トルコで大規模なテロ。86名以上が死亡
トルコの歴史においてもっとも血なまぐさいテロ事件が発生した。アンカラで平和デモが行われている最中にテロ攻撃がかけられたのである。このデモ行進は、11月に予定されており、トルコにとって非常に重要な意味をもつ選挙を20日後に控えて行われたものである。アンカラの鉄道駅の近くで数秒以内に2回の爆発が起こり、デモ隊員のうち、少くとも86名が死亡した。このデモ隊は、クルド労働者党(PKK)との対立拡大をやめ、和平交渉を再開することを求めていたのである。
トルコ政府のムエジンオール保険相によると、62名は現場で即死し、24名は病院で死亡したという。党員の数十人が犠牲となっているクルド系の国民民主主義党(HDP)は、危機管理グループを設立しているが、死者は97名に達していると主張している。市内の病院には186名以上の負傷者が運び込まれているが、そのうちの28名は重傷であり、死亡者の数はさらに増える恐れがある。
この爆発について犯行声明は出されていないが、政府は自爆テロとみなしている。このテロはトルコでは前例のない規模であるが、3ケ月前にはシリアとの国境近くのスルクで自爆テロが起こり、33名が死亡している。このテロでトルコは混沌状態に陥り、2013年から行われてきたクルド人との休戦協定が無効になり、PKKとの対立が再開している。多くの人々は、事態がさらに悪化するのではないかと懸念している。ただしこの殺戮の数時間後に、クルド人ゲリラは一方的な停戦を行うことを発表していた。トルコの南東部での投票が安全に行われるようにするためだという。
昨晩のうちに、イスタンブールでは1万人の人々が集まり、政府がこの殺戮に責任があると追及した。デモ隊は、イスタンブール中心部のイスティクラル通りをデモ行進したが、重装備の警官隊が警護した。
デモ隊が掲げていた横断幕や看板には「殺戮国家」とか「われわれは犯人を知っている」と書かれており、エルドアン大統領の辞任を声高に要求した。トルコのその他の都市、たとえばイズミル、バトマン、ジャルバキルなどでもデモが行われた。ジャルバキルでは、警察隊は群衆を追い散らすために催涙ガスを使っている。
エルドアン大統領は、滞在していたイスタンブールから急遽アンカラに戻って、「われわれはわが国の統一を破壊しようとする今回の攻撃を強く非難するものである」と清明した。大統領は、予定されていた主要な政治家たちとの会合などのスケジュールをキャンセルしている。世界の各国からトルコに追悼の意が表明された。
トルコ政府のダウトオール首相は、「犯行声明を発表した組織はない」と語っており、イスラム国とPKKが疑わしいと語っているが、極左の革命的人民解放党・戦線(DHKP-C)とマルクス・レーニン主義共産党(MLKP)の可能性も指摘した。首相は「これはトルコの歴史でももっとも悲惨な出来事である」とつけ加えて、クルド人を除く国内の野党に団結を呼び掛けており、明日にでも野党の政治家たちと会見する予定である。首相は「この三日間に、イスタンブールとアンカラで、自爆テロを実行する可能性のある人々が3人逮捕されている」と指摘しており、イスタンブールで逮捕された人物はDHKP-Cに所属していたと説明している。
Bombe al corteo pacifista ad Ankara: è strage
Sangue e feriti dopo l’esplosione davanti alla stazione di Ankara
Il più sanguinoso attacco terroristico nella storia della Turchia. Un attacco contro una marcia per la pace nella capitale Ankara ad appena 20 giorni dalle cruciali elezioni politiche anticipate. Due violente esplosioni in pochi secondi e a pochi passi dalla stazione ferroviaria, nel pieno centro della città, hanno ucciso intorno alle 10 di stamani almeno 86 persone tra le migliaia radunatesi per chiedere di fermare l’escalation del conflitto con il Pkk curdo e riaprire i negoziati di pace. Di queste, ha spiegato il ministro della Salute Mehmet Muezzinoglu, 62 sono morte sul colpo e 24 poco dopo per le ferite riportate. Ma il partito filo-curdo Hdp, che conta decine di attivisti tra le vittime e ha subito istituito un’unità di crisi per seguire la vicenda, parla di 97 morti. Il timore è che comunque il bilancio possa aggravarsi nelle prossime ore, perché negli ospedali della città sono ricoverati almeno 186 feriti, di cui 28 in gravi condizioni.
