくとも37名が死亡し、182人が負傷したが、犠牲になった人々の数はさらに増える可能性がある。二人の自爆テロリストは、治安本部のすぐ近くの混雑したフサイネヤ街にあるボルジ・アル・バラジュネーで攻撃をしかけた。
 二人のテロリストは爆弾ベルトを装備していた。レバノンの現地新聞筋によると、レスキュー部隊が第三の爆弾ベルトを発見したが、回路の故障のためにこのベルトは爆発しなかったという。確認されていない現地の噂によると、第三のテロリストが逮捕されているという。
 このテロについては、「イスラム国」がコミュニケで犯行声明を発表した。「イスラム国」のものとされているインターネットのサイトに掲載されたコミュニケは、「カリフの兵士たちが」、ベイルートで「シーア派の信徒たちと背教者」たちに攻撃を仕掛けたと述べている。
 ヒズボラは自分たちの本拠地を防衛するために障壁ブロックを構築し、細かな監視カメラ網を設置していた。しかしテロリストたちはこうした防衛網をすり抜けることに成功し、ハサン・ナスララが率いるイラン寄りの組織であるヒズボラに、これまでにない規模の攻撃を加えることに成功した。これまでも多数のイスラーム過激派の組織が、リビアにもシリア内戦を拡大するために、ヒズボラを攻撃する意図を発表してきた。

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Kamikaze in azione nella roccaforte di Hezbollah a Beirut

Due uomini si sono fatti esplodere in un centro commerciale a distanza di 5 minuti l’uno dall’altro. Il bilancio provvisorio è di 37 morti e 181 feriti. L’Isis rivendica l’attacco
REUTERS

L’area colpita dalle due esplosioni

 
 

Almeno 37 morti e 181 feriti è il bilancio ancora parziale di un doppio attacco suicida contro la roccaforte di Hezbollah a Sud di Beirut. I due kamikaze si sono fatti esplodere nell’area di Borj al-Barajneh, lungo l’affollata Hussaineya Street a breve distanza dalla sede delle forze di sicurezza. Diversi palazzi hanno subito gravi danni. Fra il primo ed il secondo attacco - avvenuti a 20 metri di distanza - sono trascorsi appena 5 minuti.  

 

 
 

 

Entrambi i terroristi avevano indosso dei corpetti esplosivi. Fonti di stampa libanesi affermano che i soccorsi avrebbero trovato una terza cintura esplosiva, non esplosa a causa di un circuito difettoso. Il terzo terrorista, secondo indiscrezioni non confermate, sarebbe stato arrestato. L’Isis ha rivendicato con un comunicato gli attentati. Secondo il comunicato rilanciato dal Site e attribuito all’Isis, l’organizzazione dello Stato islamico ha affermato che «soldati del Califfato» hanno compiuto l’attentato a Beirut contro un «raggruppamento di sciiti» e «apostati».  

 

Per difendere i propri quartieri, gli Hezbollah hanno creato posti di blocco, barriere fisiche ed una minuziosa rete di telecamere ma i terroristi sono riusciti a penetrare tali difese, mettendo a segno uno dei colpi più duri contro l’organizzazione filo-iraniana guidata dallo sceicco Hassan Nasrallah. Al momento non vi sono rivendicazioni del doppio attentato ma nel passato, anche recente, più gruppi jihadisti sunniti avevano promesso attacchi sanguinosi contro Hezbollah, al fine di estendere al Libano il campo di battaglia siriano. 

 イスラム国がシリアで大量殺戮したビデオの公開

 このビデオは、イスラム国がプロパガンダを目的として、2014年にシリアが行った虐殺を撮影したものである。これを公表したのはイエメンの反イスラム国のアラブ人グループである。このビデオでは、イスラム国の兵士たちがライフルを手にして、「アラー万歳!」と叫びながら、地面に伏せさせられたシリア人グループを殺戮している。
 ビデオを公表した反イスラム国のグループは、殺戮されたのは「少なくとも200人の子供たち」と語っているが、イギリスの分析者たちによると、子供ではなく大人だという。殺戮が行われたのは昨年8月にイスラム国が征服したタブカの空軍基地とみられる。

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Esecuzione di massa in Siria: l’Isis uccide 200 persone a colpi di kalashnikov

Il video diffuso sul web. Analisti britannici: non sono bambini, ma adulti
 

 

 Strage di massa in Siria: è il video di un massacro, avvenuto in Siria nel 2014, girato dai miliziani dello Stato Islamico a fini di propaganda. A diffonderlo, dallo Yemen, è un gruppo arabo ostile a Isis. Nelle immagini si vedono i jihadisti del Califfo che, armati di kalashnikov, gridano “Allahu Akbar” mentre fanno fuoco da distanza ravvicinata su gruppi di siriani obbligati a stendersi a terra, gli uni a fianco degli altri, con il volto verso il terreno. 

 

 

 

Per il gruppo anti-Isis le vittime sarebbero “almeno 200 bambini” mentre analisti britannici affermano che si tratta di adulti. Il luogo della strage è la base aerea di Tabqa, catturata da Isis nell’agosto dello scorso anno. 

フランスの思想家のアンドレ・グリュックスマン死す

 フランスの思想家のアンドレ・グリュックスマンが昨晩、パリで亡くなった。享年78歳。五月革命を支持し、人権を守る活動家であり、フランスの二つの世代を結ぶ思想家だった。
 アンドレ・グリュックスマンは、2006年に発表した自伝『怒れる子供たち』において、「わたしは知識人である前に子供であり、子供でありつづける」と語っている。父親は1940年に死去し、母親はレジスタンス運動に身を捧げた。アンドレは、両親のないユダヤ人の子供によくみられるように、ドイツ軍による占領下のフランスで隠れ住んでいた。
 この「怒れる子供」は成人となったアンドレのうちにずっと生き続けていた。1970年代には有名な「ヌーボー・フィロソーフ」の仲間入りをしたが、同じ頃レイモン・アロンと出会い、ソルボンヌ大学で彼の助手になった。アンドレはアロンとともに地政学的な戦いに加わり、共産主義ベトナムから逃れてきた難民ボート・ピープルの支援、1999年のセルビアへの軍事介入の支援、ロシアとの戦争でのチェチェン人の支援など、活発に活動した。
 2007年にル・モンド紙に発表した有名な記事で、グリュックスマンはサルコジ大統領を絶対的に支援することを発表した。しかし2012年には失望を表明した。難民問題とロシアとの関係で意見が合わなくなったのだ。「サルコジはいい人だが、わたしは自分の批判的な精神を大事にしたい」と語ったのである。

 

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Addio a Glucksmann, filosofo arrabbiato

André Glucksmann è morto nella notte a Parigi all’età di 78 anni: protagonista del Maggio francese, militante per i diritti umani, fu punto di collegamento fra due generazioni di intellettuali.
AFP

André Glucksmann a Parigi nel 1977

 
 
«Prima di essere intellettuale, sono e resto un bambino», diceva di sé André Glucksmann, il filosofo francese morto nella notte a Parigi all’età di 78 anni. Un bambino arrabbiato, come raccontò lui stesso nell’autobiografia Une rage d’enfants , pubblicata nel 2006, in cui una delle prime scene lo vede orfano ribelle in un istituto ebraico mentre tira una scarpa in testa ai notabili sopraggiunti per festeggiare la pace ritrovata. Suo padre era stato ucciso nel 1940, sua madre era entrata nelle file della Resistenza, e lui aveva seguito il destino dei tanti bambini ebrei senza genitori che sotto l’occupazione tedesca vivevano in clandestinità.  

