チュニスの中心部で自爆テロ。大統領警備隊の12名が死亡
チュニジアは恐怖に包まれた。バルド美術館でのテロと、スースのビーチでのテロの後に、首都で大統領警備員たちを輸送していたバスが爆弾で破壊され、多くの被害者が出た。死者は12人以上、負傷者は17人以上である。アルジェリア政府は緊急事態を宣言した。
この激しい爆破は、かつての専制的なベン・アリ大統領の宮殿の近くにあるチュニスのモハメド五世通りの中心部で、交通渋滞のさなかに行われた。バスは文字通り粉々になった。治安筋によると、バスの内部から爆破が起きたようであり、自爆テロによるものとみられる。
多数の救急車が駆け付けたが、交通渋滞であり、雨も降っていて、救助は難航した。近くの多くの住人が、このような事態を信じられずに、現場に駆け付けた。目撃者によると、爆発音は市内のどの場所でも聞こえ、「破滅的な出来事」と感じられたという。
Attentato terrorista a Tunisi, strage di militari
Una foto del bus carbonizzato. Immagine postata su Twitter dall’utente @faroukology
La forte esplosione si è verificata nelle ore di punta nella centrale Avenue Mohamed V di Tunisi, vicino all’ex sede del partito del deposto presidente Ben Ali. L’autobus è andato letteralmente in pezzi: una fonte della sicurezza ha parlato di una dinamica compatibile con un’esplosione dall’interno del bus, probabilmente a causa di una bomba a bordo o di un kamikaze che ha azionato una cintura esplosiva.
Numerose ambulanze sono accorse nella zona - già intasata per il traffico e la pioggia - che è stata transennata. Tante persone che abitano negli edifici intorno sono accorse in strada, incredule per quanto successo. Testimoni hanno riferito di un’esplosione che si è sentita per tutta la città e di «spettacolo catastrofico». Palpabile il nervosismo delle forze dell’ordine, dispiegate a centinaia tra polizia e militari, che si sentono prese di mira in prima persona.
Sul posto sono arrivati il primo ministro Habib Essid ed il ministro degli Interni Najem Gharsalli, che ha parlato subito di «attacco terroristico». Il presidente Beji Caid Essebsi in serata è apparso alla tv dichiarando la proclamazione dello stato di emergenza per 30 giorni e il coprifuoco a partire dalle 21 alle 5 del mattino. «Siamo in guerra con il terrorismo, ci attrezzeremo», ha promesso Essebsi, che per domani ha convocato una riunione del comitato sicurezza.
Per la Tunisia il 2015 è stato un “annus horribilis”. A marzo un commando terrorista ha assaltato il museo nazionale del Bardo, nella capitale, uccidendo 24 persone, tra cui 21 turisti (4 italiani) e ferendone altre 45. A giugno, tre uomini armati sono sbarcati sulla spiaggia di un resort turistico a Sousse, massacrando 39 persone e ferendone altre 38. In entrambi i casi, è arrivata la rivendicazione dell’Isis. E la Tunisia, dopo appena quattro anni dalla «rivoluzione dei gelsomini», che accese la miccia della primavera araba e provocò la fine della dittatura, è tornata a rivivere l’incubo terrorismo. Lo Stato nordafricano, che prima del Bardo era considerato l’unica oasi di sicurezza nell’area, oggi è considerato il principale esportatore di jihadisti: almeno tremila tunisini sarebbero andati a combattere per l’Isis in Siria e Iraq.