Nessuna rivendicazione immediata, ha fatto sapere il governo, che parla di un probabile attacco kamikaze. Una strage senza precedenti in un Paese che pure neanche tre mesi fa aveva già dovuto piangere i 33 attivisti filo-curdi diretti a Kobane e uccisi da un kamikaze a Suruc, al confine con la Siria. Un attacco che aveva trascinato la Turchia nel caos, facendo da miccia per la riapertura del conflitto con il Pkk dopo una tregua in vigore dal 2013. Ora, temono in molti, la situazione potrebbe aggravarsi ulteriormente, nonostante a poche ore dalla strage i guerriglieri curdi abbiano annunciato un cessate il fuoco unilaterale per favorire la sicurezza del voto nel sud-est del Paese, da cui il governo turco voleva trasferire i seggi.
IN MIGLIAIA IN PIAZZA A ISTANBUL
In serata migliaia di persone hanno manifestato per le strade di Istanbul, accusando lo Stato di essere responsabile della strage. Diecimila manifestanti hanno marciato sulla via Istiklal, nel centro della metropoli turca, sorvegliati dalla polizia in tenuta anti-sommossa.
I dimostranti hanno esposto striscioni e cartelli con le scritte «Stato assassino», «conosciamo i colpevoli» e hanno chiesto a gran voce le dimissioni del presidente, Recep Tayyp Erdogan. Manifestazioni hanno avuto luogo anche in altre città turche, tra cui Smirne, Batman e Diyarbakir. In quest’ultima località, la polizia ha utilizzato gas lacrimogeni per disperdere la folla.
BOMBA UCCIDE UN POLIZIOTTO NEL SUD-EST
Secondo il sito inglese del quotidiano turco Hurriyet, una bomba avrebbe ucciso un poliziotto e ferito altri sei agenti nel sud-est della Turchia.
La bomba sarebbe esplosa in provincia di Diyarbakir, nel distretto di Sur, mentre gli agenti stavano ripulendo le strade da barriere e altri ostacoli creati da sostenitori del Pkk.
Proprio oggi lo stesso Partito dei lavoratori del Kurdistan si era appellato ai propri militanti affinchè sospendessero le loro attività in Turchia a meno che non fossero sotto attacco. Il sito non precisa a che ora sarebbe esploso l’ordigno.
ERDOGAN: «ATTACCO ALLA DEMOCRAZIA»
«Condanniamo con forza questo attacco che prende di mira l’unità del Paese», ha detto il presidente Recep Tayyip Erdogan, facendo subito ritorno nella capitale da Istanbul. Annullati i suoi impegni in agenda, come quelli dei principali leader politici, che hanno sospeso la campagna elettorale ancor prima che venissero dichiarati tre giorni di lutto nazionale. In Turchia messaggi di cordoglio sono giunti da tutto il mondo. «Nessuno ha rivendicato le esplosioni», ha spiegato il premier Ahmet Davutoglu, indicando come potenziali sospetti Isis e Pkk ma anche le sigle di estrema sinistra Dhkp-c e Mlkp. «È l’episodio più doloroso della storia della repubblica», ha aggiunto il capo del governo, lanciando un appello all’unità ai partiti di opposizione - tranne quello curdo - con cui si incontrerà domani. Secondo il governo, «ci sono seri indizi» della presenza sul luogo delle esplosioni di due attentatori suicidi. «Negli ultimi tre giorni a Istanbul e Ankara sono stati arrestati diversi potenziali kamikaze», ha rivelato Davutoglu, precisando che a Istanbul si trattava proprio di un membro del Dhkp-c.
«Stiamo assistendo a un enorme massacro. È una continuazione di quelli di Diyarbakir e Suruc», ha attaccato però il leader del partito filo-curdo Hdp, Selahattin Demirtas, rievocando l’attentato a un suo comizio nella “capitale” curda del sud-est in cui morirono 2 persone alla vigilia del voto del 7 giugno. L’Hdp punta il dito contro il governo Davutoglu, giudicato incapace di garantire la sicurezza dei manifestanti contro pezzi deviati delle istituzioni che potrebbero aver organizzato l’attentato: «Siamo di fronte a uno stato assassino che si è trasformato in una mafia». Una situazione di caos a soli 20 giorni dalle elezioni, dove secondo i sondaggi come a giugno l’Akp di Erdogan rischia di ritrovarsi senza la maggioranza assoluta di cui aveva goduto per 13 anni. E ancora una volta, a negargliela sarebbe l’ingresso dei curdi in parlamento. Il clima è esasperato. Sul direttore del quotidiano “Today’s Zaman” si abbatte un ordine di arresto per un tweet anti-Erdogan. L’accusa a suo carico: ingiuria contro il presidente.