 

Di quella rabbia di bambino André ha portato traccia in ognuna delle battaglie condotte durante la vita adulta, sin da quando negli anni Settanta partecipò al gruppo dei «nouveaux philosophes», in segno di rottura con il marxismo dominante. Partecipa alle manifestazioni del maggio parigino nel 1968 dopo aver incrociato Raymond Aron, uno dei pochi intellettuali di centro destra che circolassero in quegli anni in Francia, di cui diventa assistente all’Università della Sorbona. Con lui comincia la grande avventura delle battaglie geopolitiche, che lo porterà negli anni a schierarsi per i rifugiati vietnamiti che scappavano dal comunismo (i cosiddetti “boat people”), a favore di un intervento militare contro la Serbia nel 1999, in difesa dei ceceni durante la guerra con la Russia e via via sul filo di posizioni sempre più atlantiste e anti-pacifiste.  

 

In un celebre articolo su Le monde nel 2007, Glucksmann si schierò senza riserve a fianco del candidato alla presidenza della Repubblica Nicolas Sarkozy. Era rimasto colpito da quella «rupture» che scandiva la sua campagna elettorale, di fronte a una sinistra che gli sembrava sempre più inadeguata a reggere le sfide del Paese: «Una Francia generosa non dimentica gli oppressi, dai boat people vietnamiti, ai sindacalisti di Solidarnosc, alle vittime del fascismo argentino, ai torturati cileni, ai dissidenti russi, bosniaci, kosovari, ceceni - scriveva allora - La possibilità di aprirsi fraternamente al mondo è iscritta nel nostro patrimonio culturale, vedi Montaigne, vedi Hugo... Nicolas Sarkozy è oggi l’unico candidato che si inserisce nel solco di questa Francia del cuore». La delusione arrivò nel 2012, quando in una lunga intervista a Libération, il filosofo ammise di essere «più che deluso, critico», e di non aver condiviso troppe scelte del presidente Sarkozy, in particolare il suo atteggiamento nei confronti degli immigrati e - in politica estera - i rapporti con la Russia: «Sarkozy è una persona simpatica, ma tengo di più al mio spirito critico».  

 

Da qualche anno il filosofo arrabbiato era diventato nonno: suo figlio Raphael ha sposato una politica georgiana e nel 2009 è stato anche consigliere del presidente georgiano Mikhail Saakashvili. Il rapporto tra Raphael e suo padre è sempre stato forte e intenso, e hanno firmato a quattro mani il libro Il maggio 68 spiegato a Nicolas Sarkozy : «Io sono un esaltato, ma nella mia esaltazione sono calmo - disse una volta Raphael -Mio padre invece è da sempre ossessionato dalla contemplazione del male, in un senso profondo e non manicheo ».  

エジプトの調査委員会、爆弾で墜落した確率は90%と認める。空港の手荷物検査はわいろでパス

 
 「爆弾で墜落した確率は90%だ」。10月31日にシナイ半島に墜落して224名の犠牲を出したロシア機の墜落原因を調査しているエジプトの調査担当者たちは、こう語っている。エジプトの調査委員会の情報筋によると、「エアバスブラックボックスに録音された音は、爆弾の爆発音であり、爆弾の確率は90%だと信じている」という。アメリカでも同じように考えており、CNNによるとその確率は99.9%だという。ただしエジプト政府は公式にはそれを否定している。
 イギリスの諜報機関は、イスラム国に忠誠を誓った組織であるエジプトの「アンサール・ベイト・アル・マクデス」(エルサレムの支援者)の指導者であるアブ・オサマ・アル・マスリの存在をかぎつけている。この組織のインターネットのサイトで、この人物の声が確認できたという。またイギリスの諜報機関によると、事故のすぐ後で、ロシアの乗客たちの死を祝ったイギリス・アクセントの声の会話も確認されているという。
 昨日、インターネットには、イスラム国がロシアによるシリア空爆の報復として、エアバスを墜落させたことを祝うビデオが発表されている。その言い方はいかにイスラム国らしいものである。「神のおかげで、カリフの兵士たちがシナイ州でロシアの航空機を墜落させることができた。それに乗っていた220人の十字軍の兵士たちは皆死んだ」という。
 また日曜日のインディペンデント紙では、シャルム空港のスタッフの証言を掲載している。それによると貨物置き場に近付く人を撮影した遠隔カメラの50%は動いておらず、一つも設置されていないこともあるという。また多くの監視カメラは故障しており、修理されていないという。空港のセキュリティ担当者の証言を伝えたAP通信によると、X線による荷物検査スタッフは買収されていることが多く、「麻薬や武器が山積みになったスーツケースが、10ユーロほどの賄賂で、そのまま通過したことを目撃するのはよくあることだ」という。

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Gli 007 britannici: “Dietro l’attentato in Egitto c’è il leader dellIsis nel Sinai”

Londra starebbe pensando di inviare le teste di cuoio in Egitto per dargli la caccia
AP

Gruppi di turisti in attesa all’aeroporto di Sharm el Sheick

  
 

«Ipotesi bomba al 90%». Non sembrerebbero avere dubbi gli inquirenti egiziani che stanno indagando sullo schianto dell’aereo russo precipitato lo scorso 31 ottobre in Sinai con 224 persone a bordo. Una fonte della commissione di inchiesta egiziana avrebbe infatti rivelato in esclusiva alla Reuters che il «rumore registrato dalle scatole nere dell’Airbus è l’esplosione di una bomba e che gli investigatori ne sono convinti al 90%». Sulla stessa linea anche fonti ufficiali americane che alla Cnn affermano addirittura di esserne certi al 99,9%. Indiscrezioni però smentite dal Cairo. 

 

A far propendere sempre di più sulla pista dell’attentato, anche le rivelazioni dei servizi di intelligence britannica che indicherebbero nella figura di Abu Osama al Masri, leader di Ansar Beit al Maqdes, gruppo che ha giurato fedeltà al Califfo, il regista dell’ipotetico attacco contro l’aereo. Gli 007 avrebbero riconosciuto la sua voce nella prima rivendicazione sul web fatta dai jihadisti. Fra gli altri `indizi´ raccolti dall’intelligence anche le conversazioni intercettate in cui voci con accento chiaramente inglese celebrano la morte dei passeggeri dell’aereo russo, poco dopo la strage. 

