イスラム国、イスタンブールで子供たちを兵士として訓練していた
イスタンブールはますますイスラム国の「砦」としての性格を強めているようである。本日の早朝に、日刊紙のヴァタンが、昨日イスタンブールで逮捕されたイスラム国のメンバーとみられる50名の人々のうちの24人が、イスタンブールの市内のアパートで訓練された子供たちだったとと報じたことから、不安な噂が流れている。
これらの子供たちは主として、ウズベキスタンとタジキスタンからやってきた未成年の若者である。これらの子供たちの一部は、イスタンブール警察の反テロ・ユニットの取り調べで、これまでにイスラム国の教義の基本的な内容と、イスラム国の領土ではどのようにふるまうべきかについて、教えられたと語っている。この「授業」は、イスタンブールのアジア側とヨーロッパ側の周辺地区であるペンディクとバサカセヒールに分散された18のアパートで与えられたものである。
イスタンブールがイスラム国が根を下ろして活動している地域の一つとして確認されたのは、これが始めてではない。すでに昨年に、とくにバグシリールとファティにあるモスクが、イスラム国のメンバーやシンパとみなされる人々から攻撃されたことがある。それだけではない。とくに宗教的な雰囲気の濃いファティ地区では、これまでの二回のラマダンの期間に、イスラム国の兵士たちによる宣伝活動がさかんに行われているのである。
L’Isis addestra bambini uzbechi e tagichi nella periferia di Istanbul
Un sostenitore del partito nazionalista (MHP), fa il segno del “Lupo grigio”, simbolo del nazionalismo turco
Istanbul sempre più una roccaforte dello Stato Islamico. La Mezzaluna questa mattina si è svegliata con l’inquietante indiscrezione, pubblicata dal quotidiano Vatan, che 24 dei 50 sospetti membri di Isis arrestati ieri a Istanbul sarebbero bambini addestrati in alcuni appartamenti nella megalopoli sul Bosforo.
Periferie borderline
Si tratta soprattutto di minori provenienti dall’Uzbekistan e dal Tagikistan. Alcuni di loro hanno rivelato all’Unità antiterrorismo della Polizia di Istanbul di aver ricevuto istruzioni sui principi teorici che regolano lo Stato Islamico e su come comportarsi all’interno del suo territorio. Le “lezioni” avvenivano in 18 appartamenti distribuiti fra i quartieri di Pendik e Basaksehir, rispettivamente nella periferia asiatica ed europea di Istanbul. Non è la prima volta che l’antica Costantinopoli viene identificata come uno dei terreni più fertili dove Isis ha potuto mettere le sue radici. Già lo scorso anno, si era scoperto che alcune moschee, soprattutto nei quartieri di Bagcilar e Fatih, erano state attaccate da presunti membri o simpatizzanti dello Stato Islamico. Non solo. Il quartiere di Fatih, da sempre uno dei più religiosi della città, negli ultimi due ramadan è finito al centro delle cronache per essere stato teatro di una vera e propria attività di propaganda da parte di militanti dello Stato Islamico, che hanno potuto operare sostanzialmente indisturbati.
Pochi giorni al voto
In Turchia la tensione è altissima, dopo la strage di dieci giorni fa ad Ankara, dove due kamikaze legati a Isis, hanno provocato oltre 120 morti e decine di feriti, tutte persone vicine agli ambienti sindacali e curdi e che si preparavano a manifestare per la pace. Un evento che ha sconvolto la Mezzaluna dalle fondamenta e che rende ancora più difficili e delicati gli ultimi giorni prima delle elezioni anticipate del primo novembre, dove il Presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, cercherà di riconquistare la maggioranza assoluta che gli è sfuggita lo scorso giugno a causa dell’affermazione storica del partito curdo Hdp, entrato in parlamento con il 13% dei consensi e 80 deputati. Il premier, Ahmet Davutoglu ha detto che i due kamikaze di Ankara sono stati riconosciuti, ma i giornali hanno aggiunto che ci sarebbero altri due terroristi, pronti a farsi esplodere da un momento all’altro.
Relazioni pericolose
La Turchia da anni ha favorito rapporti di scambi commerciali e culturali con l’Asia Centrale, dove si trova quell’ideale grande nazione panturca, che affonda le sue radici nelle origini dell’Impero ottomano. Per questo, erano stati attivati scambi fra università. Studenti provenienti dalle Repubbliche asiatiche sono confluiti a centinaia nelle varie città turche. Quella che doveva essere un politica altamente strategica per l’apertura di nuovi mercati e rotte energetiche, si sta rivelando per Ankara l’ennesima fonte di guai. Gli sterminati territori asiatici sono ormai considerati borderline dagli esperti di terrorismo e proprio lo scorso agosto il Movimento islamico uzbeko, ha annunciato un’alleanza con Isis.
Turchia fuori controllo
Una spina nel fianco in più per il Presidente Erdogan, preoccupato per la sicurezza interna e contro il quale, da mesi vengono lanciate accuse poco rassicuranti. Secondo una parte del Paese, Erdogan sarebbe un alleato nemmeno troppo segreto dello Stato Islamico, con cui ha in comune un nemico, ossia il presidente siriano Bashar al-Assad. Non solo. Secondo le voci più critiche della Turchia, Erdogan sarebbe molto più impegnato a combattere il terrorismo di marca curdo-separatista, ossia il Pkk, che non le truppe di al-Baghdadi. Tanto che la strage di Ankara farebbe parte di una precisa strategia della tensione per mettere in cattiva luce anche il Partito Hdp, da almeno due anni impegnato nella soluzione della questione curda solo in via politica. Nonostante i recenti avvenimenti, il quadro politico al momento sembra sostanzialmente invariato. Secondo gli ultimi sondaggi, l’Akp, sarebbe intorno al 42%, mentre l’Hdp sarebbe di nuovo in parlamento con il 12% dei consensi. Il ché significa niente maggioranza assoluta per il presidente.