シリア政府軍、ダマスカス近郊のドゥーマを空爆、死者80名以上
血なまぐさいシリアの内戦の歴史においても最大規模の民間人の虐殺が行われた。死者の多くは女性と子供たちである。この空爆は、買い物客でこみあっている市場にたいして行われたものであり、暫定的な情報では死者80名、負傷者250名とされている。この攻撃は、ダマスカス郊外の人口密度の高い地区にたいしてアサド政権が実行したものであり、シリア人権監視団は、この攻撃は政府軍が「意図的に、目標を定めて」住民をターゲットとして実行したものであると発表している。
これは8月15日に近くにある軍事基地がジャイシュ・アル・イスラム(イスラム軍)によって征服されたことにたいする報復とみられる。このイスラーム系の組織は、ドゥーマの反乱軍の組織であり、住民に人気があるが、「イスラム国」やその他のイスラーム過激派とは対立している。
今回の虐殺は、イスラームの人々の仕事始めの日曜日の朝、買い物客が市場に集まっているときを狙って行われた。ロンドンに本拠を置くシリア人権監視団のラミ・アブドゥルラーマン代表は、「これは意図的に行われた公式的な虐殺である」と語っている。同監視団が集めた情報によると、政府軍の飛行機が、まず市場を目指してロケット砲弾を発射し、怪我人を探して人々が集まってきたところを目指して、二発目のロケット砲弾を発射したという。
同代表は、怪我人の250人の多くは危機的な状況にあり、死者82人と発表されているものの、死者の数はすぐにでも増える可能性があるという。また同監視団の別の活動家は、「状況は破滅的なものである」と語っており、救急車が怪我人を病院に運んでいないために、多くの怪我人は個人の自動車で急いで病院に運ばれていると説明している。モスクのミナレットのスピーカーからは、住民に献血するように促す放送が行われている。通行人が撮影した写真では、瓦礫に覆われた道路の道端に、50名近くの人々が横たえられている。
ここ数日はダマスカスでの戦闘が激化している。アサド政権を支援しているイランのモハンマド・ジャヴァード・ザリーフ外相の首都ダマスカス訪問に先立って、反乱軍はダマスカスで手榴弾を爆発させたために、30名近い犠牲者が出た。アサド政権は、停戦協定を準備しており、停戦の後に「統一政府」を設立することを提案している。この政府は、国際界の監視のもとで選挙を行うまでの暫定政府であるが、この政府にはアサド大統領も参加する予定である。これはレバノンのある政治家による情報であり、この政治家はこの提案文書を読んだという。これまですでに4年半も内戦がつづいており、250,000人の犠牲者が発生し、数百万人の難民が国外に逃亡している。そしてシリアの国土の半分以上は「イスラム国」が支配しているのである。今でもイドリブでは政府軍とその他のイスラーム過激派との激しい戦闘がつづいている。
Siria, raid su un mercato a Douma: 82 morti
Il mercato distrutto dal bombardamento a Douma
Un eccidio di civili, uno dei peggiori della sanguinosa guerra siriana, con molte vittime fra donne e bambini. Compiuto nell’ora di punta su un affollato mercato con un raid aereo, con un bilancio provvisorio supera gli ottanta morti e i 250 feriti. L’attacco è stato compiuto dalle forze siriane di Bashar al Assad su Duma, popoloso sobborgo di Damasco, in quello che l’ong Osservatorio siriano per i diritti umani (Ondus) ritiene si tratti di un attacco «deliberato e mirato» del regime contro la popolazione.
Una rappresaglia per la conquista di una base militare presa sabato in un sobborgo vicino da parte di Jaysh al-Islam (Esercito dell’Islam), formazione ribelle di stampo islamista ma contrapposta all’Isis e alle altre forze jihadiste e qaediste. Una formazione che nella ribelle Douma ha un forte sostegno popolare.
Per questo motivo si ritiene che il massacro sia avvenuto di mattina, nel primo giorno della settimana lavorativa per i musulmani, quando la gente affollava il mercato per fare la spesa. «Questo è ufficialmente un massacro condotto deliberatamente», ha denunciato dalla sua sede londinese il leader dell’Ondus, Rami Abdurrahman, che, in base alle testimonianze raccolte dalla sua organizzazione, afferma che un aereo del regime ha lanciato un razzo contro il mercato e poi un secondo quando fra i morti si era radunata una folla di persone in cerca di feriti.
Molti degli oltre 250 feriti, ha detto Abdurrahman, sono in condizioni critiche ed è quindi probabile che il bilancio di 82 morti cresca nelle prossime ore. «la situazione è catastrofica», ha aggiunto un attivista dell’ Ondus, spiegando che le ambulanze non ce la fanno a trasportare in ospedale i feriti, molti dei quali vengono caricati senza in fretta e furia su auto private. Gli altoparlanti dei muezzin dai minareti invitano la popolazione a donare sangue. Immagini amatoriali riprese da passanti mostrano una quarantina di corpi coperti di sangue allineati lungo un marciapiede coperto di detriti.
I combattimenti attorno a Damasco sono in crescendo negli ultimi giorni e hanno segnato un salto in avanti quando i ribelli hanno sparato alcune granate sulla capitale siriana poco prima della visita del ministro degli esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, il cui regime è alleato stretto di Assad, provocando la morte di una trentina di persone. Il governo di Teheran sta preparando una proposta di cessate il fuoco che includa la formazione di un governo di «unità nazionale» nel quale il dittatore Assad resterebbe al potere in attesa di elezioni monitorate dalla comunità internazionale, secondo le informazioni di un politico libanese che afferma di conoscere il documento. Dopo quasi quattro anni e mezzo di guerra civile con oltre 250.000 morti e milioni di civili fuggiti all’estero, quasi la metà della Siria è sotto controllo dell’Isis, mentre il regime ed altre formazioni jihadiste si combattono ferocemente nella zona di Idlib.