 

Ma l’Egitto punta i piedi e chiede che si attendino i risultati finali del team. «L’informazione è falsa - ha affermato il ministero dell’Aviazione civile egiziana -. La Commissione di inchiesta sullo schianto dell’aereo russo non presterà attenzione alle notizie circolate dalle agenzie di stampa occidentale che cercano di nuocere all’Egitto». 

 

 
 

 

Ieri il capo della Commissione egiziana aveva parlato di un rumore registrato dalle scatole nere, «ancora tutto da definire», aggiungendo però che gli esperti «sono aperti a tutte le ipotesi». 

 

E oggi spunta un nuovo video in cui lo Stato Islamico celebra l’abbattimento dell’Airbus per vendicarsi dei raid condotti da Mosca in Siria. La retorica è quella tipica adottata dall’Isis: «grazie a dio i soldati del Califfato hanno abbattuto l’aereo russo nella Provincia del Sinai che trasportava 220 crociati russi che sono tutti morti», recita il jihadista che poi accusa «la macchina da guerra russa» che «ha cominciato un genocidio contro i sunniti del Levante in Siria». 

 

E stando all’Independent on Sunday, che cita un membro dello staff dell’aeroporto di Sharm, il posto di controllo delle telecamere che allo scalo riprendono il personale addetto al carico dei bagagli spesso funziona al 50% e «succede a volte che non ci sia nessuno». Inoltre, secondo la stessa fonte, molte delle telecamere di sorveglianza sono rotte e non vengono riparate. L’Ap, riferendo la testimonianza di alcuni funzionari della sicurezza dell’aeroporto, rivela addirittura presunti episodi di corruzione tra gli agenti di polizia addetti al controllo dei bagagli ai raggi X. «Non posso dire quante volte ho scoperto una borsa piena di droga o di armi che (gli agenti) hanno lasciato passare per dieci euro o quant’altro». Una realtà che crea allarme: «Se verrà fuori» che l’aereo russo è stato abbattuto dall’Isis «o da qualcuno ispirato dall’Isis», bisognerà «rivedere i livelli di sicurezza» negli scali dei Paesi a rischio: vale a dire quelli «in cui l’Isis è attivo», ha dichiarato il ministro degli Esteri Gb, Philip Hammond, ammettendo che questo comporterà costi aggiuntivi e perdite di tempo per i passeggeri. 

 

Ma le indiscrezioni sulle falle nella sicurezza contrastano con quanto assicurato dal capo dei servizi di sicurezza degli aeroporti egiziani secondo il quale i controlli sono serrati e «la possibilità che un oggetto non identificato possa essere introdotto in un aereo è pari a zero». 

 

Intanto continua il rientro dei passeggeri dallo scalo, mentre all’aeroporto sul Mar Rosso è atteso un team di esperti italiani che dovrà esaminare e completare le misure di sicurezza adottate per i vettori italiani. Sorridenti, rilassati per nulla infastiditi dai controlli di sicurezza a cui si sono dovuti sottoporre prima della partenza da Sharm sono apparsi a Fiumicino i turisti italiani rientrati nella notte con un volo Blue Panorama. 

イスラエルの高名な作家アモス・オズ、ネタニヤフ首相の外交政策を批判

 イスラエルの高名な作家アモス・オズが、ネタニヤフ首相の外交政策を批判し、「外国で政府が開催するイベントには、もう出席しない」と発表した。オズは「わたしはイスラエルを愛しているが、この国を統治している人々の政策を共有していない」と語っている。 オズは、大使館やその他のイスラエル政府の組織が外国で主催したいかなるイベントにも出席しないと語り、「パレスチナにたいするわが国の政策は認められない」と語っている。
 「わたしのように平和を信じる者は、祖国では裏切り者として扱われ、敵と共謀する者とみなされる。ところが外国ではわたしを招待して、自分の著書について語らされたり、わが国のさまざまな側面について紹介させられたりするのだ」。ただしオズは「わが国にたいしてボイコットをするわけではない」と説明している。「というのも、わたしは国の政策を支持しないとしても、わが国を愛しているからである」という。

 アモス・オズは、「わが国のもっとも激しい敵が組織した集まりでも、世界でイスラエルのために語りつづけるだろう。しかしそれはひとりの市民として行うのであり、わたしがその政策を認めることができない政府のためではない」と語っている。。

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Amos Oz contro Netanyahu: “Non parteciperò più a eventi del governo all’estero”

Lo scrittore: «Amo questo Paese, ma non condivido le politiche di chi lo amministra»
 

Lo scrittore israeliano Amos Oz, 76 anni

 

Amos Oz contro Bibi Netanyahu: «Non parteciperò a eventi del governo israeliano all’estero». Il popolare scrittore esprime pubblicamente il rifiuto di prendere parte all’estero a qualsiasi evento organizzato da ambasciate o enti del governo israeliano «perché ne non condivido l’attuale posizione nei confronti dei palestinesi».  

 

«Chi come me crede nella pace viene spesso tacciato in patria di essere un traditore, un collaboratore dei nemici, poi però all’estero mi invitano a parlare dei miei libri o a fare conferenze per presentare un volto diverso del Paese, cercando consensi locali» osserva lo scrittore che tiene però a precisare: «Ciò non significa condividere boicottaggi contro il mio Paese» perché «amo Israele anche quando non la sopporto».  

 

Amoz Oz assicura che «continuerò a parlare per Israele nel mondo, anche in riunioni organizzate dai nostri avversari più duri, ma lo farò come singolo cittadino» e «non per conto di un governo del quale non condivido le politiche». 

エジプト政府もロシア機が飛行中に破壊された可能性を承認

 ついにエジプト政府も、「航空機は飛行中に破壊された」可能性を認め始めた。シナイ半島にロシア機が墜落して1週間になるが、エジプトは飛行機が飛行中に破壊された可能性を認めたが、それでもまだ「すべてのシナリオがまだ可能である」と主張しつづけている。エジプト政府は爆弾についても爆発についてもはっきりとは口にしないが、「ブラック・ボックスで最後の瞬間に異常な音が聞こえた」ことを確認している。しかしまだ「分析する必要がある」という。
 エジプトではロシア機と接触した可能性のあるシャルム空港のすべてのスタッフの調査が始まった。調査はわずかながら前進していいるが、専門家の間では、224名の犠牲者をだしたこの悲劇の原因について、さまざまな仮説が提起されている。あるシナリオでは、爆弾が破裂して墜落したのではなく、伝統的でない爆発装置によって、たとえばガス爆発装置によって墜落したのだと主張されている。これは「セキュリティ・ミドル・イースト」のサイトが発表しているもので、イギリスの諜報機関のスタッフだったジェイムズ・アバネシー氏の説とされている。
 一方イギリスの日刊紙のデイリー・メール紙は、別の航空機の経験について詳細な調査を発表している。イギリスのある航空機が8月23日にシャルム空港に着陸しようとしていた際に、わずか300 mの距離で、エジプト軍が発射したミサイルに撃墜されるところだったというものである。これが事実だとすると、エジプト上空の安全性について、さらに疑念が強まることになろう。エジプトの外務省ではこれを否定しており、同省のスポークスマンは、イギリス機は危険な状況ではなかったと主張している。

