DAMASCO - "La Comunità Internazionale non sembra capace di trovare risposte adeguate" alle crisi della Siria e dell'Iraq, luoghi che sono "un oceano di dolore". Lo ha denunciato Papa Francesco ricordando che "milioni di persone sono in un preoccupante stato di urgente necessità, costrette a lasciare le proprie terre di origine". "Libano, Giordania e Turchia portano oggi - ha detto Francesco incontrando il Pontificio Consiglio Cor Unum - il peso di milioni di rifugiati, che hanno generosamente accolto". E poi: il protrarsi delle violenze in Siria ed Iraq - ha proseguito - dimostrano che "i trafficanti di armi continuano a fare i loro interessi. Quelle armi sono bagnate nel sangue innocente".

Intanto, almeno undici civili, tra i quali tre bambini, sono stati uccisi da un barile imbottito di esplosivi sganciato dall'esercito contro le loro abitazioni in un quartiere ribelle di Aleppo, nel nord della Siria. Lo ha riferito l'Osservatorio siriano dei diritti umani (Osdh). I ripetuti attacchi del regime come della guerriglia sulle popolazioni civili si sono intensificati in questi ultimi giorni ad Aleppo, suscitando la condanna "nei termini più forti" dell'Unicef.

Tra le vittime - il cui numero è ancora incerto -  figurano anche due donne. Secondo i responsabili dell'Osdh "le operazioni di soccorso sono state ritardate perché si tratta di un quartiere popolare dalle strade strette e c'è stato un blackout elettrico". Almeno nove persone, tra le quali due bambini, sono rimaste cinque ore sotto le macerie prima di essere soccorse. Aleppo, capitale economica del paese, è divisa da luglio 2012 tra regime (est) e insorti (ovest).