SANAA - I ribelli sciiti hanno respinto la proposta di tregua di cinque giorni offerta ieri dall'Arabia Saudita, all'indomani dei raid condotti contro la città portuale di Mokha, costati la vita a 141 persone. "La tregua richiesta dall'aggressore saudita - ha denunciato in un tweet il leader degli Houthi, Abdel Malek al-Hoithi - ha come obiettivo quello di dare spazio di manovra per mobilitare Daesh (l'acronimo arabo dello Stato islamico, ndr) e al Qaeda. La battaglia continua e la guerra non è finita". 

La tregua dovrebbe entrare in vigore alla mezzanotte di oggi. Intanto, fonti mediche yemenite hanno riferito che i raid della coalizione a guida saudita nella provincia meridionale di Taiz hanno fatto 141 morti e 200 feriti. Si è trattato del bombardamento più massiccio contro i ribelli sciiti da quando sono iniziati i raid alla fine del marzo scorso. Secondo il ministero della Sanità, tra le vittime ci sono almeno una sessantina di civili.

Intanto le forze leali al presidente yemenita Abdo Rabbu Mansour Hadi hanno annunciato la cattura di due dirigenti houthi ad Aden, nel sud del Paese. Tra loro c'è il fratello del leader ribelle sciita Abdelamalek al-Houti. Secondo quanto riferito su Twitter, i combattenti hanno fatto prigioniero Abdelkarim al Huti insieme con Abu Yehia al-Houti.

Intanto il clima nella capitale Sanaa, resta teso. Oggi una bomba è esplosa sotto un autobus, uccidendo tre persone e ferendo altre cinque.