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L’Egitto conferma: “L’aereo si è distrutto in volo”

Rientrano gli italiani bloccati a Sharm. Aperta un’indagine sul personale dell’aeroporto
AP

Una guardia in servizio all’aeroporto di Sharm el-Sheikh

 
 
 

«Distrutto quando ancora era in volo». Ad una settimana dal disastro aereo sul Sinai, l’Egitto riconosce come possibile l’ipotesi di un’esplosione del velivolo russo anche se - si precisa - restano «aperti tutti gli scenari». Pur non parlando esplicitamente né di bomba né di esplosione, il governo egiziano conferma che «le scatole nere hanno registrato a bordo nell’ultimo secondo un rumore» anomalo, che però «è ancora da analizzare». A confermare che Il Cairo valuta ora più attentamente l’ipotesi di un attentato, anche la notizia dell’apertura di un’indagine su tutto il personale dell’aeroporto di Sharm che è entrato in contatto con l’aereo russo. Mentre l’inchiesta egiziana fa un piccolo passo in avanti, si moltiplicano tra gli esperti le ipotesi sulle cause della tragedia costata la vita a 224 persone. Uno scenario suggerisce che la sciagura non sia stata provocata da una bomba, ma da un dispositivo esplosivo non tradizionale, come una bombola di gas: a sostenerlo è il Security Middle East on line che ha citato un ex ufficiale dei servizi segreti britannici, James Abernethy. 

 

IL CASO DELL’AEREO BRITANNICO  

Dal quotidiano inglese Daily mail emergono dettagli inquietanti sulla vicenda di un altro aereo, questa volta britannico, che lo scorso 23 agosto è riuscito a schivare per soli 300 metri un missile sparato per errore dall’esercito egiziano mentre stava atterrando a Sharm. Una vicenda che - se risultasse confermata - aumenterebbe i dubbi sulla sicurezza nei cieli egiziani. A fine giornata è arrivata la smentita dal ministero degli esteri egiziano: l’aereo Gb non è mai stato un pericolo, ha dichiarato il portavoce. 

 

ITALIANI VERSO CASA  

La Farnesina intanto ha riferito che domani nello scalo sul Mar Rosso arriverà un team di esperti italiani per esaminare e completare le misure di sicurezza adottate per i vettori italiani. Allo scalo di Sharm, tra il nervosismo e la tensione dei turisti, proseguono a rilento i rientri dei vacanzieri dopo l’annullamento e i ritardi da parte delle compagnie di alcuni voli. Nel tardo pomeriggio è decollato un volo easyJet con a bordo oltre 200 passeggeri, 104 dei quali italiani, che arriveranno a Luton-Londra prima di proseguire per Milano-Malpensa. Mentre in nottata era atteso l’arrivo a Fiumicino (Roma) di un volo della compagnia Blue Panorama con a bordo connazionali.  

プーチン大統領、ロシア機のエジプトからの運航停止を命令

 ロシアのプーチン大統領は、エジプト国内にあるすべてのロシア機にたいして、飛行の停止を命じた。これはエジプトの主要な収入源である観光業にとっては大きな打撃であるとともに、エアバス321シナイ半島に墜落したのは、機内に持ち込まれた爆弾のためであるという仮説を裏付けるものである。
 プーチン大統領がこの決定を下したのは、ロシア諜報機関である連邦保安庁(FSB)のアレクサンドル・ボルトニコフ長官の助言によるものである。ボルトニコフ長官は反テロリズム委員会の特別会議の席上で、「墜落の真の原因が明らかになるまでは、飛行をやめるのが妥当と思われる」と発言したのである。
 ただし政府のディミトリー・ペスコフ大統領報道官は、飛行が停止されるのは、「必要なセキュリティ水準が確立されるまで」であって、224名の犠牲者を出した今回の航空機事故についての調査が終わるまでではないと説明している。この決定は、「テロリストによる攻撃が行われたという仮説を認めるものではない」という。
 アメリカ合衆国オバマ大統領も、イギリスのキャメロン首相も、今回の墜落が機内に持ち込まれた爆弾によるものであると考えているが、ロシア政府はこれに不快感を表明している。
 ブラックボックスの調査はつづいているが、二つの状況説明が噂されている。一つは機内で爆発音が聞こえたというものであり、もう一つはまったく平常な様子だったというものである。最初の説明は爆弾の爆発説を裏付け、第二の説明はエンジンの故障や燃料漏れなどの故障を否定するものであり、どちらも爆弾仮説を裏付けることになりかねない。エジプトのシャルムエルシェイク空港では数千人のツーリストが足留めされ、困惑している。 

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La Russia ordina lo stop di tutti i voli per l’Egitto

Indiscrezioni e smentite sull’analisi delle scatole nere: «Sull’aereo si sente uno scoppio». Alitalia rafforza la sicurezza al Cairo. Annullato il rientro Easy jet degli italiani da Sharm
Vladimir Putin ordina lo stop ai voli russi in tutto l’Egitto, con una mossa che affonda una delle principali voci nel bilancio egiziano - il turismo - e rilancia di fatto l’ipotesi che l’Airbus 321 sia precipitato in Sinai per l’esplosione di una bomba a bordo. Ed è vera e propria emergenza nei resort di Sharm el Sheikh, dove migliaia di turisti attendono di essere rimpatriati. Tra loro anche gli italiani: «Il piano di recupero - che era previsto in nottata - non è più attuabile», si è scusata Easy jet, che aveva programmato un volo per Malpensa. Alitalia ha intanto annunciato il rafforzamento dei controlli all’aeroporto del Cairo. La stessa misura decisa dagli Stati Uniti per tutti i voli della regione in arrivo nel Paese. 

LA SVOLTA DI MOSCA  

La decisione di Mosca di sospendere i collegamenti aerei con l’Egitto è arrivata dopo il «consiglio» del capo dei servizi segreti russi (Fsb), Aleksandr Bortnikov. Quello di Putin è uno schiaffo all’amico Abdel Fattah Sisi. «Finché non avremo definito le cause reali dell’accaduto - ha detto Bortnikov durante una riunione straordinaria del comitato antiterrorismo - credo che sarebbe sensato sospendere i voli». Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha poi precisato che lo stop durerà «finché non sarà stabilito il necessario livello di sicurezza» e non fino alla fine delle indagini sul disastro aereo, costato la vita a 224 persone, soprattutto russi. La decisione «non avvalla la tesi di un attacco terroristico», recita la versione ufficiale russa. 

