イスラム国の最高指導者のバグダディの「妻」として、性奴隷にされていたカイラ・ミューラーさん
「イスラム国」はまず重要なプロパガンダで、彼女の死体を利用しようとした。26歳のカイラさんは、ヨルダンの空襲のために死亡したと宣伝したのである。ヨルダンは、パイロットのムアーズ・カサースベ中尉が生きたままに焼かれ、その死の苦しみをビデオに撮影されて放映されたことの報復として、激しい空爆を実行したのである。そして「イスラム国」は家族に3枚の写真を送りつけてきた。ある写真に写っていたカイラさんの顔には、打ち傷と出血のあとがあった。これは空爆で死亡した人にはあまり見掛けない傷跡である。
このことを告発しているのは、14歳のヤジド族の少女であり、この少女も「イスラム国」の性的な奴隷とされたが、逃走することに成功したのだった。彼女はカイラさんと一緒に拘禁されていた。アメリカの諜報機関は、この告発を裏付ける複数の証拠を集めている。6月にはカイラさんの両親のカール・ミューラーさんとマルサ・ミューラーさんにこの事実を伝えている。アメリカ人の若い女性が「イスラム国」の指導者の「妻」になっているという情報は、カイラさんの死の前から伝えられていた。しかしこの「指導者」の名前が最高指導者のバグダディであることは確認されていなかった。
カイラさんは、アブ・サヤフとその妻のウム・サヤフの捕虜とされていた。アブ・サヤフは「イスラム国」の財務担当とみなされており、石油の売却の責任者で、6月にアメリカ軍による急襲で殺害された。妻のウム・サヤフも拘束され、クルディスタン当局に引き渡された。ここで裁判が開かれる予定であり、「長期間の独房入り」の刑が課せられると見られている。取り調べの際に、アメリカ人の人質を奴隷としていたことが確認された。
カイラ・ミューラーさんの物語は、アメリカと西洋のすべての国の世論の注目の的となっていた。アメリカ軍はカイラさんとその他の西洋の人質を解放するために、シリアで陸上の急襲作戦を実行したが、失敗に終わっていた。カイラさんの婚約者であるシリア人のオマール・アルカニさんが、彼女は自分の妻であると主張しながら、「イスラム国」から彼女を解放しようと努力した。アルカニさんの話しでは、カイラさんと面会することはできたが、アルカニさんが危険な立場に立つことを恐れて、自分が彼の妻であることは否認したという。
『フォーリン・ポリシー』誌は、カイラさんは「逃げることはできた」と語っている。「しかし捕虜になり、健康状態が悪化していた他の西洋の人質を助けるために、逃げずに残った。死のしばらく前に両親に宛てて書いた痛ましい書簡で、「わたしのうちにはまだ戦うための力がたっぷりとあります。挫けていません。どんなことであろうと屈しません」と書いている。
彼女の悲劇は、シリア人、イラク人、リビア人の多くの女性や少女を襲った悲劇と同じようなものである。彼女たちは「ほんものの性奴隷の市」に売られ、ときには処女膜を復元する手術を受けさせられたことを、国連が非難している。イラクで数百人も拉致されたヤジド族の女性たちは、「イスラム国の幹部たちが毎日やってきて、相手にする女性を選んだ。12歳にしかならない少女もいた」と告発している。ある女性は、イスラム国の幹部からトルクメンの兵士に渡され、このトルクメンの兵士は彼女をチェチェンの友人に「贈り物」として渡したという。ラッカの活動家たちは、イスラム国の兵士たちは「セックスの病人」であり、「残酷な行為」を好んでいたと指摘している。
そして「イスラム国」は東リビアでは、コーランの朗誦コンテストで上位三位に入った人々の賞品として、奴隷の女性たちを与えていた。
L’ostaggio americano Kayla Mueller violentata dal Califfo prima di essere uccisa
Kayla Mueller è stata uccisa a febbraio
Stuprata dal “Califfo” e poi uccisa: emerge un altro terribile capitolo sulla drammatica vicenda di Kayla Mueller, la giovane cooperante americana rapita dall’Isis in Siria nel 2013 e poi uccisa a febbraio. Lo Stato islamico ha tentato di usare il suo cadavere in chiave propagandistica: prima affermando che la ragazza, 26 anni, era morta per colpa di un raid dell’aviazione giordana, quando Amman reagì con forza alla barbara uccisione del pilota Muath al Kassesbeh, bruciato vivo e immortalato in un video dell’orrore. Poi inviando le foto del cadavere alla famiglia, almeno tre immagini. In una sul volto di Kayla si notavano alcuni lividi ed ematomi, insomma non le ferite tipiche di chi muore sotto un bombardamento.
Quei lividi erano probabilmente opera proprio di Abu Bakr al Baghdadi. Il `Califfo´, che l’aveva scelta come moglie e la costrinse ad avere rapporti sessuali, «ripetutamente».
La denuncia arriva da una ragazzina di 14 anni, una yazida, anche lei schiava sessuale dei jihadisti che è poi riuscita a fuggire. Era detenuta assieme a Kayla. L’intelligence americana ha raccolto altri indizi, che confermano le accuse, e a giugno ha informato i due genitori, Carl e Marsha Mueller. La notizia che la cooperante statunitense era stata in «sposa» a un leader jihadista è emersa poco dopo la sua morte, ma nessuno aveva mai fatto il nome del `leader supremo´ dell’organizzazione Baghdadi.
La giovane era tenuta prigioniera da Abu Sayyaf e dalla moglie Umm Sayyaf: lui, considerato il `tesoriere´ dell’Isis e responsabile della vendita del petrolio è stato ucciso in un raid a giugno. Lei è stata catturata e consegnata alle autorità del Kurdistan, dove si prepara un processo che si prevede la sbatterà in cella «per lungo tempo». Negli interrogatori ha confermato lo stupro dell’ostaggio Usa.
La storia di Kayla Mueller ha tenuto col fiato sospeso tutta l’opinione pubblica americana e occidentale. Per liberare lei e altri ostaggi occidentali gli americani tentarono un blitz di terra in Siria finito con un insuccesso. Il fidanzato, Omar Alkhani, un siriano, tornò nel Paese per strapparla dalle mani dei jihadisti dicendo che era sua moglie. Riuscì a vederla - ha raccontato - ma la giovane negò che fosse suo marito per paura di metterlo in pericolo.
La ragazza «poteva fuggire», ha rivelato Foreign Policy, «ma rimase in prigionia per aiutare un’altra occidentale, in cattive condizioni di salute. In una straziante lettera ai genitori, poco prima di morire scriveva «ho ancora molta forza dentro di me per lottare. Non sto crollando, non cederò, non importa quanto ci vorrà».
La sua tragica sorte è simile a quella di tante ragazze e ragazzine siriane, irachene, libiche. Un vero e proprio «bazar delle schiave del sesso», in taluni casi costrette a operarsi per tornare vergini, ha denunciato l’Onu. Le ragazze yazide, rapite a centinaia in Iraq, hanno denunciato che «gli emiri dell’Isis venivano ogni giorno e sceglievano una ragazza. C’erano anche bambine di 12 anni». Una di loro ha raccontato di essere passata per le mani di un miliziano turcmeno, quindi di un `emiro´, che l’ha `regalata´ a un amico ceceno. Gli attivisti di Raqqa hanno scritto che i jihadisti sono «malati di sesso», protagonisti di atti «brutali».
E proprio una «schiava» è il premio che l’Isis nell’est della Libia ha messo in palio per i primi tre classificati di un concorso di recitazione di versetti coranici.