 

L’IMBARAZZO DEL CREMLINO  

Mosca, del resto, aveva lanciato poco prima sonore bordate contro Washington e Londra: la «possibilità di una bomba a bordo» rilanciata da Barack Obama e David Cameron sulla base delle informative delle rispettive intelligence «è solo una delle supposizioni». «Non sappiamo che dati usino i nostri colleghi britannici, e Londra non le ha condivise con noi», era stato l’affondo del Cremlino, che ieri non aveva nascosto la propria irritazione per la ridda di ipotesi rimbalzate da fonti occidentali. Le versione più accreditata è quella di una valigia-bomba piazzata nella stiva da un «infiltrato» dellIsis. E la decisione di Putin viene letta come una iniziale conferma dell’ipotesi attentato. 

 

  

LE SCATOLE NERE  

Il Cairo intanto ruggisce contro i media francesi, che citando un anonimo «inquirente» hanno sentenziato che nelle registrazioni delle scatole nere «si sente il rumore di un’esplosione in volo». Un’altra versione è diametralmente opposta ma arriva alle stesse conclusioni: nelle registrazioni «è tutto normale, non si sente nulla», e ciò dimostrerebbe che il volo è precipitato a causa di una bomba. Si tratta di «notizie false e infondate», ha tuonato una fonte del ministero degli Esteri egiziano. La Bea, l’ente francese per la sicurezza aerea che indaga sul disastro, afferma di «non poter confermare» le indiscrezioni della stampa d’oltralpe. 

 

L’INCHIESTA  

Le indagini proseguono: i «migliori» specialisti stanno cercando eventuali tracce di esplosivo sui frammenti dell’A321 usando «le attrezzature più all’avanguardia», ha sottolineato Mosca. Secondo alcuni media israeliani le prime valutazioni degli esperti russi confermerebbero l’esplosione a bordo del velivolo, ed escluderebbero alcune ipotesi accidentali, come ad esempio dei difetti nel carburante. Funzionari statunitensi hanno invece voluto sottolineare che l’ipotesi della bomba a bordo «non è conclusiva», invitando alla cautela: le comunicazione dei jihadisti intercettate «presentano delle contraddizioni» - ad esempio sul punto esatto in cui sarebbe stato piazzato l’ordigno - e «non ci sono al momento prove che dimostrino con certezza» che la tesi dell’attentato sia realtà. 

 

MIGLIAIA DI TURISTI BLOCCATI A TERRA SUL MAR ROSSO  

A Sharm intanto è il caos. Turisti infuriati attendono di essere rimpatriati. Una manciata di britannici è sbarcata a Londra. Ma l’Egitto ha autorizzato solo otto dei 29 voli speciali programmati per i rimpatri. Anche Putin ha promesso che riporterà a casa i russi: sono tra i 45.000 e i 70.000, divisi tra Sharm e Hurghada. Altri 100.000 dovevano partire entro dicembre. L’agenzia federale del turismo russo stima che l’annullamento delle loro vacanze farà collassare le agenzie turistiche. 

衝突がつづくイスラエルとパレスチナ。オバマ大統領は和平の実現に諦念を表明

  イスラエルの和平は遠いままである。オバマ大統領は先日、このように発言したが、これは毎日の出来事からも裏付けられている。本日はガザで国境近くでイスラエル軍との衝突が起きた際に、23歳のパレスチナ人が殺された。またヨルダン川西岸ガッシュ・エチジオン地区のハルフルの町では、70歳の女性がイスラエル兵に襲いかかろうとして殺害された。警備兵が反射的に反応して殴打したために、この女性は死んだという。この女性は第一次インティファーダの際に夫を亡くして寡婦になっていたという。
 アメリカ合衆国との政府筋によると、イスラエルのネタニヤフ首相の数日後の訪米を控えて、オバマ大統領が中東情勢を検討したが、「現実的な評価」に基づいて、大統領の残りの任期のうちにイスラエルパレスチナの和平を実現できる可能性はないと結論したという。

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Ancora scontri a Gaza e in Cisgiordania: 2 morti Obama si arrende: “In Israele la pace è lontana”

Le vittime sono due palestinesi: un ragazzo di 23 anni e un’anziana di 70. L’amministrazione Usa: «Realisticamente nessuna soluzione nei prossimi 12 mesi»
 
 
 

In Israele la pace è lontana. Lo ha detto ieri Barack Obama ed è evidente dalle cronache di tutti i giorni: oggi un palestinese di 23 anni è stato ucciso a Gaza in scontri con l’esercito israeliano avvenuti nei pressi della barriera di protezione sul confine, mentre nella cittadina di Halhul nella zona di Gush Etzion in Cisgiordania è stata uccisa una donna palestinese di 70 anni che, secondo la polizia, ha tentato di investire alcuni soldati israeliani. La donna è morta per ferite riportate a causa dei colpi di reazione delle forze di sicurezza. Secondo i media è la vedova di un palestinese ucciso durante la prima Intifada. 

 

Proprio ieri il presidente degli Stati Uniti ha escluso che un accordo di pace tra israeliani e palestinesi sia possibile durante gli ultimi mesi del suo mandato. Ad affermarlo sono state fonti della amministrazione Usa, sottolineando come il presidente abbia elaborato «una valutazione realistica» della situazione in Medio Oriente, a pochi giorni dalla visita di Netanyahu in Usa.  

 

Le stesse fonti citate dai media Usa hanno quindi spiegato come l’obiettivo principale del faccia a faccia alla Casa Bianca tra i due leader (il primo dopo la firma della controversa intesa sul nucleare iraniano) sarà quello di discutere i passi necessari per evitare lo scontro tra israeliani e palestinesi in assenza di un’accordo di pace. L’incontro sarà anche l’occasione per confrontarsi su alcuni temi comuni come la sicurezza, l’Iran e la Siria. 

 

Ma - spiega il consigliere per la sicurezza nazionale Ben Rhodes - il fatto che il governo israeliano dia un tiepido supporto alla cosiddetta «soluzione dei due stati» (fortemente sostenuta dall’amministrazione statunitense) vuol dire che Obama deve oramai accettare l’idea dellimpossibilità di un accordo che ponga fine al conflitto nei prossimi 12 mesi. «Questo - ha detto Rhodes - non diminuirà però i nostri sforzi e la nostra convinzione che la soluzione dei sue stati sia l’unica via per risolvere il conflitto israelo-palestinese. Per raggiungere quindi una pace e una sicurezza che durino nel tempo, dando ai popoli israeliano e palestinese quella dignità che meritano».  

シリアの内戦終結のためのロシアの七項目提案


 ロシア政府は、シリアでのすべての内戦を終了させるための7項目の計画を作成した。11月13日にはジュネーヴで、西洋諸国、アラブ諸国、イラン、ロシアの代表が集まって会議を開く予定であり、その会議でこの提案が提出されるという。この提案は1989年にレバノン内戦を終了させるためにまとめられたタイフ合意に基づいたものであり、「勝者も敗者もない」結果となり、「新しい政府が樹立された後に」アサド大統領が退陣することを計画している。


一]シリアの武装した反体制派には二種類ある。一つはアサド政権との交渉を受け入れるものであり、もう一つは武装抵抗をつづけようとするものである。

二]アサド体制と、政権との交渉を受け入れようとする武装した反体制派との間で停戦を決定する。シリアの反体制派の「スポンサー」は、あらゆる武器の供給を停止する。

三]シリアのすべての勢力の間で交渉が行われる。当事者の罪を問わない協定が結ばれ、、すべての捕虜が釈放される。大統領選挙と議会選挙が行われ、国家的な和解のための政府が樹立される。シリア憲法を修正して、権力を大統領から首相に移管するようにする。

四]ロシアは、アサド大統領が次回の選挙に立候補しないことを保証する。ただしアサド家またはその協力者が選挙に出馬することはあるだろう。

五]武装した反体制派のすべての兵士と、イラン寄りのすべての民兵は、新しいシリアの軍隊に編入される。

六]ロシアは、武装した反体制派のすべての人が罪を問われないことを保証するが、アサド大統領とその家族も罪を問われないものとする。

七]シリアにおけるロシアの軍事的なプレゼンスは、国連の決議のもとでつづけられ、締結された協定が実際に施行されるのを保証するものとする。

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Piano russo in sette punti per la Siria

Mosca: Assad uscirà di scena dopo la formazione del nuovo governo
 

Mosca propone un piano in 7 punti per porre fine alla guerra in Siria. Lo sottoporrà a Occidente, Paesi arabi e Iran ai negoziati di Ginevra, previsti per il 13 novembre. Modellato sull’accordo di Taif del 1989, che pose fine alla guerra civile libanese, prevede che «non vi siano né vinti né vincitori» e verte attorno all’uscita di scena di Bashar Assad «dopo la formazione del nuovo governo». Ecco cosa prevedono i singoli punti del piano, secondo quanto anticipato da Vladimir Florov, consigliere del governo russo, ed ampiamente riportato dai media moscoviti. 

 

1. Ci saranno due categorie di opposizione armata siriana: chi accetta di negoziare con Bashar Assad e chi continuerà la resistenza armata. 

 

2. Un cessate il fuoco sarà raggiunto fra il regime di Assad e i gruppi dell’opposizione che accettano di negoziare. Ci sarà una cessazione totale di invio di armi da parte degli “sponsor” dell’opposizione siriana. 

 

3. Si terranno negoziati fra tutte le forze siriane. Porteranno ad un accordo su amnistia e rilascio di tutti i prigionieri. Si svolgeranno elezioni presidenziali e parlamentari anticipate per formare un governo di riconciliazione nazionale. La Costituzione siriana sarà modificata per trasferire i poteri dal presidente al primo ministro. 

 

4. La Russia garantirà che Assad non parteciperà alle prossime elezioni ma potrà nominare qualcuno della sua famiglia o dei suoi collaboratori. 

 

5. Tutti i gruppi dell’opposizione armata e le milizie filo-iraniane saranno integrati nell’esercito siriano 

 

6. La Russia garantirà l’amnistia per tutti i partecipanti ai gruppi armati di opposizione in cambio del loro impegno a rinunciare di perseguire Assad e i suoi famigliari 

 

7. La presenza militare russa in Siria continuerà sotto l’edita di una risoluzione dellOnu che indicherà nella Russia il garante dell’applicazione degli accordi raggiunti. 

イスラム国、アルカイダからミニ爆弾のノウハウを伝授され、ロシア機を墜落させたか

 「イスラム国」の「カリフ」アル・バグダディはどうやら、航空機への攻撃を始めたようである。イスラム国が爆破した初めての民間航空機の事故は、イエメンのアルカイダのエンジニアだったイブラヒム・アル・アシリが開発した強度の高いミニ爆弾を、イスラム国が所有しているのではないかという恐怖を掻き立てるものである。

 アル・バグダディはカリフに就任すると発表してから17ケ月後に戦略を変更したようである。シリアに介入した憎き敵であるロシアのプーチン大統領を驚かせるために、地上だけではなく、空でも攻撃を加えることにしたようである。
 陸上ではイスラム国とアルカイダは競っているようにみえる。しかしシリアでの内戦については最近、オサマ・ビンラディンの後継者であるアルカイダの指導者のアイマン・アル・ザワヒリが、アメリカ合衆国とロシアに対する聖戦のために「聖戦の戦士たちが力を合わせる」ことを求める声明を発表している。このことからも、世界でもっとも狙われているテロリスト集団であるアルカイダの指導者が(単独で、あるいは信徒たちとともに)、イスラム国に手助けをすることを決めた可能性があると考えられる。
 アルカイダのメンバーだったナイジェリア人のイブラヒム・アル・アシリ(1982年生まれ)は、ミクロ爆弾を使って、二度の破壊的な航空機の攻撃をした。2009年にはノースウエスト・エアラインズの253便に搭乗して、下着の下にプラスチック爆弾を隠し持っていた。クリスマスの夜にデトロイト上空がこの爆弾を爆破させようとして失敗したのだった。そして善く2010年には、300 gの2個のプラスチック爆弾を、イエメンからアメリカ合衆国に向かう航空機に乗せて爆破させようとして、最後の瞬間に発見されたのだった。
 このミニ爆弾のアイデアは、アンワール・アル・アウラキが生み出したものである。元ニューメキコのイマームだったこの人物は、イエメンのアルカイダの指導者になったが、アメリカ軍の無人機の攻撃によって死亡したが、このミニ爆弾を実験し、イブラヒムの兄弟であるアブドゥラー・アル・アシリに委ねた。アル・アシリは肛門にこの爆弾を隠して、2009年にサウジアラビアの当時の治安部門の責任者だったムハマド・ビン・ナイエフ内務副大臣(現在の皇太子)を殺害しようとしたのだった。
 このミニ爆弾はアルカイダの発明であり、2001年12月には「シュー・ボンバー」と呼ばれたリチャード・コルヴィン・リードがパリ/マイアミ間の航空機で靴に隠して爆発させようとしたこともあった。ただしアル・アシリはこれを精密な爆弾に仕上げたのであり、テロの危険性が特に高かったアメリカ合衆国イスラエルは、空港な精密な「ボディ・スキャナー」を設置せざるをえなかった。この装置は衣服の下まで見通して、身体の開口部に爆発を起こさせるような危険物が隠されていないかどうかを調べることができるものである。
 2013年にはアメリカ合衆国の情報機関は、シリコン製の豊胸手術の危険性を指摘した。アルカイダはある文書で、テロ防止装置で発見されることのない「爆発物の着用」方式について語っていたためである。こうした「ボディ・スキャナー」はヨーロッパの空港には設置されているが、ほとんど使われることはなく、アラブ世界ではほとんど設置されておらず、エジプトのシャルムエルシェイク空港には設置されていなかった。
 そのためアメリカ合衆国とイギリスの情報機関は、アル・アシリやその弟子がイスラム国のカリフに接近して、「ノウハウ」を伝授し、それが224人の乗員とともに、シナイ半島にロシアの航空機を墜落させることに成功したのではないかと懸念しているのである。シリアへのロシア軍の介入を罰するためにである。 

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Aereo caduto, la Cia: è stata una bomba dellIsis. Così il Califfato apre il fronte dei cieli

Per la prima volta Al Baghdadi ha colpito un aereo. L’ordigno era contenuto in una valigia caricata allo scalo da un infiltrato. Londra sospende i voli per Sharm
ANSA

Il relitto del volo Airbus caduto sul Sinai

 
 

Il primo aereo civile distrutto dal Califfo della Jihad porta con sé il timore che lo Stato Islamico (Isis) si sia impossessato dei miniesplosivi ad alto potenziale di Ibrahim al-Asiri, l’ingegnere di Al Qaeda in Yemen. A 17 mesi dalla proclamazione del Califfato, Abu Bakr al-Baghdadi cambia strategia: affianca il fronte dellaria a quello terrestre per sorprendere il nemico che più di altri vuole colpire, Vladimir Putin, artefice dell’intervento in Siria.  

 

MAPPA - Le guerre in Medio Oriente cambiano le rotte turistiche (di M.Molinari)  

 

Sulla carta Isis e Al Qaeda sono in competizione, ma proprio la guerra in Siria, i recenti appelli di Ayman al-Zawahiri - successore di Osama bin Laden - all’«unità dei jihadisti contro Usa e Russia e la decomposizione dello Yemen consentono di ipotizzare che il terrorista saudita più ricercato del Pianeta sia passato - da solo o con degli allievi - al servizio del Califfato. Al-Asiri, classe 1982, è l’uomo che ha confezionato le microbombe con cui Al Qaeda ha sfiorato per due volte devastanti attentati aerei: nel 2009 è lui ad aver confezionato la sostanza al plastico che il kamikaze nigeriano porta dentro le mutande sul volo Northwest Airlines 253 senza riuscire a farla esplodere sul cielo di Detroit nella notte di Natale e l’anno seguente sono due microbombe da 300 grammi, sempre al plastico, inviate su altrettanti aerei cargo dallo Yemen agli Stati Uniti ad essere scoperte all’ultimo minuto.  

 

L’idea dei microesplosivi viene da Anwar al-Awlaki, l’ex imam del New Mexico divenuto leader di Al Qaeda in Yemen e anch’egli eliminato dai droni Usa, che la sperimenta affidando ad Abdullah al-Asiri - fratello di Ibrahim - un ordigno nascosto nel retto anale con cui nel 2009 tenta di eliminare Mohammed bin Nayef, allora capo della sicurezza saudita e oggi principe ereditario del regno. Le microbombe sono l’impronta di Al Qaeda da quando lo «Shoe-Bomber» Richard Colvin Reid nel dicembre 2001 tenta di darsi fuoco alle scarpe sul volo Parigi-Miami ma Al-Asiri le porta a un livello di sofisticazione tale da obbligare gli Stati Uniti e Israele - i Paesi più a rischio - a posizionare negli aeroporti i particolari «body scanner» che vedono sotto i vestiti, nelle cavità corporee, cercando micro-sostanze capaci di essere combinate e fatte esplodere, sommando competenze chimiche e vocazione al martirio jihadista.  

 

 
 

 

NIENTE BODY SCANNER  

Uno degli allarmi dell’intelligence Usa, nel 2013, riguarda i seni al silicone perché in un documento di Al Qaeda vi si fa riferimento come possibile «vettore di esplosivo» praticamente impossibile da scoprire per l’antiterrorismo. I «body scanner» negli scali dell’Europa continentale esistono, ma vengono usati raramente, nel mondo arabo sono assenti e anche Sharm el-Sheikh ne è sprovvisto. Da qui il timore dell’intelligence Usa e britannica che Al-Asiri, o un suo discepolo, finito nei ranghi del Califfato, abbia messo il proprio «know how» a disposizione di uno «shahid jihadista», riuscendo a far disintegrare il volo russo sul Sinai assieme ai suoi 224 passeggeri. Per punire l’intervento russo in Siria.  

 

È l’ipotesi che l’intelligence occidentale teme di più ma non è l’unica perché a ben vedere ve ne sono altre: dal precedente del 2004, quando i jihadisti ceceni hanno fatto esplodere due jet in una notte, alla bomba di Lockerbie che non si è mai trovata. L’aereo della Pan Am esplose nel 1988 sui cieli scozzesi a causa di un ordigno nascosto in una valigia - spedita da Malta -, ma quasi 30 anni di indagini non hanno consentito di arrivare a una certezza assoluta in merito. Tanto che appena dieci giorni fa Londra ha inviato una task force di investigatori in Libia per «cercare nuovi elementi di prova» su quanto avvenne allora in Scozia. O forse perché già si aveva sentore della scelta del Califfo di portare il terrore nei cieli.  

アムネスティ、シリアでアサド政権が市民を誘拐し、家族から多額の金を巻き上げていると告発

 シリアではこれまで65,000人近くの人々が姿を消しており、アサド政権が誘拐犯人を操作し、誘拐された人々の家族に「仲介者」に「多額の報償金」を支払わせているとみられる。そして「仲介者」の伝えた情報は不正確なものにすぎなかったという。これはアミネスティ・インターナショナルが報告書で明らかにしたことであり、それによると「2011年に内戦が始まってから、アサド政権とその同盟者たちは数万人の市民を誘拐しており、これは人道に反する犯罪である」という。
 アムネスティは、シリアで誘拐された多くの人々の家族を調査したか、家族は愛する人々の行方を尋ねるために、「仲介者に多額の資金を払わされた」が、伝えられた情報は不正確で根拠のないものだったという。誘拐された人々は満員の監房に幽閉されたが、こうした監房の衛生条件は最悪であり、病気が蔓延し、病気になっても治療を受けることはできず、「多くの人は拷問された。鞭や電気棒で拷問され、火傷を負わされ、レイプされた」という。
 誘拐された一人であるサラム・オトマンさんはアムネスティにたいして、「3年間もぶっつづけに」同じ監房に幽閉されたと語っている。「この監房では多くの人が発狂した」という。「誰かが死ぬと、その代わりに新しい人が運び込まれた」と、オトマンさんは断言している。誘拐された別の人の家族は、10万ユーロを越える金額をアサド政権の役人に払わされたが、誘拐された人を取り戻すことはできなかったという。

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Amnesty International: “Il regime siriano ha sequestrato decine di migliaia di persone”

I parenti di molti “desaparecidos” hanno raccontato di essere stati “forzati a pagare dei mediatori” per ottenere informazioni sui loro cari rivelatesi quasi sempre inesatte
 
 

In Siria sono scomparse nel nulla almeno 65 mila persone e il regime di Bashar Assad gestisce i sequestri per ricattare i famigliari, al fine di incassare ingenti quantità di liquidi. Ad affermarlo è un rapporto di Amnesty International secondo cui «dall’inizio della guerra civile nel 2011 il regime ed i suoi alleati hanno sequestrato decine di migliaia di persone in una campagna che costituisce un crimine contro l’umanità». 

 

Amnesty ha intervistato i parenti di molti “desaparecidos” siriani che hanno raccontato di essere stati «forzati a pagare dei mediatori» per ottenere informazioni sui loro cari rivelatesi quasi sempre inesatte o senza fondamento. I sequestrati sono stati incarcerati in celle sovraffollate, dove le condizioni igieniche sono pessime, le malattie molto diffuse e le cure inaccessibili «e molti di loro sono stati torturati - aggiunge Amnesty - con fruste, scosse elettriche, bruciature e violenze carnali». 

 

Uno degli scomparsi, Salam Othman, ha raccontato ad Amnesty di essere stato «detenuto per 3 anni senza interruzione» sempre nella stessa cella «dove molte persone sono diventate matte”. “Chi moriva veniva sostituito da nuovi arrivi» ha affermato Othman. I parenti di altri detenuti hanno affermato di aver speso negli anni cifre superiori all’equivalente di 100 mila euro, versandoli a funzionari del regime che promettevano informazioni sui loro cari per poi svanire nel nulla. 

国連のリビア特使であるベルナルディノ・レオン氏に収賄の嫌疑

 

 国連リビア特使であるベルナルディノ・レオン氏の任期はすでに切れているが、ろレオン氏がリビアの内戦を調停する役割を果たしていた頃から、内戦の片方に荷担しているとされた国が昨年設立したある組織のポストで、毎月5万ユーロの報酬を受け取ることが取り決められていたという。イギリスのガーディアン紙がこのほど発表したメールによると、この国はアラブ首長国連合であり、国連特使としてのレオン氏の任務の公平さに疑念が抱かれることになった。

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All’inviato Onu in Libia Leon un lavoro da 50 mila euro da un paese coinvolto nella guerra

Una serie di mail mettono in dubbio l’imparzialità del diplomatico spagnolo
 
 
 L’addio di Bernardino Leon, inviato Onu in Libia, era atteso da tempo. Meno noto è che durante l’estate - mentre era nel pieno del suo ruolo di mediatore - ha negoziato un compenso di 50 mila euro al mese per un incarico creato solo lo scorso anno da uno dei Paesi accusati di sostenere da dietro le quinte una delle parti nella guerra civile che Leon, per conto dellOnu, doveva far concludere: gli Emirati Arabi Uniti. È quanto rivela il britannico Guardian che pubblica una serie di mail che mettono in dubbio l’imparzialità del diplomatico spagnolo e ricorda come gli Emirati e l’Egitto siano accusati di sostenere il governo Internazionalmente riconosciuto di Tobruk - per il quale nella sua corrispondenza Leon scrive esplicitamente di parteggiare - mentre Qatar e Turchia quello islamista di Tripoli. 

 

Il diplomatico spagnolo, che chiuderà oggi con l’ultimo rapporto al Consiglio di Sicurezza Onu il suo lavoro lasciando la patata bollente ed irrisolta della riconciliazione libica al tedesco Martin Kobler, assumerà l’incarico di direttore generale della «accademia diplomatica» degli Emirati. Si tratta, scrive il Guardian, di una sorta di think tank finanziato dallo Stato per promuobere la politica estera degli emirati ed addestrare i suoi diplomatici. 

 

Il Guardian sostiene che «il nuovo lavoro di Leon negli Emirati pone in dubbio la sua imparzialità come mediatore Onu per la pacificazione» della Libia. 

In una mail al Guardian Leon ha negato qualsiasi conflitto di interesse, ricordando che era sua intenzione lasciare l’incarico Onu entro il primo settembre. Ma da altre mail viste dal quotidiano britannico dimostrano che a Leon l’incarico è stato offerto a giugno, seguite a luglio da richieste di aumento del compenso per coprire le spese di alloggio. Ad agosto l’annuncio che si sarebbe trasferito con la famiglia a Abu Dhabi, il più ricco dei 7 emirati che formano lo stato del Golfo. 

 

Non solo. In una mail inviata il 31 dicembre 2014, 5 mesi dopo aver ottenuto l’incarico Onu, Leon scriveva dal suo account personale al ministro degli Esteri emiratino, Abullah bin Zayed. Nel testo Leon, tra l’altro, affermava: «Non intendo lavorare ad un piano politico che includa tutti», aggiungendo di avere una strategia «per delegittimare completamente» il General National Congress, il `Parlamento´ di Tripoli. Sempre nella mail Leon ammette: «Tutte le mie mosse e proposte sono state confrontate con (ed in molti casi messe a punte dal) Parlamento di Torbuk e (con l’ambasciatore libico negli Emirati) Aref Nayed e (l’ex premier libico ora residente negli Emirati) Mahmud Jibril». 

 

Nella chiusa Leon scrive: «Io posso aiutare a controllare il processo mentre sono qui. Tuttavia, come lei sa, non penso di restare qui a lungo...Sono considerato come sbilanciato a favore di Tobruk. I consigliato gli Usa, il Regno Unito e l’Ue di lavorare con voi». 

 

Leon ha sostenuto con il Guardian che questo testo non significa nulla e di averne scritti di simile alle altri parti perché «il mio obiettivo era conquistare la fiducia» di tutti gli attori in gioco. 

 

Il Guardian ricostruisce però di aver contattato Leon lunedì e questi ha prima smentito di aver concluso l’intesa per il lavoro. Ha poi inviato una mail solo ieri mattina sostenendo di «non aver firmato ancora il contratto», chiedendo al Guardian di non pubblicare l’articolo sulla trattativa con Abu Dhabi, offrendosi in cambio di dare un’intervista. Sempre ieri, però, ha ufficializzato il suo nuovo incarico ad Abu Dhabi. 

 

Leon da parte sua sostiene ora che le sue mail sono state manipolate per rappresentare un punto di vista voluto del suo lavoro. Ha aggiunto che aveva pensando di dimettersi dal suo incarico in Libia gia ai primi di gennaio (poco più di cinque mesi dopo aver iniziato) - nella migliore delle ipotesi a conferma del suo scarso convincimento - e di assumere «un incarico accademico in America. Solo molti mesi più tardi, quando il mio contratto con l’Onu stava per concludersi, ho ripreso i colloqui sul mio futuro lavoro».